10/03/2024
Sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte: nozione rigida di sottrazione fraudolenta
La Corte di Cassazione Sez. penale con sua sentenza del 28.2.2024 n. 8643, ha annullanto con rinvio una sentenza della Corte di Appello chiedendo al giudice di merito di accertare con maggior rigore gli indici di fraudolenza della cessione di un immobile. La Corte infatti ha affermato che in tema di sottrazione al pagamento delle imposte hanno natura, appunto fraudolenta, gli atti dispositivi compiuti dall'obbligato che diversamente da quelli simulati, determinino il trasferimento effettivo del bene solamente nel caso in cui essi risultino connotati da elementi di inganno o di artificio e quindi da stratagemmi finalizzati a sottrarre all'esecuzione fiscale le garanzie patrimoniali genericamente assicurate dal contribuente.
10/03/2024
Assegno divorzile: l'incentivo all'esodo non rientra negli obblighi dell'ex coniuge
La Corte di Cassazione a Sezioni Unite con sentenza n. 6229 del 7.3.2024 ha stabilito il perimetro degli importi che per legge (art. 12-bis L. 898/1970) vanno riconosciuti al coniuge titolare di assegno divorzile, quale quota del TFR dell'altro coniuge affermando che l'incentivo all'esodo con cui è regolata la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro è esclusa da questa ripartizione.
10/03/2024
Entra in vigore il DM 232-2024 in attuazione dell'art. 10 co. 6 Legge Gelli sugli obblighi di copertura assicurativa dell'ente sanitario
Il 16.3.2024 entra in vigore il DM 232/2024 che disciplina i requisiti minimi delle polizze assicurative delle strutture sanitarie e disciplina anche le regole ed il funzionamento e le condizioni minime di operatività delle misure di assunzione diretta del rischio da parte delle strutture sanitarie che abbiano scelto la via dell'autoassicurazione. L'entrata in vigore del DM 232/2024 rende definitivamente cogente l'obbligo di assicurazione previsto dalla legge Gelli Bianco e finalmente rende operativo il regime dell'azione diretta del danneggiato prevista dall'art. 12 della Legge Gelli Bianco, che sarà quindi operativo con le nuone polizze. Per i sinistri che ricadono sotto l'operatività delle polizze di vecchia generazione l'opinione preferibile è l'esclusione della azione diretta.
29/09/2023
Assicurazione sulla vita: beneficiari anche gli eredi per rappresentazione
La Corte di cassazione con ordinanza del 21 agosto 2023, n. 24951, ha stabilito che se nel contratto di assicurazione sulla vita l'intestazione non è ben definita degli eredi legittimi, quali beneficiari, anche gli eredi per rappresentazione hanno diritto agli interessi corrispettivi sin dalla morte del de cuius.
29/09/2023
Violenza privata (art. 610 c.p.): mai giustificata dallo stato d'ira
La Cassazione penale con la sentenza n. 39457/23, ha ribadito che la violenza privata non può essere giustificata dallo stato d’ira o di ansia del convenuto. Il modo di fare può trovare semmai un diverso verdetto solo nel caso in cui il reo presenti un’infermità mentale.
29/09/2023
Responsabilità dell'ente (ex D.Lgs 231/2001): l'illecito si estingue solo se la cancellazione della società è fisiologica e non fraudolenta
La Corte di Cassazione, Sezione 2 Penale, Sentenza 14 settembre 2023, n. 37655 ha stabilito che non può esservi estinzione dell’illecito amministrativo, addebitato ex articolo 5 comma 1 decreto legislativo 231/2001, in ragione della sopravvenuta cancellazione della società dal registro delle imprese se tale cancellazione non risulti cagionata da motivazioni fisiologiche (i.e. chiusura del fallimento della società, in cui non può darsi neppure luogo al fenomeno successorio con relativo trasferimento ai soci dei rapporti obbligatori dell’ente) e potrebbe, anzi, costituire un commodus discessus per sottrarsi alle conseguenze di una pronunzia giudiziaria. La cancellazione della società può certamente porre un problema di soddisfacimento del relativo credito, ma non un problema di accertamento della responsabilità dell’ente per fatti anteriori, responsabilità che nessuna norma autorizza a ritenere elisa per effetto della cancellazione dell’ente stesso.
03/07/2023
Consenso informato: il paziente va reso edotto di tutti i rischi delle cure
La Cassazione con l’ordinanza 16633 del 12 giugno 2023 fornisce qualche concreto elemento di valutazione della soglia di rilevanza statistica (di una data complicanza), al di sotto della quale l’informazione può essere omessa. Con la conseguenza che il medico, prima di eseguire un trattamento sanitario, deve informare il paziente su tutti i rischi prevedibili, compresi le complicanze statisticamente meno frequenti e con esclusione soltanto di quelle eccezionali e altamente improbabili.
03/07/2023
Dlgs 231, società salve se il reato non è causato da deficit organizzativi
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 21640 del 19 maggio 2023 ha chiarito che la responsabilità dell’ente per gli illeciti previsti dal Dlgs 231/2001 può essere affermata solo se la “colpa in organizzazione” abbia avuto incidenza causale rispetto alla verificazione del reato presupposto. Con la conseguenza che la sussistenza degli illeciti previsti dal Dlgs 231/2001 va quindi esclusa quando il reato presupposto è frutto di un’iniziativa estemporanea e fraudolentemente elusiva delle prescrizioni del modello organizzativo.
01/06/2023
Modelli organizzativi ex D.Lgs 231/2008 senza regole specifiche per gli addetti non apicali
La X Sezione penale del Tribunale di Milano con la sentenza n. 3314 del 2023, ha stabilito che nel contesto della responsabilità 231 non esiste un doppio modello organizzativo, uno per i dipendenti apicali e uno per tutti gli altri. Inoltre, non è sostenibile che i criteri per accertare l’idoneità e l’efficace attuazione del modello non sono diversi a seconda che il reato presupposto sia stato commesso dai vertici aziendali oppure da sottoposti: i criteri, anzi, sono gli stessi, solo declinati con sequenze diverse per la necessità di adattarli alla diversa posizione ricoperta dai responsabili dell’illecito.
01/06/2023
Divorzio, non c'è obbligo di concorrere alla spesa per l'università fuori sede del figlio
La Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 15229 del 1.6.2023 ha stabilito che in caso di divorzio, la spesa per il corso di studi fuori sede del figlio, particolarmente dotato, presso una prestigiosa università privata – la Bocconi di Milano – non ricade automaticamente nella ripartizione al 50% delle spese straordinarie decisa dal giudice, dovendo essere oggetto di una analitica quantificazione dei costi.
04/05/2023
L'efficacia di giudicato della sentenza penale irrevocabile di assoluzione nel giudizio civile richiede la perfetta coincidenza di tutte le parti tra i due giudizi
La Cassazione civile sez. III, 29/03/2023, n.8879 ha statuito che: "L'efficacia di giudicato della sentenza penale irrevocabile di assoluzione nel giudizio civile, di cui all'art. 654 c.p.p., postula, sotto il profilo soggettivo, la perfetta coincidenza delle parti tra i due giudizi, vale a dire che non soltanto l'imputato, ma anche il responsabile civile e la parte civile abbiano partecipato al processo penale. (nella specie, relativa all'azione civile intrapresa da una donna per il risarcimento dei danni subiti a seguito di una caduta provocata da un pozzetto ai margini della carreggiata, la sentenza assolutoria del sindaco del Comune gestore della strada prosciolto dall'imputazione per lesioni colpose, non poteva spiegare alcuna efficacia di giudicato nel distinto giudizio civile risarcitorio sullo stesso episodio, perché la danneggiata non si era costituita parte civile nel giudizio penale)".
04/05/2023
L'impossibilità della prestazione contrattuale esonera il debitore se ci accerta la non imputabilità dell'evento
La Cassazione civile sez. III, 20/04/2023, n.10683 ha statuito che: "n materia di responsabilità contrattuale, perché l'impossibilità della prestazione costituisca causa di esonero del debitore da responsabilità, deve essere offerta la prova della non imputabilità, anche remota, del fatto che ha impedito l'esecuzione della prestazione dovuta, non essendo rilevante, in mancanza, la configurabilità o meno del "factum principis". (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza della corte territoriale che aveva negato che il sequestro preventivo dell'impresa, disposto nell'ambito di un procedimento penale a carico del debitore, fosse idoneo ad integrare l'impossibilità assoluta, anche temporanea, idonea ad estinguere l'obbligazione, non potendosi ritenere la condotta del debitore esente da colpa)".
04/05/2023
Responsabilità dell'avvocato
La responsabilità dell'avvocato non può affermarsi per il solo fatto del non corretto adempimento dell'attività professionale, occorrendo verificare se, ove il professionista avesse tenuto il comportamento dovuto, il suo assistito, alla stregua di criteri probabilistici, avrebbe conseguito il riconoscimento delle proprie ragioni, difettando altrimenti la prova del nesso eziologico tra la condotta del legale, commissiva od omissiva, e il risultato derivatone. Cosi ha statuito
Cassazione civile sez. II, 26/04/2023, n.10864.
30/01/2023
Non è incaricato di pubblico servizio il netturbino dipendente dell'ente concessionario per i rifiuti
La Corte di Cassazione con sua sentenza n. 1957/2023 ha statuito che "Ai fini della legge penale non può essere considerato incaricato di pubblico servizio quel lavoratore che pur dipendente di una società privata incaricata di pubblico servizio sia tuttavia assegnatario di mere mansioni esecutive ossia di compiti materiali richiedenti l'applicazione di procedure e metodi operativi prestabiliti e specifiche conoscenze teorico-pratiche con autonomia operativa limitata ad istruzioni generali non necessariamente dettagliate". LA Cassazione ha specifiicato che: "Agli effetti della legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di questa ultima".
30/01/2023
Revocabile l'assegno divorzile all'ex coniuge se costui fa «spese voluttuarie»
La Suprema Corte con sua pronuncia 18.1.2023 n. 1482 ribadisce il principio di diritto enunciato nella sentenza a sezioni unite del 2018 (n.18287) ovvero "Va escluso l’assegno divorzile se l’ex coniuge, al momento della dissoluzione del matrimonio, aveva la capacità di dedicarsi all’attività lavorativa e ... disponeva di redditi idonei a renderla economicamente autonoma ed in grado di sostenere i costi dell’abitazione presa in locazione".
08/11/2022
Inefficace il Modello organizzativo 231/2001 se non è reso operativo
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 38025 del 7 ottobre 2022 ha stabilito che: Non è sufficiente la mera nomina di un organismo di vigilanza e la semplice adozione del modello, se questo non è reso operativo dall’ente, ai fini del riconoscimento dell'attenuante prevista per le sanzioni pecuniarie.
La Cassazione ha ribadito non solo la necessità di una attuazione in concreto del modello organizzativo – come previsto dallo stesso Dlgs 231/2001– ma anche che l’ente può, nel caso in cui abbia reso operativo il Modello, beneficiare di una riduzione della sanzione pecuniaria da un terzo alla metà.
08/11/2022
Alla guida del veicolo si presume sia il proprietario e non il trasportato
La Corte di cassazione con la sentenza n. 30723 del 19 ottobre 2022 ha stabilito che: per decidere sul risarcimento del danno a seguito di un incidente stradale, se non è possibile dimostrare chi fosse alla guida e chi trasportato, si presume che il conducente fosse il proprietario del mezzo di trasporto o chi ne deteneva la disponibilità.
20/10/2022
Rc auto, va risarcita l'attività stragiudiziale dell'avvocato
In tema di responsabilità civile da circolazione, il costo sopportato dal danneggiato per la attività stragiudiziale svolta in suo favore da un legale, diretta sia a prevenire il processo, sia ad assicurarne un esito favorevole, ancorché detta attività possa essere svolta personalmente, di deve considerare un danno emergente che, se allegato e provato, deve essere risarcito ai sensi dell'art. 1223 Cc. Questo il principio enunciato in motivazione, ai sensi dell'articolo 384 Cpc, dalla sezione III della Cassazione con la sentenza sentenza 7 settembre 2022 n. 26368.
20/10/2022
Assolto il padre che non paga il mantenimento ai figli per sopravvivere
Assolto il padre che non paga il mantenimento ai figli se ha delle spese e necessarie alla sopravvivenza, quali il vitto e l’alloggio. Lo ha sancito la sesta sezione penale della Cassazione con la sentenza n. 32576/2022 annullando la condanna a tre mesi di carcere per il reato di cui all’articolo 570-bis del Cp, oltre al risarcimento dei danni non patrimoniali, a carico di un padre colpevole di non aver versato il mantenimento ai figli minori.
12/09/2022
Fatture inesistenti, necessaria la prova per la società eterodiretta
La società facente parte di un gruppo gestita dalla capogruppo non è di per sé un mero schermo e pertanto le fatture emesse non possono essere qualificate come inesistenti in via automatica senza un effettivo riscontro. Ad affermarlo è la Cassazione, sezione III penale, con la sentenza 32506/2022 depositata il 5 settembre.
12/09/2022
Prescrizione nel giudizio di rinvio
Nel giudizio di rinvio rileva la prescrizione anche se la condanna è annullata sulla qualificazione del reato.È suscettibile di passare in giudicato il capo della sentenza quando tutti i singoli punti che lo compongono sono divenuti irretrattabili. Per cui il giudice del rinvio è tenuto a dichiarare l'intervenuta prescrizione del reato "riqualificato", anche se la responsabilità dell'imputato non è messa indiscussione, cioè nel caso in cui - a seguito di annullamento parziale da parte della Cassazione - il giudice di appello è chiamato a operare la riqualificazione del reato in una diversa fattispecie penale.
Infatti, dall'annullamento parziale della sentenza di condanna non deriva l'automatico passaggio in giudicato di tutte le statuizioni (rectius, punti) contenute nelle parti confermate della decisione se sono essenzialmente connesse a quelle oggetto di annullamento.
Di conseguenza, le cause estintive del reato rilevano in sede di rinvio anche se l'annullameno parziale in sede di legittimità non ha messo in discussione la responsabilità dell'imputato, ma altri aspetti che ne definiscono definitivamente la conseguente condanna, come nel caso, appunto, dell'annullamento con rinvio al fine della riqualificazione del reato.
Così la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33256/2022.
12/09/2022
Assegno di divorzio: funzione riequilibratrice
L’assegno di divorzio ha non solo una funzione assistenziale, ma anche riequilibratice tra le situazioni degli ex coniugi, anche se entrambi sono economicamente autosufficienti. Lo ha ribadito la Cassazione che, con la sentenza 23583 del 28 luglio scorso, ha affermato che l’assegno di divorzio è dovuto quando «il matrimonio sia stato causa di uno spostamento patrimoniale, divenuto ingiustificato ex post, dall’uno all’altro coniuge». Per la Suprema corte, infatti, lo spostamento patrimoniale «in tal caso, e solo in tal caso, va corretto attraverso l’attribuzione di un assegno in funzione compensativo-perequativa».
12/09/2022
Agenzia: violazione del diritto di esclusiva
In tema di contratto di agenzia, l'agente, la cui esclusiva sia stata lesa dalla captazione dei clienti compiuta da agenti incaricati per una diversa zona dal medesimo preponente, ha il diritto al risarcimento dei danni di natura contrattuale nei confronti del preponente, venendo in rilievo una violazione degli obblighi inerenti l'esclusiva che derivano dal contratto e non dalla legge, potendo gli stessi essere esclusi pattiziamente, e dei danni di natura extracontrattuale verso gli agenti concorrenti. Così ha statuito la Cassazione con sua ordinanza 10 maggio 2022 n. 14763.
12/09/2022
Danno estetico: compreso nel danno biologico
Il danno estetico di norma rappresenta una componente del danno biologico e, quindi, deve essere liquidato con quest'ultimo. Lo ha stabilito la cassazione con recente ordinanza (ordinanza n. 26584/22) decidendo su un incidente stradale dal quale un soggetto aveva subito danni di vario genere.
07/07/2022
Elusione fraudolenta dei modelli 231 commessa da soggetti in posizione apicale
La Corte di cassazione, sezione 6 penale, con sua sentenza 15 giugno 2022 n. 23401 ha stabilito che: "L'esonero dell'ente dalla responsabilità da reato può trovare una ragione giustificatrice solamente in quanto la condotta dell'organo apicale rappresenti una dissociazione dello stesso dalla politica dell'azienda, risultando il reato il prodotto di una scelta personale ed autonoma della persona fisica, realizzata non già per effetto di inefficienze organizzative, ma, piuttosto, in presenza di un'organizzazione adeguata, aggirabile soltanto attraverso una condotta ingannevole".
07/07/2022
Affido condiviso del minore anche in caso di conflitto tra i genitori
La Cassazione (ordinanza n. 21312/22) chiarisce che, in tema di affidamento di figli nati fuori dal matrimonio, alla regola dell'affidamento dei figli condiviso può derogarsi solo ove la sua applicazione risulti "pregiudizievole per l'interesse del minore", con la duplice conseguenza che l'eventuale pronuncia di affidamento esclusivo deve essere sorretta da una motivazione non solo "più in positivo" sull'idoneità del genitore affidatario, ma anche, "in negativo" sulla inidoneità educativa, ovvero, manifesta carenza dell'altro genitore.
19/04/2022
Le scale appartengono a tutti i condomini, non valida la scrittura privata che sostiene il contrario
Le scale sono elementi strutturali necessari alla edificazione di uno stabile condominiale.
I giudici di secondo grado confermano, infatti, l'impossibilità di ritenere le scale e il pianerottolo come beni non condominiali. La Corte afferma che tutti i condomini sono comproprietari delle rampe di scale e dei pianerottoli, sicché per i giudici la scrittura privata sottoscritta non costituisce autorizzazione ad eseguire le opere edilizie in quanto proprietari esclusivi dei beni oggetto di causa.
19/04/2022
Omicidio stradale non aggravato: l'applicazione della revoca della patente di guida va sempre motivata
In tema di omicidio stradale, nei casi non aggravati della guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti di cui all’articolo 589, commi 2 e 3, del Codice penale, qualora il giudice applichi la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente di guida deve dar conto puntualmente delle ragioni della scelta operata.
La Quarta sezione penale della Cassazione, con la sentenza n. 13747/2022, ha ribadito l’obbligo di esaustiva motivazione cui è tenuto il giudice di merito.
15/04/2022
La registrazione di conversazione come prova penale
Non è intercettazione ma documento ammissibile ai fini della prova, la registrazione del colloquio tra imputato e vittima realizzata privatamente da quest'ultima: così lo ha stabilito la Cass. II sez. pen. 13.4.2022 n. 14287.
15/04/2022
Ancora sul danno non patrimoniale morale in conseguenza di incidente stradale
La Cassazione con ord., 13 aprile 2022, n. 12060 si è espressa sulla liquidazione del danno non patrimoniale c.d. “morale”, in seguito ad un incidente stradale.
Il Collegio ricorda che il danno non patrimoniale «quale sofferenza patita dalla sfera morale del soggetto leso, si verifica nel momento stesso in cui questo l'evento dannoso si realizza » e ciò «pur dovendosi tener conto della natura istantanea o permanente dell'illecito o della sua reiterazione», sicchè «la liquidazione del danno deve far riferimento al momento dell'evento dannoso ed alle caratteristiche indicate, mentre non vi incidono fatti ed avvenimenti successivi, quali la morte del soggetto leso» (Cass. n. 10980/2001).
Inoltre, rispetto al danno alla salute, la voce di danno morale mantiene la sua autonomia, non essendo conglobabile, visto che il secondo si sostanzia nella «rappresentazione di uno stato d'animo di sofferenza interiore, che prescinde del tutto (pur potendole influenzare) delle vicende dinamico-relazionali della vita del danneggiato». Il danno morale, infatti, deve liquidarsi secondo «un attendibile criterio logico-presuntivo che si fonda sulla corrispondenza, su di una base di proporzionalità diretta, della gravità della lesione rispetto all'insorgere di una sofferenza soggettiva» (Cass. n. 25164/2020).
Ne consegue, quindi, che «la liquidazione del danno morale, quale sofferenza interiore patita dalla vittima dell'illecito, deve effettuarsi con riferimento al momento dell'evento dannoso ed alle caratteristiche dello stesso, mentre non incidono su di essa fatti ed avvenimento successivi, quale la morte del soggetto leso».
04/04/2022
Il conducente di una autovettura è responsabile dell'investimento di un pedone se non dimostra di aver fatto il possibile per evitarlo
Nell'investimento di un pedone si presume la responsabilità del conducente del veicolo, a meno che quest'ultimo non dimostri di aver fatto il possibile per evitare il sinistro. Nel caso concreto – chiarisce la Cassazione (ordinanza n. 8487/22) - il pedone è caduto contro il veicolo in quanto mentre correva per attraversare la strada, in funzione della luce gialla del semaforo, ha perso l'equilibrio andando per tale motivo a urtare rovinosamente la parte anteriore e laterale di una Smart. L'investimento, poi, è avvenuto in prossimità di un attraversamento pedonale con semaforo a chiamata che proiettava luce gialla.
04/04/2022
Il Covid 19 può essere considerato infortunio: si all'indennizzo assicurativo
Il Tribunale di Torino, con sua sentenza del 19.1.2022 G.I. Dott. Oberto, in senso contrario e innovativo rispetto ad alcune pronunce di merito, ha statuito che "l'infezione da Covid 19 deve essere considerata a tutti gli effetti un infortunio in quanto soddisfa la definizione di infortunio quale 'evento ovuto a causa fortuita, violenta ed esterna' "
11/02/2022
Clausole di hardship: risoluzione del contratto per aumento dei costi delle materie prime
La Corte di Cassazione con la relazione tematica dell'8.7.2020 n. 56 ha stabilito che: "per i contratti commerciali funzionali all'esercizio dell'impresa a fronte della sopravvenienza l'obiettivo precipuo del contraente sfavorito non è lo smantellamento del rapporto, ma la sua messa in sicurezza sul crinale di un riequilibrio reciprocamente appagante delle prestazioni...". La causa di hardship opera: -se l'evento svantaggioso dìsi verifica dopo la conclusione del contratto; -se l'evento non è prevedibile;-se l'evento è estraneo alla spera di controllo della parte svantaggiata;-se il rischio di tale evento non è stato assunto dalla parte svantaggiata. l'effetto della clausola è quello di chiedere la rinegoziazione dei contratti. in caso di mancato accordo ciascuna parte può rivolgersi al giudice e chiedere la risoluzione del contratto.
11/02/2022
E' reato storpiare il cognome
E' esclusa la scriminante del diritto di critica e di satira politica, se l’offesa riguarda l’aspetto fisico perché trasmoda in insulto spregiativo e disprezzo personale. Questo quanto si ricava dalla recente sentenza della quinta sezione penale della Cassazione n. 320/2022 chiamata a pronunciarsi sulla condanna per diffamazione comminata a un uomo che per rivendicare il diritto ad avere un’abitazione aveva offeso il titolare di una farmacia nonché sindaco del relativo comune.
03/12/2021
Confisca tributaria per equivalente: possibile anche in caso di prescrizione del reato ma solo commesso dopo l'aprile 2018
onfisca tributaria per equivalente, prescrizione ed irretroattività. La novella disposizione dell'articolo 578-bis del Cpp, che ha disciplinato la possibilità di mantenere la confisca con la sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione del reato nel caso in cui sia accertata la responsabilità dell'imputato, è applicabile anche alla confisca tributaria ex articolo 12-bis Dlgs n. 74/20000, ma, ove questa sia stata disposta per equivalente, non può essere mantenuta in relazione a fatti anteriori all'entrata in vigore (6 aprile 2018) del citato articolo 578-bis del Cpp, atteso il suo carattere afflittivo-sanzionatoria (e non meramente recuperatoria-ripristinatoria).
Così la sentenza n. 39157/2021 della Terza sezione penale di Piazza Cavour, con cui i Supremi giudici hanno annullato, senza rinvio, la statuizione della Corte di appello di Bologna che aveva disposto la confisca per equivalente a carico dell'imputato del profitto derivante da reati tributari dichiarati prescritti ma per i quali aveva accertato la sua responsabilità.
03/12/2021
Centralità delle tabelle milanesi nella liquidazione del danno non patrimoniale
La mancata adozione delle tabelle milanesi sulla liquidazione del danno non patrimoniale va motivata e va svolto un giudizio di congruità relativo all'uso di altri criteri, come le cosiddette "tabelle romane". Infatti, la Corte di cassazione - con la sentenza n. 38077/2021 - ha riaffermato la preminenza "paranormativa" delle tabelle milanesi: una codificazione dei giudici in un'opera di sintesi dei vari parametri da applicare al risarcimento di quelli che, tra i diversi danni, sono di più difficile accertamento positivo: il danno biologico e quello morale (cioè le componenti non patrimoniali di quanto va risarcito al danneggiato).
27/10/2021
No al concorso tra stalking e omicidio aggravato da atti persecutori
L’omicidio commesso dal persecutore, punito con l’aggravante speciale che prevede la pena dell’ergastolo, è un reato complesso a causa dell’unitarietà del fatto. Il reato di stalking è dunque assorbito da quello di omicidio e non può essere punito separatamente. Le Sezioni unite della Cassazione (con sentenza n. 38402 pubblicata il 26.10.2021 ) dirimono un contrasto sorto sulla possibilità di far scattare il concorso tra lo stalking, previsto dall’articolo 612-bis del Codice penale e l’omicidio aggravato dagli atti persecutori che, nella forma di delitto aggravato (articolo 575 e 576, primo comma, n.5.1 del Codice penale) comporta una pena fino all’ergastolo.
26/10/2021
Risarcimento del danno per infortunio sul lavoro: si anche in caso di non violazione di obblighi specifici
L'onere processuale di allegazione a carico del lavoratore, che chiama in causa il datore per l'infortunio subito durante l'espletamentamento della propria mansione, ha una diversa "intensità" a seconda che si affermino violati specifici obblighi di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro o forme di protezione non codificate, ma ricavabili dalla comune esperienza.
Infatti, a norma dell'articolo 2087 del Codice civile la parte datoriale deve "adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro". Così la Corte di cassazione, con la sentenza n. 29909/2021 ha stabilito che "L'imprenditore deve approntare tutte le misure di protezione anche dettate soltanto dalla comune esperienza e non dalla legge"
07/10/2021
No revoca della patente se il decreto penale di condanna non lo prevede
Il Giudice dell’esecuzione non può disporre la revoca della patente se il gip ha omesso di irrogarla col decreto penale di condanna. Lo precisa la Cassazione (sentenza 34861 del 20 settembre 2021), su un caso di guida in stato di ebbrezza con tasso alcolemico superiore a 1,5, aggravato da incidente.
La revoca della patente è prevista come obbligatoria in questi casi, ma il gip non l’aveva disposta. Si era “rimediato” in sede di esecuzione. Ma la Cassazione ritiene che, trattandosi di sanzione amministrativa accessoria e non di pena accessoria, un eventuale errore potrebbe essere corretto, ma solo in sede di impugnazione. L’articolo 676 del Codice di procedura penale elenca infatti in maniera tassativa le competenze del giudice dell’esecuzione e tra queste non vi rientra la possibilità di applicare sanzioni come la revoca o la sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza.
07/10/2021
Riconoscimento paternità: non è ostativa la condanna penale per reati sessuali
Non è sufficiente la condanna penale (peraltro già espiata) per non concedere il riconoscimento della paternità. Lo afferma la Cassazione con l'ordinanza n. 24718/21.Precisa la Cassazione che il diritto soggettivo del genitore al riconoscimento del figlio deriva dall'articolo 30 della Costituzione. Il diritto, come quello alla vita familiare, può essere sacrificato solo all'esito di un giudizio di bilanciamento con il concreto interesse del minore a non subire per effetto del riconoscimento un grave pregiudizio per il proprio sviluppo psico-fisico.Conclude la Cassazione che non sono sufficienti mere pendenze penali per mettere in discussione il riconoscimento della paternità.
07/10/2021
Danno iure proprio da perdita parentale: Tabelle di Roma
Il danno da perdita del rapporto parentale deve essere liquidato seguendo la tabella di Roma, non quella di Milano. Solo il sistema romano, infatti, è idoneo a consentire un'adeguata valutazione delle circostanze del caso concreto e, nello stesso tempo, a garantire l'uniformità di giudizio al cospetto di vicende analoghe. Lo ha stabilito espressamente la recente ordinanza di Cass. III, 29/09/2021, n. 26300 , che ha così confermato un principio del tutto condivisibile, invero già parzialmente anticipato da pronunce precedenti ed oggi ufficialmente consolidatosi.
11/04/2021
Perdita di chances di diventare nonni: risarcibile
Il tribunale di Bolzano con la sentenze n. 638/2021 ha stabilito che in caso di morte del feto causalmente e colposamente riconducibile al comportamento degli operatori sanitari, è risarcibile il danno da perdita di chances costituito dalla impossibilità di diventare nonni. In tal caso, infatti, è totalmente frustrata l'aspettativa di «veder nascere e crescere un legame parentale ed affettivo con quella che sarebbe dovuta essere la loro nipote»
11/04/2021
Violazione del consenso informato in ambito sanitario: le nuove Tabelle di Milano
Le tabelle di Milano 2021, emanate dall'Osservatorio sulla giustizia civile lo scorso 10 marzo hanno enucleato dei parametri specifici per il risarcimento del danno da mancato o insufficiente consenso informato in ambito sanitario, introdotti per superare il criterio dell'equità individuando quattro ipotesi di danno all'autodeterminazione
11/04/2021
La sezione II penale della Cassazione, con la sentenza n. 9553/2021, interviene per la prima volta sull'esegesi delle ipotesi falsificatorie, ideologiche e materiali
Frode assicurativa: la falsificazione della documentazione richiesta per la stipulazione di un contratto di assicurazione, incriminata dall'articolo 642, comma 1, del Cp, può essere integrata tanto da una falsità materiale quanto da una falsità ideologica (come nell'ipotesi di dichiarazione menzognera) poiché la norma incriminatrice, a differenza di quelle in tema di reati di falso, non distingue espressamente tra i due tipi di falsità.
Così la sezione II penale della Cassazione, con la sentenza n. 9553/2021, intervenuta per la prima volta sull'esegesi delle ipotesi falsificatorie, ideologiche e materiali, punite in seno all'articolo 642 del Cp, come riformato dalla legge n. 272/2002.
01/04/2021
Truffa contrattuale aggravante della minorata difesa - vendita online
Secondo la suprema Corte, nella vendita a distanza l 'impossibilità di incontrare fisicamente il venditore e di visionare il bene che si vuole acquistare determina l'indebolimento delle possibilità di difesa dell'acquirente da eventuali truffe e l'aggravamento della posizione processuale del venditore infedele ( Cass. Pen. sent. n. 12427/2021)
01/04/2021
Recidiva reiterata- illegittimo il divieto di prevalenza dell'attenuante per reato diverso da quello voluto
Lo ha stabilito la Corte costituzionale, sentenza n. 55 depositata oggi, dichiarando l'illegittimità costituzionale dell'articolo 69, quarto comma, del Cp., nella parte in cui prevede il divieto di prevalenza della circostanza attenuante di cui all'articolo 116, secondo comma, Cp., sulla recidiva di cui all'articolo 99, quarto comma, Cp.
05/03/2021
Estinzione automatica del diritto all’assegno divorzile in caso di nuova convivenza? la parola alle SU
La Cassazione con ordinanza n. 28995/2020 ha sollecitato l’intervento delle Sezioni Unite per stabilire se “instaurata la convivenza di fatto, definita all’esito di un accertamento pieno su stabilità e durata della nuova formazione sociale, il diritto dell’ex coniuge, sperequato nella posizione economica, all’assegno divorziale si estingua comunque per un meccanismo ispirato ad automatismo, nella parte in cui prescinde di vagliare le finalità proprie dell’assegno, o se siano invece praticabili altre scelte interpretative che, guidate dalla obiettiva valorizzazione del contributo dato dall’avente diritto al patrimonio della famiglia e dell’altro coniuge, sostengano dell’assegno divorzile, negli effetti compensativi suoi propri, la perdurante affermazione, anche, se del caso, per una modulazione da individuarsi, nel diverso contesto sociale di riferimento”.
12/02/2021
Circolazione stradale- precedenza ai pedoni
Cass. pen., Sez. IV, ud. 18 novembre 2020 - dep. 8 febbraio 2021, n. 4738
CIRCOLAZIONE STRADALE. Pedoni
In tema di circolazione stradale, il conducente di un veicolo è tenuto ad osservare in prossimità degli attraversamenti pedonali la massima prudenza e a mantenere una velocità particolarmente moderata, tale da consentire l'esercizio del diritto di precedenza, spettante in ogni caso al pedone che attraversi la carreggiata nella zona delle strisce zebrate, essendo al riguardo ininfluente che l'attraversamento avvenga sulle dette strisce o nelle vicinanze.
06/01/2021
Morte del minore senza cintura: responsabile il conducente
La Suprema Corte, sez. IV penale, con la sentenza del 17 settembre-24 novembre 2020, n. 32864 ha chiarito che l’obbligo del rispetto dell’adozione delle cautele, previste dalla legge (riguardanti il minore), da disporre ed attuare prima di mettere in marcia il veicolo, permane, in termini di vigilanza, anche nel corso del tragitto. Nello specifico, l’art. 172 C.d.S. prevede, per quanto attiene ai minori, che i bambini di statura inferiore a 1,50 m devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini, adeguato al loro peso, di tipo omologato secondo le normative stabilite dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, conformemente ai regolamenti della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite o alle equivalenti direttive comunitarie.
06/01/2021
Licenziamento dopo incidente: risarcimento comprende tutte le retribuzioni future perdute
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 9 dicembre 2020 n. 28071 ha stabilito che, se il danneggiato, a causa del fatto illecito (come un sinistro stradale) perde il lavoro, ha diritto al risarcimento per la perdita reddituale. Tale ristoro deve essere corrisposto integralmente e non in base alla percentuale di perdita della capacità di lavoro specifica. Viceversa, nel caso in cui la vittima abbia trovato un nuovo lavoro, il risarcimento sarà pari alla differenza tra le retribuzioni perdute e quelle conseguite.
01/12/2020
Processo in absentia: il giudice deve verificare l’effettiva instaurazione di un rapporto tra indagato e difensore d’ufficio
PROCESSO IN ABSENTIA: IL GIUDICE DEVE VERIFICARE L’EFFETTIVA INSTAURAZIONE DI UN RAPPORTO TRA INDAGATO E DIFENSORE D’UFFICIO
Con sentenza n. 33623/20, la Cassazione ricorda che ai fini della dichiarazione di assenza non può considerarsi presupposto idoneo la sola elezione di domicilio presso il difensore d’ufficio, da parte dell’indagato, dovendo il giudice, in ogni caso, verificare, anche in presenza di altri elementi, che vi sia stata l’effettiva instaurazione di un rapporto professionale tra il legale domiciliatario e l’indagato.
(Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza n. 33623/20; depositata il 27 novembre)
27/09/2020
Inviare foto hard a minore a mezzo whatsapp è violenza sessuale
Secondo La Cassazione (Sentenza 8 settembre 2020, n. 25266) integra una ipotesi di reato di violenza sessuale di cui all'articolo 609 bis cod.pen. la condotta di colui che invia foto hard ad un minore mediante WhatsApp anche senza contatto fisico.
27/09/2020
È estorsione la minaccia a terzi estranei al rapporto obbligatorio
La Corte di Cassazione con sua pronuncia n. 24617/2020 ha statuito che "Integra il reato di estorsione, e non quello di esercizio arbitrario con violenza o minaccia alle persone, la condotta di chi reclami la soddisfazione di un presunto diritto ponendo in essere condotte violente o minacciose in danno (anche) di soggetti terzi, estranei al rapporto obbligatorio dal quale scaturisce, nella prospettiva dell'agente, il diritto vantato.Risponde invece di esercizio arbitrario delle proprie ragioni chi agisce ad autotutela di un diritto, anche se non esistente, che potrebbe formare oggetto di azione giudiziale. Il criterio discretivo fra le fattispecie summenzionate consiste, non tanto nella materialità del fatto che può essere identica, quanto nell'elemento psicologico, atteso che nel reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni l'agente persegue un profitto nella convinzione ragionevole, anche se giuridicamente infondata, di attuare un suo diritto, cioè di avanzare personalmente e direttamente una pretesa che potrebbe formare oggetto di azione giudiziaria mentre nel reato di estorsione l'agente mira a conseguire un ingiusto profitto con la consapevolezza che quanto pretende non gli è dovuto.
27/09/2020
Dopo l'opposizione a decreto ingiuntivo l'onere dell'istanza di mediazione grava sul creditore
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza 18 settembre 2020, n. 19596 hanno statuito che "Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo relativo a controversie soggette a mediazione obbligatoria, una volta decise le istanze di concessione o sospensione della provvisoria esecuzione del decreto, l'onere di promuovere la procedura di mediazione grava sulla parte opposta; con la conseguenza che, ove essa non si attivi, alla pronuncia di improcedibilità dell'opposizione conseguirà la revoca del decreto ingiuntivo".
27/09/2020
Le Sezioni Unite: usura e interessi di mora
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con pronuncia n. 19597 del 18.9.2020 hanno statuito che,alla luce delle rationes legis sottese alla disciplina antiusura (quali la tutela del fruitore del finanziamento, la repressione della criminalità economica, la direzione del mercato creditizio e la stabilità del sistema bancario) ed in particolare dell’esigenza di piena tutela del soggetto debitore, il concetto di interesse usurario e la relativa disciplina repressiva non possano dirsi estranei all'interesse moratorio, così mostrando di abbracciare la tesi estensiva che vuole anche il tasso di mora assoggettato alla normativa antiusura.
02/07/2020
Giustizia, chiusa la fase d'emergenza
Con legge n. 70 del 25 giugno 2020, di conversione del decreto legge n. 28 del 30 aprile 2020, lo stato emergenziale che ha causato la paralisi del sistema giustizia giunge finalmente al termine.
A partire dal 1 luglio 2020, infatti, presso i Tribunali italiani sarà consentita la ripresa dell'attività giudiziaria nella sua totalità, nel rispetto delle normative anti contagio emanate dai Presidenti di Tribunale.
19/05/2020
No alla particolare tenuità del fatto per il dipendente pubblico che usi ripetutamente il telefono per fini personali
La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6550/2020, ha avuto modo di pronunciarsi in merito alla possibilità o meno di applicare la causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, ex art. 131 bis del c.p., nel caso in cui un dipendente pubblico si sia reso colpevole del reato di peculato, utilizzando ripetutamente il telefono della pubblica amministrazione per motivi estranei a quelli d'ufficio. La Corte ha ribadito che “la causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131 bis c.p., non può essere dichiarata in presenza di più gravi reati legati dal vincolo della continuazione, specie se consumati in un significativo arco temporale, in quanto anche il reato continuato configura un’ipotesi di “comportamento abituale”, ostativo del riconoscimento del beneficio” (cfr. Cass. Pen., n. 18192/2019).
19/05/2020
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29/04/2020
Spetta il risarcimento del danni ai nipoti per la morte della nonna dovuta a responsabilità medica
La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7743/2020, si è pronunciata in merito alla possibilità o meno, per i nipoti, di essere risarciti, iure proprio, del danno subito a causa della morte dei propri nonni, con specifico riguardo al caso in cui la loro morte sia avvenuta nell’ambito di un’ipotesi di responsabilità medica, riconoscendo tale diritto, dando continuità al recente indirizzo della Suprema Corte.
29/04/2020
Commette stalking chi assilla la propria ex con il pretesto di vedere il figlio
La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10904/2020, si è pronunciata in merito alla configurabilità del delitto di atti persecutori, cosiddetto stalking, di cui all’art. 612 bis del c.p., in capo a colui che perseguiti la propria ex ricorrendo alla scusa di voler esercitare il proprio ruolo di padre.
27/04/2020
Elezione di domicilio e stato di detenzione
Con sentenza n. 12778 del 2020, le Sezioni Unite hanno affermato i seguenti principi di diritto: «le notifiche all’imputato detenuto, anche qualora abbia dichiarato o eletto domicilio, vanno eseguite presso il luogo di detenzione, con le modalità di cui all’art. 156 c. 1 c.p.p., mediante consegna di copia alla persona. La notifica al detenuto eseguita presso il domicilio dichiarato o eletto dà luogo ad una nullità a regime intermedio, soggetta alla sanatoria prevista dall’art. 184 c.p.p.».
18/04/2020
Processo penale digitale, criticità operative.
Pubblichiamo la sintesi dell'intervento dell'Avv. Al Jundi a corredo dell'intervento al Convegno "l'Avvocatura alla prova dello smart working" dello scorso 16 aprile.
Con il d.l. c.d. Cura Italia n. 18 del 17.03.2020 il Governo ha introdotto, quanto alla giustizia penale, innovazioni che per quanto emergenziali hanno determinato gravi manomissioni degli istituti processualisino alla violazione di precetti costituzionali.
Con vigenza limitata al periodo 09.03.2020 – 15.04.2020 (poi prorogata sino all’11.05.2020 dal d.l. n. 23/2020), l’art. 83 d.l. 18/2020 ha previsto la celebrazione delle udienze delle persone detenute, internate o in stato di custodia cautelare mediante videoconferenze o con collegamenti da remoto, individuati e regolati con provvedimento del Direttore generale dei Sistemi informativi e automatizzati del Ministero della giustizia (D.G.S.I.), un’autorità amministrativa cui la legge ha attribuito poteri di intervento in materia di processo penale, con violazione del principio di legalità sancito dall’art. 111 Cost.
In sede di conversione del d.l. 18/2020 il Senato ha approvato i primi emendamenti al testo licenziato dal Governo, introducendo, all’art. 83, il comma 12 bis, il quale, andando addirittura oltre le (già negative) previsioni originarie, estende sino al 30.06.2020 il regime della partecipazione a distanza a qualunque udienza penale che non richieda la partecipazione di soggetti diversi dal pubblico ministero, dalle parti private e dai rispettivi difensori, dagli ausiliari di polizia giudiziaria, da interpreti, consulenti o periti, prevedendo che tali udienze possano essere tenute mediante collegamenti da remoto individuati e regolamentati con provvedimento del D.G.S.I. Come anticipato, di fronte ad un processo che si distinguerebbe appunto per la tecnologia impiegata, la norma di conversione sembra introdurre una norma processuale in bianco che sottrae alla legge la funzione di prestabilire le regole di gestione che dovrebbero presiedere alla sua trattazione per attribuirla nientemeno che ad un apparato amministrativo, in palese violazione di quanto disposto dall’art. 111 Cost., per cui la giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge.
Come formulata, la norma annulla al contrario l’immediatezza ed il principio del contraddittorio in ordine a capitoli importanti della prova. Ad eccezione, infatti, dell’escussione dei testimoni, la novella incomprensibilmente sembra autorizzare l’esame di periti, c.t., ausiliari di p.g., con tutta una serie di problematiche legate all’impossibilità di assicurare il rispetto delle regole processuali che disciplinano le procedure di assunzione dei mezzi di prova.
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Appare necessario, pertanto, porsi alcune domande di natura pratica sui possibili scenari che potrebbero prefigurarsi:
Chi attiverà il microfono nella postazione difensiva da remoto? L’Avvocato potrà intervenire quando lo riterrà opportuno o l’host della stanza virtuale gestirà l’interlocuzione? Cosa accadrà in caso di interruzione del collegamento? Sarà prevista la rinnovazione dell’atto laddove parzialmente deficitario per problemi di connessione?
Come sarà regolata la cross examination dei testi di p.g., dei consulenti e dei periti? Come potranno le parti essere certi delle genuinità della testimonianza? Si procederà a mere conferme delle relazioni scritte? Come sarà possibile sottoporre a tali testimoni documenti, fotografie?
Il difensore sarà gravato dalle responsabilità penali connesse all’onere di attestare l’identità del proprio assistito? (la norma prevede infatti che gli imputati, liberi o sottoposti a misura cautelare diversa dalla custodia carceraria dovranno intervenire dalla medesima postazione del difensore, mentre in caso di udienze di convalida dell’arresto o del fermo l’indagato e il difensore possono partecipare da remoto dal più vicino ufficio di p.g. attrezzato per al video
18/04/2020
Processo penale digitale? Il Garante della Privacy scrive al Governo
Pubblichiamo la lettera inviata ieri dal Garante della Privacy al Ministro della Giustizia, al quale vengono rivolti numerosi interrogativi sull'affidabilità delle piattaforme digitali individuate per la celebrazione delle udienze penali da remoto.
Illustre Ministro,
questa Autorità ha ricevuto, da parte dell’Unione Camere Penali, alcuni quesiti in ordine alle procedure adottate, da codesto Ministero, ai fini della celebrazione da remoto delle udienze penali, sulla base di quanto disposto dai decreti-legge nn. 11 e 18 del 2020.
In particolare, la nota in questione si interroga sulle caratteristiche delle piattaforme indicate dalla DGSIA ai predetti fini, nonché sull’opportunità della scelta di un fornitore del servizio in questione stabilito negli Usa e, come tale, soggetto tra l’altro all’applicazione delle norme del Cloud Act (che come noto attribuisce alle autorità statunitensi di contrasto un ampio potere acquisitivo di dati e informazioni). Il quesito in parola rappresenta anche l’esigenza di verificare la conformità, rispetto alla disciplina del d.lgs. n. 51 del 2018, dei trattamenti di dati personali realizzati mediante gli applicativi indicati, alla luce dei termini del servizio concordati tra Microsoft Corporation e il Suo Dicastero.
Ancora, i richiedenti si interrogano sulla tipologia di dati eventualmente memorizzati da Microsoft Corporation per finalità proprie, del servizio o commerciali; sui soggetti legittimati all’accesso ai metadati delle sessioni e, in particolare, sull’eventualità che Microsoft Corporation o un amministratore di sistema possa desumere, dai metadati nella sua disponibilità, alcuni dati “giudiziari” particolarmente delicati quali, ad esempio, la condizione di soggetto sottoposto alle indagini o di imputato, magari in vinculis.
Si tratta di temi sicuramente rilevantissimi e degni, pur nella condizione emergenziale che stiamo vivendo, della massima attenzione, al fine di coniugare esigenze di giustizia, tutela della salute e protezione dati.
Questa Autorità non è stata investita di alcuna richiesta di parere sulle norme emanate in merito, con decretazione d’urgenza, né sulle determinazioni della DGSIA in ordine alla scelta della piattaforma e dell’applicativo da indicare, ai fini della celebrazione da remoto del processo penale. I tempi contratti nei quali tali opzioni sono maturate hanno, verosimilmente, indotto ad omettere un passaggio – ritengo di evidenziare – tutt’altro che formale e che ha, invece, consentito sinora di realizzare un confronto sempre utile al fine di massimizzare la tutela dei vari beni giuridici in gioco, tra i quali appunto anche il diritto alla protezione dei dati personali.
Il d.lgs. n. 51 del 2018, infatti, nel disporre la piena applicabilità della disciplina di protezione dati, anche ai trattamenti di dati svolti nell’esercizio della funzione giurisdizionale – pur con tutte le modulazioni ivi previste (anche rispetto ai poteri del Garante, ex art. 37, comma 6) – ha sancito un principio rilevantissimo sul piano delle garanzie e dell’effettività dei diritti individuali. È bene che questo spirito riformatore e le potenzialità proprie di questa scelta legislativa non siano frustrati nella prassi della gestione ordinaria e che, pur in un contesto difficile quale quello che viviamo, non venga meno quella leale cooperazione istituzionale rivelatasi, senza eccezioni, estremamente proficua per tutti gli interessi giuridici in gioco.
Con questo spirito, Le chiedo pertanto ogni elemento ritenuto utile alla migliore comprensione delle caratteristiche dei trattamenti effettuati nel contesto della celebrazione, a distanza, del processo penale, ai fini dell’esercizio delle funzioni istituzionali attribuite a questa Autorità.
RingraziandoLa sin da ora per l’attenzione che vorrà riservare a questa nota, Le porgo i miei più cordiali saluti.
18/04/2020
Coltivazione di cannabis: le Sezioni Unite dirimono il contrasto
Con la sentenza delle Sezioni Unite, n. 12348/2020, depositata il 16 aprile, la Corte di cassazione dirime definitivamente il contrasto insorto sulla configurabilità della fattispecie di cui all'art. 73 d.p.r. 309/1990 nell'ipotesi di coltivazione di cannabis ad uso c.d. domestico.
Era stata rimessa alle Sezioni Unite la seguente questione di diritto: «se, ai fini della configurabilità del reato di coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, è sufficiente che la pianta, conforme al tipo botanico previsto, sia idonea, per grado di maturazione, a produrre sostanza per il consumo, non rilevando la qualità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, ovvero se è necessario verificare anche che l’attività sia concretamente idonea a ledere la salute pubblica ed a favorire la circolazione della droga alimentandone il mercato».
Le Sezioni Unite hanno affermato il seguente principio di diritto: «il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, essendo sufficienti la conformità della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine, anche per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e a produrre sostanza stupefacente; devono però ritenersi escluse, in quanto non riconducibili all’ambito di applicazione della norma penale, le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore».
11/04/2020
COVID - 19: interviene la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
A seguito del ricordo depositato d'urgenza dai legali di un detenuto presso il carcere di Vicenza, che lamentava il rigetto della richiesta di applicazione della detenzione domiciliare e l'incompatibilità della situazione carceraria con l'attuale emergenza epidemiologica, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha sollecitato il governo italiano a fornire precise risposte entro martedì 14 aprile ad una serie di quesiti che riguardano sia le specifiche condizioni in cui versa l'istituto penitenziario che, più in generale, le tempistiche di risposta della Magistratura di Sorveglianza alle istanze dei detenuti.
Riuscirà il governo a fornire riscontri efficaci? Nell'attesa, ecco le domande poste da Strasburgo all'esecutivo.
Qual è l’attuale situazione sanitaria nel carcere di Vicenza? Quali sono le attuali condizioni del richiedente? Quali misure preventive specifiche sono state prese per proteggere il richiedente e gli altri detenuti dal rischio di contrarre il Covid- 19 (inclusa l’ora d’aria, i pasti e altre situazioni di potenziale rischio)? Le autorità locali, in particolare il magistrato di Sorveglianza, hanno considerato l’eccezionale crisi sanitaria in atto legata al contagio Covid- 19? E hanno previsto misure alternative al carcere per il richiedente anche considerando l’entrata in vigore del Decreto Legge 18/ 2020 sulle misure in esso contenute? Nel contesto dell’attuale crisi sanitaria e delle richieste presentate formalmente dai vari detenuti, in quanto tempo medio il Tribunale di Sorveglianza di Venezia ha potuto comunicare la sua decisione in merito alle istanze, come quella del richiedente?
06/04/2020
COVID - 19: le linee guida della procura generale della cassazione
Al fine di fornire agli operatori del diritto, ed in particolare ai ministeri, il procuratore generale presso la corte di cassazione ha pubblicato le linee guida che devono orientare l’operato dei magistrati inquirenti nella formulazione delle richieste di applicazione delle misure cautelari. Tra le maggiori evidenze si segnalano:
- l’invito a richiedere la custodia carceraria solo laddove strettamente necessario, dopo aver altresì valutato la possibilità di applicare più misure cumulativamente;
- il largo utilizzo, ove possibile, del braccialetto elettronico;
- la sospensione delle procedure di notifica laddove le esigenze cautelari lo consentano;
- l’applicazione, in luogo della diffusa misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, dell’obbligo di dimora, per contenere i possibili effetti negativi derivanti dalla circolazione non solo per l’indagato ma altresì per i familiari che con esso convivano.
L’occasione potrebbe essere propizia per un primo passo verso un cambio di prospettiva.
06/04/2020
Intercettazioni: la riforma è legge
La legge n. 7 del 29 febbraio 2020 ha definitivamente approvato la nuova riforma delle intercettazioni di conversazioni e comunicazioni tra presenti. La disciplina contrae fortemente il diritto del difensore di conoscere il contenuto dei risultati delle intercettazioni, negando la possibilità di estrarre copia degli atti nella fase preliminare alla loro acquisizione al fascicolo delle indagini. Viene rafforzato lo strumento del captatore informatico, la cui utilizzabilità viene estesa non solo ai delitti di terrorismo e di criminalità organizzata, ma anche alla stragrande maggioranza dei reati contro la pubblica amministrazione. Viene inoltre attribuito, in modo forse inopportuno, al giudice dell’udienza preliminare il compito di procedere alla trascrizione Delle intercettazioni, che pertanto avverrà in una fase che esula dalla formazione della prova. Queste sono solo alcune delle principali criticità a prima vista la novella.
29/03/2020
Ricomprensione forfetaria delle spese straordinarie nell'assegno di mantenimento
Cass. Civ., Sez. 6 - 1, Ordinanza n. 1562 del 23/01/2020
Assegno di mantenimento - Spese straordinarie - Nozione - Ricomprensione forfettaria nell'assegno - Esclusione - Fondamento.
Con sua ordinanza n. 1562 del 23/01/2020, la Cass. VI sez. Civ ha stabilito che: In tema di mantenimento della prole, devono intendersi spese "straordinarie" quelle che, per la loro rilevanza, imprevedibilità e imponderabilità, esulano dall'ordinario regime di vita dei figli, cosicché la loro inclusione in via forfettaria nell'ammontare dell'assegno, posto a carico di uno dei genitori, può rivelarsi in contrasto con il principio di proporzionalità sancito dall'art. 155 c.c. e con quello dell'adeguatezza del mantenimento, nonché recare nocumento alla prole che potrebbe essere privata, non consentendolo le possibilità economiche del solo genitore beneficiario dell'assegno "cumulativo", di cure necessarie o di altri indispensabili apporti.
27/03/2020
Corte costituzionale: no alla retroattività della c.d. spazzacorrotti
Con la sentenza n. 32/2020 la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 1, comma 6, lett. b), l. n. 3/2019 (nota come legge spazzacorrotti) in quanto interpretato nel senso che le modificazioni introdotte all’articolo 4bis, comma 1, della legge 26 luglio 1975 n. 354 si applichino anche ai condannati che abbiano commesso il reato anteriormente all’entrata in vigore della legge n. 3 del 2019, in riferimento alle misure alternative alla detenzione previste dal titolo I, capo VI, della legge n. 354 del 1975, della liberazione condizionale prevista dagli articoli 176 e 177 del codice penale e del divieto di sospensione dell’ordine di esecuzione previsto dall’articolo 656, comma 9, lettera a), del codice di procedura penale.
27/03/2020
COVID 19 - Le misure carcerarie
Per fronteggiare l'emergenza epidemiologica scoppiata anche all'interno di numerosi istituti penitenziari italiani il legislatore ha esteso la disciplina dell'esecuzione della pena presso il domicilio previsto dalla l. 199/2010.
Infatti, l'art. 123 d.l. n. 18/2020 prevede che i condannati che la pena detentiva è eseguita, su istanza, presso l’abitazione del condannato o in altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza, ove non sia superiore a diciotto mesi, anche se costituente parte residua di maggior pena,salvo che la pena riguardi:
a) soggetti condannati per taluno dei delitti indicati dall’articolo 4bis della legge n. 354/1975 e successive modificazioni e dagli articoli 572 e 612bis del codice penale;
b) delinquenti abituali, professionali o per tendenza, ai sensi degli articoli 102, 105 e 108 del codice penale;
c) detenuti che sono sottoposti al regime di sorveglianza particolare, ai sensi dell’articolo 14bis della legge n. 354/1975, salvo che sia stato accolto il reclamo previsto dall’articolo 14ter della medesima legge;
d) detenuti che nell’ultimo anno siano stati sanzionati per le infrazioni disciplinari di cui all’articolo 77, comma 1, numeri 13, 14, 15, 18, 19, 20 e 21 del Dpr n. 230/2000;
e) detenuti nei cui confronti sia stato redatto rapporto disciplinare ai sensi dell’articolo 81, comma 1, del Dpr n. 230/2000, in quanto coinvolti nei disordini e nelle sommosse verificatesi negli istituti penitenziari dalla data del 7 marzo 2020 fino alla data di entrata in vigore del presente decreto;
f) detenuti privi di un domicilio effettivo e idoneo anche in funzione delle esigenze di tutela delle persone offese dal reato.
27/03/2020
COVID - 19 e depenalizzazione
Con l'entrata in vigore del d.l. n. 19 del 25.03.2020 il legislatore interviene operando un repentino cambio di rotta, che sancisce la depenalizzazione delle condotte commesse in violazione della normativa di settore in materia di contenimento dell'epidemia nota come COVID - 19 in favore dell'irrogazione di sanzioni amministrative.
Sancisce, infatti, l'art. 3 del predetto decreto che salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento di cui all’articolo 1, com- ma 2, individuate e applicate con i provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2, comma 1, ovvero dell’articolo 3, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000 e non si applicano le sanzioni contravvenzionali previste dall’articolo 650 del codice penale o da ogni altra disposizione di legge attri- butiva di poteri per ragioni di sanità, di cui all’articolo 3, comma 3. Se il mancato rispetto delle predette misure av- viene mediante l’utilizzo di un veicolo le sanzioni sono aumentate fino a un terzo.
Quanto ai profili di diritto intertemporale, il legislatore ha specificato che le disposizioni del presente articolo che sostituisco- no sanzioni penali con sanzioni amministrative si appli- cano anche alle violazioni commesse anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto, ma in tali casi le sanzioni amministrative sono applicate nella misu- ra minima ridotta alla metà. Si applicano in quanto com- patibili le disposizioni degli articoli 101 e 102 del decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 507.
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23/03/2020
Dentista negligente: responsabile se non dimostra di non aver danneggiato il paziente
La Corte di Cassazione con la sentenza 26 febbraio 2020, n. 5128 ha stabilito che in materia di responsabilità medica, laddove si tratti di un rapporto contrattuale, spetta al medico fornire la prova positiva dell’esatto adempimento ovvero, nel caso in cui sia acclarata la sua condotta negligente sotto il profilo dell’ars medica, grava sul sanitario l’onere di dimostrare di non aver aggravato le condizioni del paziente.
10/03/2020
Legittima la duplicazione della misura cautelare in caso di concorso tra bancarotta per distrazione e sottrazione fraudolenta alle imposte
La Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 9380/20 ha stabilito che "L’eventuale capienza dei beni di cui è stato disposto il sequestro in via diretta in relazione al reato di bancarotta fraudolenta, o comunque la loro idoneità a soddisfare il debito tributario, non impedisce di disporre anche il sequestro per equivalente dei beni dell’amministratore della società, stante l’attuale indisponibilità dei beni costituenti il profitto del reato derivante dalla apposizione del vincolo in relazione al reato di bancarotta, e la conseguente impossibilità di procedere in via diretta al sequestro del profitto del reato tributario".
10/03/2020
Casco protettivo: quello a “scodella”, in luogo dell’integrale omologato, impedisce il risarcimento
La Corte di Cassazione, sez. III Civile, con sua ordinanza n. 6161/20; depositata il 5 marzo collegio della III Sezione Civile della Corte di Cassazione,ha negato il risarcimento dei danni subìti da una donna, trasportata a bordo di un motoveicolo, a seguito della caduta dovuta ad un improvviso attraversamento di cani sulla carreggiata: la donna indossava un casco a “scodella” anziché il casco protettivo integrale omologato.
10/03/2020
Investimento di pedone, corresponsabilità del conducente e della vittima se entrambi tengono un comportamento imprudente
Secondo la Cassazione civile sez. III, 28/02/2020, n.5624: "deve essere confermata la decisione dei giudici del merito che nella specie hanno individuato una corresponsabilità tra conducente del veicolo e pedone investito. Da un lato sussisteva la condotta imprudente dell'uomo alla guida, che aveva tenuto una velocità eccessiva in un centro abitato e nonostante la segnaletica verticale riguardante il possibile passaggio di bambini; dall'altro, però, vi era l'azzardo compiuto dalla bambina, tenendo presente anche dell'assenza momentanea dell'attraversamento pedonale, cancellato per il rifacimento del manto stradale. La bambina, infatti, era sbucata all'improvviso ed aveva effettuato un subitaneo attraversamento della strada a una distanza così vicina all'auto che sopraggiungeva, che il conducente nulla aveva potuto fare per evitare l'urto".
10/03/2020
Nessuna responsabilità per il concedente se il locale non ottiene la licenza
Secondo la Cassazione civile sez. III, 03/03/2020, n.5968, il mancato rilascio di concessioni, autorizzazioni o licenze amministrative relative alla destinazione d'uso, non è di ostacolo alla valida costituzione del rapporto di locazione, quando il bene è stato comunque utilizzato dal conduttore secondo l'uso convenuto.
26/02/2020
La perseguibilità d'ufficio del reato di omesso versamento dell'assegno familiare
La Corte di legittimità, con Cass. Pen. sez. VI, sentenza n. 7277 del 24.02.2020, statuisce che il reato di omesso versamento dell'assegno periodico di mantenimento dei figli previsto dall'art. 570-bis c.p. si configura anche quando vi sia la violazione degli obblighi di natura patrimoniale stabiliti nei confronti dei figli minori nati da genitori non legati da vincolo matrimoniale, anche se i fatti sono stati commessi ante dlgs n. 21/2018, poiché vi è continuità normativa tra la fattispecie prevista dall'art. 570-bis c.p. e l'art. 3 l. n. 54/2016.
L'art. 570-bis c.p. assorbe le previsioni contenute nell'art. 12 sexies della l. n. 898/1970 e dell'art. 3 della l. n. 54/2006, senza incidere sul regime di procedibilità d'ufficio.
24/02/2020
Affidamento dei figli e modello monogenitoriale
La Corte di legittimità, con Cass. Civ. sez. I, sentenza n. 1191 del 21 gennaio 2020, statuisce che in materia di affidamento della prole non prevale il modello dell'affidamento condiviso, ma quello fondato sulla monogenitorialità.
24/02/2020
Il risarcimento nella misura del triplo della pensione sociale se il reddito è instabile
La S.C., con la sentenza n. 2463 del 4 febbraio 2020, ha statuito che il danno da riduzione della capacità di guadagno va liquidato nella misura del triplo della pensione sociale quando la misura del reddito comprovato dalle buste paga rende la situazione del danneggiato parificabile a quella di un disoccupato, trovando applicazione l'art. 1226 c.c. che impone al giudice di liquidare il danno con valutazione equitativa nei casi in cui non può essere provato nel suo preciso ammontare.
21/02/2020
Sul decorso del termine prescrizionale nel reato di usura
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 6380 del 18.02.2020, statuisce che ai fini della determinazione del termine ultimo per far decorrere la prescrizione del reato di usura previsto dall'art. 644 c.p., si produce la "riscossione" quando la percezione di somme o altre utilità da parte dell'agente e in dipendenza del rapporto usurario, sia la conseguenza di opportunità volontariamente offertegli alla vittima anche quando manca la collaborazione dell'usurato nel momento finale della realizzazione dell'interesse dell'usurario.
21/02/2020
Indipendenza economica dei figli maggiorenni e restituzione delle somme di mantenimento al padre
La Corte di legittimità, con ordinanza n. 3659 del 13 febbraio 2020 ha statuito che l'irripetibilità delle somme versate dal genitore obbligato nei confronti dell'ex coniuge è giustificata soltanto se gli importi riscossi hanno assunto una concreta funzione alimentare; quest'ultima deve ritenersi esclusa in caso di figli maggiorenni ormai economicamente indipendenti, in un periodo in cui era noto il rischio restitutorio.
20/02/2020
Risarcimento danni e ripetizione di indebito oggettivo da parte della compagnia assicurativa
Con l'ordinanza n. 3999 del 18 febbraio 2020, la Corte di legittimità stabilisce che laddove il giudice di secondo grado neghi l'operatività della polizza assicurativa invocata dal danneggiante, la compagnia assicurativa che abbia già versato al danneggiato la somma riconosciuta a titolo di risarcimento può agire per la ripetizione dell'indebito oggettivo nei confronti dell'assicurato.
14/02/2020
Danno differenziale e patologia preesistente
Con Cass. Civ. sentenza n. 514/2020 la S.C., applicando i principi espressi con le nuove sentenze di San Martino, statuisce che in presenza di una patologia preesistente (menomazione concorrente) che subisce un aggravamento a causa dell'errata od omessa diagnosi da parte del medico, la struttura ospedaliera risponde soltanto del danno differenziale derivante dalla percentuale di responsabilità relativa al peggioramento del malato e non per il danno complessivo.
13/02/2020
La particolare tenuità del fatto nella responsabilità dell'ente ex dlgs 231/2001
La Corte di legittimità, con Cass. Pen. sentenza n. 1420/2020, statuisce che nell'ambito della responsabilità dell'ente ai sensi del dlgs. 231/2001 non trova applicazione la causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). Ciò in considerazione della differenza fra responsabilità penale e amministrativa dell'ente per il fatto commesso da colui che riveste una posizione apicale o che risulta sottoposto all'altrui direzione. La S.C. aggiunge che la responsabilità in questione va considerata un tertium genus che coniuga i tratti dell’ordinamento penale e di quello amministrativo ed è responsabilità autonoma rispetto a quella penale della persona fisica che pone in essere il reato-presupposto. La colpa di organizzazione dell’ente fonda una colpevolezza autonoma di quest’ultimo, anche se connessa a quella della persona fisica e ciò non consente di escludere l’irrogazione della sanzione amministrativa a fronte dell’applicazione della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto nei confronti dell’agente.
13/02/2020
Prodotto difettoso e impossibilità di riparazione o sostituzione - il concorso tra la disciplina consumeristica e di diritto comune: il diritto al risarcimento del danno
Secondo una recente pronuncia della S.C. resa con Cass. civ. sent. n. 1082/2020, l'acquisto di un bene di consumo che presenta vizi la cui riparazione o sostituzione risulta impossibile perché onerosa, legittima la richiesta di risarcimento del danno per l'eliminazione dei vizi. L'attuale Codice del Consumo (dlgs. 206/2005) non prevede tale facoltà in capo al consumatore, senza escludere i diritti attribuiti da altre norme dell'ordinamento, quali le norme generali contenute nel Codice Civile. Ciò si pone in corretta sintonia con la normazione comunitaria, segnatamente la direttiva 44/1999, che ha inteso rafforzare la tutela del soggetto debole-consumatore.
06/02/2020
Le c.d. droghe leggere e l'aggravante di ingente quantità
Con la recente informazione provvisoria n. 1/2020 delle Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione, la giurisprudenza di legittimità fornisce risposta alla questione posta con l'ordinanza di rimessione n. 38635/2019 in materia di droghe leggere, rispondendo al quesito se la modifica del sistema tabellare in seguito al d.l. 20 marzo 2014 n. 36, convertito in l. 16 maggio 2014, n. 79, implichi una nuova verifica della sussistenza dei presupposti della circostanza aggravante della ingente quantità in considerazione dell'accresciuto tasso di modulazione normativa ovvero se mantengano validità i criteri basati sul rapporto tra quantità di principio attivo e valore massimo detenibile, in virtù della reintroduzione della nozione di quantità massima detenibile (Cass. Pen. SS. UU. sentenza 36258/2012).
La S.C., con l'informazione provvisoria indicata, ha statuito che rimangono validi i criteri di individuazione della soglia oltre la quale è configurabile l'aggravante della quantità ingente delle sostanze stupefacenti, fissata in kg. 2 di principio attivo con riferimento alle c.d. droghe leggere.
05/02/2020
Risarcimento del danno e detrazione dell'indennità di accompagnamento
La Cass. Civ., pronunciatasi con ordinanza n. 526 del 15.01.2020, ha statuito che in fase di liquidazione del danno patrimoniale vanno detratti tutti gli importi di provvidenze pubbliche, da intendersi quali indennità di accompagnamento o altri benefici riconosciuti dalla legislazione locale, in quanto la percezione di tali emolumenti elimina, seppur in parte, il danno, a nulla rilevando che l'indennizzo sia percepito in virtù di norme previdenziali.
29/01/2020
La notifica di atti processuali a mezzo posta privata
Secondo una recente pronuncia di legittimità resa con Cass. Civ. S.U., sentenza 299/2020, è da ritenersi nulla e non inesistente la notificazione di un atto giudiziario eseguita dall'operatore di posta privata sprovvisto del titolo abilitativo nel periodo ricompreso tra l'entrata in vigore della direttiva 2008/6/CE e la l. 124/2017. La sanatoria della nullità della notificazione di un atto giudiziario per raggiungimento dello scopo dovuto alla costituzione della parte nei confronti della quale era rivolta è irrilevante ai fini della tempestività del ricorso, a fronte della mancanza di data certa della consegna del ricorso all'operatore sprovvisto di poteri certificativi perché non in possesso del titolo abilitativo.
27/01/2020
Voltura catastale e accettazione tacita dell'eredità
Con decisione data da Cass. civ., sez.VI, ordinanza 1438/2020, la Corte di legittimità statuisce che la voltura catastale - atto la cui natura è sia fiscale che civile - di un immobile presente nell'asse ereditario costituisce accettazione tacita dell'eredità.
27/01/2020
Gli elementi identificatori dell'amministratore di fatto nel reato di bancarotta fraudolenta
Secondo una recente pronuncia della Corte di legittimità, resa con Cass. Pen. Sez. V sentenza 2714/2020, la figura dell'amministratore di fatto nel reato di bancarotta fraudolenta va individuata in relazione alle attività svolte in concreto, quali la partecipazione alla vita societaria, l'identificazione delle funzioni amministrative da parte di soggetti dipendenti e/o terzi e l'intervento avente ad oggetto le strategie imprenditoriali.
25/01/2020
Diritto di cronaca e onere di ricerca
In tema di diffamazione a mezzo stampa o di pubblicazione di articolo online alla fine di configurare la scriminante dell’esercizio del diritto di cronaca o critica non costituisce condotta idonea all’adempimento dell’onere di svolgere i dovuti accertamenti sulla veridicità dei fatti e l’attendibilità delle fonti informarsi soltanto via Internet mediante motori di ricerca e utilizzando dati di conoscenza provenienti da Wikipedia, poiché tali strumenti non garantiscono la reale completezza informativa funzionale all’operatività della scriminante putativa dell’esercizio del diritto di cronaca o di critica giornalistica.
Cass., Sez. V, 20.09.2019, n. 38896.
25/01/2020
Particolare tenuità del fatto e casellario giudiziale
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno affermato il principio di diritto per cui il provvedimento di archiviazione per particolare tenuità del fatto ex art. 131 bis c.p. deve essere iscritto nel casellario giudiziale, fermo restando che non ne deve essere fatta menzione nei certificati rilasciati a richiesta dell’interessato, del datore di lavoro e della pubblica amministrazione.
Cass., Sez. Un., 38954/2019
15/01/2020
Il consenso al trattamento terapeutico prestato mediante modulo che presenta delle aggiunte manoscritte costituisce informazione idonea
La Corte di Cassazione, Sez. III, con sentenza del 10.12.2019 n. 32124 statuisce che il modulo sottoscritto dal paziente lo stesso giorno dell'intervento non pregiudica la conclusione del corretto adempimento dell'obbligo del medico, quando il documento costituisce la sintesi di precedenti incontri e discussioni aventi ad oggetto patologie preesistenti, necessità dell'intervento e rischi connessi. Qualora il modulo presenti delle aggiunte scritte manualmente sono irrilevanti ulteriori rilievi aventi ad oggetto l'adeguatezza del consenso.
13/01/2020
Il giudizio prognostico sui genitori per l'affidamento esclusivo dei minori
La Cassazione civile sez. VI con sua ordinanza n. 28244 del 2019 ha stabilito che attraverso un giudizio prognostico viene individuato il genitore al quale affidare la prole in via esclusiva. Tale valutazione è ancorata a elementi concreti (capacità di accudire la prole) ivi compreso il ruolo svolto in passato.
13/01/2020
Lesioni di lieve entità da sinistro: risarcibili anche senza referti strumentali
La Corte di cassazione con sentenza 29 novembre 2019 n. 31072, ribadendo precedenti orientamenti ha confermato che: "Il danno permanente alla salute è provato anche in via presuntiva, se ricorrono indizi gravi, precisi e concordanti della sua esistenza e della genesi causale". La norma (art. 139 Cod. Ass.) subordina la risarcibilità delle lesioni di lieve entità ad un “accertamento medico legale”; tale espressione deve interpretarsi nel senso che il danno biologico permanente vada acclarato con l'applicazione rigorosa dei criteri insegnati dalla medicina legale, non limitati però ai soli referti di esami strumentali, ma ammettendo anche fonti di prova diverse, come le presunzioni (purché gravi, precise e concordanti).
13/01/2020
Responsabilità sanitaria, il nesso scatta solo col quadro nosologico completo
La Corte di cassazione civile con sua sentenza 8 gennaio 2020 n. 122 ha stabilito che "ai fini della responsabilità della struttura sanitaria, il ritardo nell'esecuzione del taglio cesareo può essere considerato causa esclusiva dei danni subiti dalla partoriente, soltanto all'esito di una valutazione complessiva delle condizioni della paziente all'ingresso nella struttura. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 122 di oggi, accogliendo, con rinvio, il ricorso dell'ospedale Fatebenefratelli di Roma e della assicurazione. La Corte di appello capitolina aveva invece condannato la Casa generalizia al risarcimento dei danni, nei confronti dei parenti stretti, per il ritardo con il quale due medici dipendenti, avevano eseguito il cesareo e la rimozione della placenta su di una gestante ricoverata con diagnosi di "sospetta preeclampsia" evoluta in Hellp Syndrome ed esitata in una emorragia cerebrale acuta che, dopo la nascita del feto, aveva determinato un "grave deficit neurologico" assimilabile a demenza completa fronto-parietale. In particolare, secondo la Ctu, i medici avrebbero atteso inutilmente «alcune ore nel tentativo di stabilizzazione dei valori della pressione arteriosa, sebbene la evoluzione della patologia imponesse un immediato intervento chirurgico".La Cassazione è intervenuta in tema di responsabilità sanitaria statuendo, con questa recente sentenza, che: “Ai fini della responsabilità della struttura sanitaria, il ritardo nell'esecuzione del taglio cesareo può essere considerato causa esclusiva dei danni subiti dalla partoriente, soltanto all'esito di una valutazione complessiva delle condizioni della paziente all'ingresso nella struttura. Lo ha stabilito la Suprema corte citata accogliendo il ricorso dell'ospedale Fatebenefratelli di Roma e della assicurazione. La Corte di appello capitolina aveva invece condannato la Casa generalizia al risarcimento dei danni, nei confronti dei parenti stretti, per il ritardo con il quale due medici dipendenti, avevano eseguito il cesareo e la rimozione della placenta su di una gestante ricoverata con diagnosi di "sospetta preeclampsia" evoluta in Hellp Syndrome ed esitata in una emorragia cerebrale acuta che, dopo la nascita del feto, aveva determinato un "grave deficit neurologico" assimilabile a demenza completa fronto-parietale. In particolare, secondo la Ctu, i medici avrebbero atteso inutilmente «alcune ore nel tentativo di stabilizzazione dei valori della pressione arteriosa, sebbene la evoluzione della patologia imponesse un immediato intervento chirurgico». Un ragionamento che non convince però la Terza Sezione civile secondo cui la decisione «attribuisce rilevanza causale al ritardo, quale fatto determinativo del deficit neurologico, omettendo tuttavia qualsiasi valutazione della incidenza causale delle pregresse gravi condizioni di salute della paziente, rilevate peraltro dal medesimo CTU». Si deve infatti considerare, prosegue la decisione, che «il principio di prevalenza probabilistica - ovvero "del più probabile che non" - deve essere applicato con apprezzamento non isolato, bensì complessivo ed organico di tutti i singoli elementi indiziari o presuntivi a disposizione, atteso che il criterio di preponderanza probabilistica implica la esclusione di circostanze alternative incompatibili con quella che si intende riconoscere come fattore causale esclusivo dell'evento dannoso». Mentre nel caso specifico «non viene in alcun modo risolto il dubbio della esistenza di una "causa naturale esclusiva incompatibile" od invece "concorrente con il ritardato intervento chirurgico". Se infatti il quadro nosologico era «ampiamente già compromesso ed i danni neurologici verificatisi successivamente al parto, dovevano ascriversi in via esclusiva alla inevitabile evoluzione della patologia che aveva il suo fattore genetico nella lesione, già iniziata, con il sanguinamento (stillicidio) cerebrale prima della esecuzione del trattamento chirurgico (taglio cesareo), e s
13/01/2020
Cassazione: reato paesaggistico se l'illecito è all'interno dell'immobile
La Corte di cassazione - Sezione III penale - con sua sentenza del 9 gennaio 2020 n. 370 ha stabilito che sussiste reato paesaggistico anche quando il bene non ha subito modifiche estetiche ma interventi sulla cubatura. La Cassazione penale ha precisato che rientrano nella nozione di abuso al paesaggio anche tutte quelle opere non autorizzate eseguite all'interno dell'edificio, in quanto anche in questo caso si determina un'alterazione dell'originario assetto dei luoghi di valutazione in sede penale.
04/01/2020
Attività illecite - Dimostrazione della natura drogante della sostanza - Perizia - Necessità - Esclusione. (Dpr 9 ottobre 1990 n. 309, articolo 73; Cpp, articoli 187 e seguenti) In tema di reati concernenti gli stupefacenti, per stabilire l’effettiva natu
In tema di reati concernenti gli stupefacenti, per stabilire l’effettiva natura di una sostanza non è necessaria l’effettuazione di una perizia tossicologica, essendo sufficienti altri mezzi di prova, quali le dichiarazioni testimoniali o confessorie e le risultanze degli accertamenti di polizia o di altri indizi gravi, specifici e concordanti: il giudice, infatti, può attingere la conoscenza della qualità e quantità del principio attivo di una sostanza drogante dalle diverse fonti di prova acquisite agli atti (ciò che nella specie risultava essere stato motivatamente fatto alla luce degli elementi emersi, indicativi dell’effetto drogante della sostanza sequestrata: gli acquirenti avevano riferito che il prevenuto era il loro abituale fornitore di cocaina e le caratteristiche tipiche della sostanza sono state accertate dai militari operanti).
04/01/2020
Utilizzazione in altri procedimenti dei risultati delle intercettazione ( art. 270 c.p.p.)
Le Sezioni Unite, con sentenza n. 51/2020, hanno affermato il seguente principio di diritto: «il divieto di cui all’art. 270 cod. proc. pen. di utilizzazione dei risultati di intercettazioni di conversazioni in procedimenti diversi da quelli per i quali siano state autorizzate le intercettazioni – salvo che risultino indispensabili per l’accertamento di delitti per i quali è obbligatorio l’arresto in flagranza – non opera con riferimento ai risultati relativi a reati che risultino connessi ex art. 12 cod. proc. pen. a quelli in relazione ai quali l’autorizzazione era stata ab origine disposta, sempreché rientrino nei limiti di ammissibilità previsti dalla legge».
09/12/2019
Separazione e divorzio: no all'assegno determinato quale percentuale del reddito dell'altro coniuge
Con sentenza Cass. Civ. 9.8.2019 n. 21234 la Suprema Corte ha stabilito che anche se l'assegno di divorzio può essere stabilito per finalità compensative (per avere la moglie rinunciato alla sua attività professionale per dedicarsi alal famiglia), deve tuttavia escludersi che la quantificazione dell'assegno possa consistere in una percentuale dei redditi del coniuge più abbiente, dovendo invece parametrarsi al contributo comune e dell'altro coiniuge e alel esigenze di vita dignitosa del coniuge richiedente.
09/12/2019
Sicurezza sul lavoro: "interesse" e "vantaggio" in caso di responsabilità amministrativa dell'Ente
La Suprema Corte di Cass. sez. IV penale, con sentenza 24.9./28.10 del 2019 n. 43656 ha statuito che in caso di responsabilità amministrativa degli enti per reati colposi in caso di violazione di norme antinfortunistiche (art. 25-septies D.Lgs 231-2001) sussiste l'"interesse" dell'ente nel caso in cui l'omessa predisposizione dei sistemi di sicurezza determini un risparmio di spesa, mentr esi configura il requisito del vantaggio qualora la mancata osservanza della normativa cautelare consenta un aumento della produttività o anche solo una riduzione dei tempi di lavorazione.
06/12/2019
La Cassazione, aderendo ad un indirizzo minoritario, ha chiarito quando l'Assicurazione deve pagare oltre il massimale
La Suprema Corte, con la sentenza dell’8 novembre 2019, n. 28811, chiarisce molteplici aspetti in materia di assicurazione della responsabilità civile e pagamento dell’indennizzo oltre il massimale. In particolare, ricorda come l’assicuratore sia tenuto ad indennizzare oltre il limite pattuito (massimale) in caso di mala gestio e mora; precisa le differenze tra i due istituti e si sofferma sul ritardo nell’adempimento dell’obbligazione indennitaria. Sottolinea come l’obbligo dell’assicuratore di indennizzare l’assicurato sorga nel momento di avveramento del rischio, ossia quando l’assicurato cagioni un danno a terzi. Gli effetti della mora non si producono contestualmente alla nascita del debito, ma occorre che sia decorso un congruo termine (entro cui si possa accertare la sussistenza della responsabilità dell'assicurato e liquidare il danno) e che vi sia stata una formale costituzione in mora. Una volta che l’assicuratore sia in mora, deve indennizzare oltre il massimale, nel caso in cui questo fosse capiente al momento del sinistro e incapiente al tempo del pagamento dell’indennizzo. Infatti, il limite del massimale riguarda il fatto dell’assicurato, mentre il ritardo è un fatto proprio dell’assicuratore. Infine, nel caso di mora, la rivalutazione monetaria e gli interessi moratori non possono cumularsi. Infatti, la rivalutazione rappresenta un “maggior danno” (art. 1224 c. 2 c.c.) che va provato ed allegato ed è alternativo al pagamento degli interessi.
28/11/2019
Anche lo specializzando risponde per malpractice medica
La Suprema Corte di Cassazione, sez. III Civile, con la sentenza 4 luglio - 17 ottobre 2019, n. 26311 ha stabilito che il medico specializzando non è presente in struttura per la sola formazione professionale, né la sua è una mera presenza passiva; si tratta pur sempre di un laureato in medicina e chirurgia, dotato di un’autonomia che, seppur vincolata al rispetto delle direttive impartite dal tutore, lo espone a responsabilità per gli atti compiuti. Ne consegue che se lo specializzando è chiamato a compiere un’attività che non è (o ritiene di non essere) in grado di realizzare deve rifiutarsi di eseguirla, andando altrimenti incontro a responsabilità in termini di colpa per assunzione.
28/11/2019
Danno non patrimoniale: il rinvio agli artt. 138 e 139 CdA (richiamato dal DL Balduzzi) è applicabile ai giudizi pendenti
La Suprema Corte con sentenza 11.11.2019 n. 28990 ha stabilito che: "L’art. 3, comma 3, d.l. n. 158/2012, conv. con modificazioni nella l. n. 189/2012 (c.d. legge Balduzzi) che in tema di responsabilità medica prevede l’applicazione del criterio di liquidazione equitativa del danno non patrimoniale secondo le Tabelle elaborate in base agli artt. 138 e 139 cod. ass. (criteri di liquidazione del danno non patrimoniale confermati anche dalla successiva l. n. 24/2017, c.d. legge Gelli-Bianco), trova diretta applicazione in tutti i casi in cui il giudice sia chiamato a fare applicazione, in pendenza del giudizio, del criterio di liquidazione equitativa del danno non patrimoniale, con il solo limite della formazione del giudicato interno sul quantum".
25/11/2019
E' onere dell'Assicurazione allegare e provare il limite del massimale: diversamente risponde al di sopra di tale limite
La Suprema Corte, con l'ordinanza n. 26813/2019, conferma l’indirizzo giurisprudenziale secondo cui il massimale nell’assicurazione della responsabilità civile non costituisce un elemento essenziale del contratto, che può stipularsi anche senza la pattuizione di esso. Infatti, l’elemento costitutivo della pretesa dell’assicurato è l’avverarsi di un sinistro con le caratteristiche descritte nel contratto. Infine, è sempre onere dell’assicuratore provare l’esistenza e l’ammontare del massimale e tale allegazione va effettuata nel rispetto dei limiti processuali dettati dagli artt. 167, 183 c.p.c. Pertanto, se l’assicuratore non provvede in tal senso tempestivamente, la domanda di garanzia proposta dall’assicurato va accolta comunque, a prescindere da qualsiasi limite di massimale.
25/11/2019
Il risarcimento del danno è dovuto per morte del paziente anche se il medico è prosciolto
Secondo la Suprema Corte (Cass. Civ. n. 22520/2019)il giudizio di rinvio (al giudice civile), conseguente all’annullamento della sentenza penale, in relazione ai capi civili, è un giudizio autonomo, in cui il giudicante è svincolato dal rispetto delle regole penalistiche (dall’accertamento dell’elemento soggettivo al nesso causale) e non deve uniformarsi al principio di diritto (art. 384 c.p.c.) enunciato dal giudice di legittimità penale nella sentenza di annullamento.
04/11/2019
Regresso della clinica nei confronti del sanitario: onere della prova
La Cass.Civ. con ordinanza 27.9.2019 n. 24167 ha stabilito che "grava sul soggetto che agisce in regresso l'onere di dimostrare che la responsabilità del fatto dannoso sia ascrivibile, in via esclusiva, all'altro coobligato in solido".Viceversa non si può pretendere dal medico la dimostrazione della sussistenza di profili di responsabilità in capo alla clinica. del resto, la ripartizione dell'onere probatorio in questi termini risponde alle regole generali in materia di esercizio dell'azione di regresso.
04/11/2019
Assegno divorzile: lo squilibrio economico non è elemento decisivo
Con l’ordinanza n. 24934 del 7 ottobre 2019 la Corte di Cassazione ha ribadito la natura assistenziale dell’assegno divorzile di cui all'articolo 5 della L. 1° dicembre 1970, n 898, escludendone la funzione riequilibratrice dei redditi dei coniugi, in quanto collegata al principio, ormai superato, del tenore di vita goduto.
03/11/2019
Il C.N.F. illustra le novità in materia di difesa d’ufficio.
Il 27 ottobre 2019 è entrato in vigore il nuovo Regolamento in materia di difesa d’ufficio pubblicato dal Consiglio Nazionale Forense. Tra le principali novità, il rinnovo della piattaforma digitale e soprattutto l’abrogazione dell’obbligo di essere iscritto all’elenco unico nazionale per poter esercitare attività in sostituzione.
Scarica la relazione illustrativa!
09/10/2019
Richiesta di archiviazione del procedimento penale e poteri del GIP
La Corte di Cassazione, sez. II Penale, sua sentenza n. 41104/19; depositata il 7 ottobre, ha così statuito: il provvedimento con cui il GIP dispone l’archiviazione del procedimento penale per una causa diversa rispetto a quella indicata dal Pubblico Ministero non è affetto da abnormità. Infatti, il potere di controllo completo sulle indagini svolte dal Pubblico Ministero rientra tra quelli attribuiti al giudice che, investito della richiesta di archiviazione, deve valutare tutti i requisiti funzionali all’accoglimento della stessa.
09/10/2019
La domanda di invalidità civile è sufficiente per poter chiedere l’indennità di accompagnamento
La Corte di Cassazione, sez. Lavoro, con ordinanza n. 24896/19; depositata il 4 ottobre 2019 ha statuito come segue:In caso di presentazione della domanda di invalidità civile, con allegata certificazione medica attestante la natura dell’infermità, deve ritenersi soddisfatto il requisito ai fini della proponibilità della domanda volta ad ottenere l'indennità di accompagnamento.
09/10/2019
Eccesso di velocità: anche il sistema tutor va sottoposto alle verifiche periodiche di affidabilità
La Cassazione civile sez. VI, 03/10/2019, n.24757 ha così statuito: Alla stregua della pronuncia di incostituzionalità dell'art. 45 C.d.S., comma 6, "nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell'accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura" (Corte Cost. 113/15), deve ritenersi che il citato art. 45 C.d.S., comma 6, come integrato dalla pronuncia della Corte costituzionale, prescriva la verifica periodica della funzionalità di tutte le apparecchiature di misurazione della velocità e la loro taratura. Qualora venga contestata l'affidabilità dell'apparecchio di misurazione della velocità, pertanto, il giudice è tenuto ad accertare se l'apparecchio sia stato o meno sottoposto alle suddette verifiche di funzionalità e taratura. Detto principio opera anche in relazione ai rilevamenti effettuati a mezzo del sistema di accertamento "SICVe" - Sistema Informativo Controllo Velocità, comunemente detto "tutor", il quale rientra tra i dispositivi o mezzi tecnici di controllo del traffico, finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni di cui agli artt. 142 e 148 C.d.S.
27/09/2019
L’onere della prova nella guida in stato di ebbrezza
In tema di guida in stato di ebbrezza, se l’etilometro non è stato sottoposto alla revisione periodica, le misurazioni effettuate non sono valide. Non è poi la difesa a dover dimostrare eventuali malfunzionamenti dell’apparecchio, ma è il pubblico ministero che dovrà fornire la dimostrazione del regolare funzionamento dell’apparecchio e dello svolgimento delle dovute verifiche dello stesso. Ad affermarlo è la Cassazione che ribalta così l’orientamento consolidato della giurisprudenza che ha fino a oggi privilegiato la tutela della sicurezza stradale sull’interesse dell’imputato in tema di autovelox ed etilometri dei quali spesso le amministrazioni non sono grado di dimostrare l’aggiornata taratura della funzionalità. Per la Suprema corte, pertanto, deve essere la pubblica accusa a fornire la prova del regolare funzionamento dell’etilometro, quando l’alcol test è positivo.
Corte di cassazione - Sezione IV - Sentenza 19 settembre 2019
n. 38618
27/09/2019
Le facoltà difensive all’interno del carcere
Al difensore non è concesso accesso al carcere per il colloquio con l’introduzione e l’ausilio di strumenti informatici se non ne motiva l’utilità ai fini della difesa effettiva e in assenza di altri motivi. Ai fini dell’ammissibilità è necessario dimostrare l’impossibilità di utilizzare mezzi alternativi all’uso di un pc portatile. Ad affermarlo è la Cassazione che mette al centro le motivazioni addotte dal legale, che chiede di poter introdurre in carcere lo strumento informatico, a sostegno delle esigenze di una piena difesa della persona sottoposta alla misura restrittiva della libertà. Nella specie i giudici non hanno accolto il ricorso in quanto l’avvocato sosteneva di aver diritto a portare con sé il computer anche al fine di evitare la disparità di mercato ezzi e strumentazione tra difesa e accusa.
Corte di cassazione - Sezione III penale - Sentenza 18 settembre 2019
n. 38609
07/08/2019
Il pedone anche se imprudente ha sempre ragione
Con Sentenza n.34406 dell'8 maggio 2019, depositata dalla IV Sezione penale il 29 luglioè stato statuito che "In tema di omicidio stradale, ciò che deve essere valutato nel caso concreto è la ragionevole prevedibilità della condotta della vittima e la possibilità di porre in essere le manovre di emergenza necessarie ad evitare l'evento, qualora il pericolo temuto si concretizzi a causa del comportamento imprudente altrui o della violazione delle norme di circolazione da parte della vittima". Con la conseguenza che il pedone anche se imprudente ha sempre ragione.
10/07/2019
Buca sul manto stradale: nessun risarcimento se dissesto è noto
La condotta del danneggiato integra il caso fortuito e, quindi, interrompe il nesso causale tra la cosa custodita (la strada dissestata) e l’evento di danno (la caduta), quando il soggetto sia a conoscenza della situazione di grave dissesto della via e, nonostante ciò, tenga una condotta imprudente. Pertanto, il Comune, titolare della strada ammalorata, non risponde per la caduta del danneggiato, cagionata dalla buca, quando le pessime condizioni del manto stradale sono immediatamente percepibili da chiunque, a fortiori da chi conosce il luogo.
Così ha deciso la Corte di Cassazione con la sentenza 7 maggio - 28 giugno 2019, n. 17443 ribadendo la propria costante giurisprudenza in materia di responsabilità per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.).
10/07/2019
Rivalsa INAIL e danno differenziale
La Cassazione con sua sentenza n. 8580/2019 ha precisato che la detrazione va fatta per poste omogenee se l'infortunio è denunciato prima del 1° gennaio 2019. Con le modifiche apportate agli artt. 10 e 11 D.P.R. 1164/1965 dall’art. 1, co. 1126 della richiamata Legge, il legislatore nazionale ha, in sostanza, modificato le voci da prendere in esame per determinare quanto dovuto al lavoratore infortunato a titolo di somma maggiore dell’indennità liquidata dall’Istituto, imponendo ai fini del calcolo del danno differenziale l’adozione di un criterio di scomputo per sommatoria, con conseguente diritto di regresso dell’Inail delle “somme a qualsiasi titolo pagate”, in netta contrapposizione con quanto previsto dal previgente sistema di calcolo, secondo il quale il danno differenziale doveva essere calcolato, coerentemente alla struttura bipolare del danno conseguenza, secondo poste omogenee, cioè detraendo, dalle singole componenti di danno civilistico (danno biologico e danno patrimoniale) distintamente le indennità erogate dall’Inail per ciascuno dei detti pregiudizi.
L’entrata in vigore della legge di stabilità (dell’art. 1 co. 1126 Legge n. 145/2018, modificativa degli art. 10 e 11 D.P.R. 1164/1965), a decorrere dal 1° gennaio 2019 ha posto problemi di diritto transitorio, ovvero di applicabilità delle norme, e dei nuovi criteri di calcolo con esse introdotti, ai giudizi pendenti ma non ancora definiti a tale data e aventi ad oggetto infortuni, o malattie professionali, denunciate prima della sua entrata in vigore, a cui ha dato una prima risposta, di segno negativo, la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 8580 del 27 marzo 2019.
19/06/2019
appropriazione indebita
Integra il delitto di appropriazione indebita la condotta del mediatore di una compravendita immobiliare che, nonostante la mancata accettazione della proposta di acquisto, trattenga la somma di denaro consegnatagli dal proponente a garanzia della provvigione, spettante nel solo caso di conclusione dell'affare, perché tale condotta viola la specifica destinazione di scopo che alla somma hanno dato le parti.
(Cass.pen., sez.II, 18 dicembre 2018, n.56935)
19/06/2019
I presupposti dell'evasione
Integra il reato di evasione la condotta di volontario allontanamento dal luogo di restrizione domiciliare e di presentazione presso la stazione dei Carabinieri ancorché per chiedere di essere ricondotto in carcere, in quanto il dolo generico del reato richiede la mera consapevolezza e volontà di allontanarsi dal domicilio.
(Cass. pen., sez. VI, 21 novembre 2018, n.52496).
10/06/2019
La scriminante della reazione ad atti arbitrati può esser putativa nella resistenza a pubblico ufficiale
La Corte di Cassazione sez. VI Penale, con sua sentenza 29 gennaio 2019, n. 4457 ha statuito che: "la resistenza al pubblico ufficiale e persino le lesioni provocate ad un'agente non costituiscono reato se sono il risultato di una reazione ad un atto percepito come arbitrario". La Cassazione con un'argomentata sentenza, applica la scriminante, in forma putativa prevista dall'articolo 393-bis sulle cause di non punibilità, che scattano quando un pubblico ufficiale va oltre le sue prerogative. E lo fa anche se la convinzione di dover reagire ad un sopruso potrebbe essere, come nel caso esaminato, frutto di un'errata percezione del fatto.
31/05/2019
Spese di trasporto per il ripristino della conformità di un bene acquistato a distanza: il venditore non è obbligato ad anticiparle
La Corte di Giustizia UE, Prima Sezione, con sua sentenza resa alla causa C-52/18 del 23 maggio 2019 ha affermato che, nel caso in cui un consumatore, il quale acquista un bene a distanza, riceva il prodotto comprato e si accorga che quest'ultimo è recante un difetto di conformità, viene assolutamente tutelato nel ripristino della conformità del bene ai sensi dell'art. 3, par. 3, comma 1, della direttiva 1999/44/CE, ma non ha il diritto di chiedere di anticipare le spese di trasporto al venditore, a meno che esse non costituiscano per sé stesso un'onere tanto grande da dissuaderlo dal far valere i suoi diritti.
Dunque il venditore è obbligato a ripristinare la conformità del bene venduto, tuttavia non è tenuto ad anticipare le spese di trasporto di quest'ultimo, dal momento che è stato preso in considerazione il fatto che, qualora il prodotto non avesse difetti di conformità, il venditore non avendo alcuna colpa sarebbe però poi costretto a sobbarcarsi il costo del trasporto.
29/05/2019
Evasione: se ci si costituisce non si ha diritto ad attenuanti
La Corte di Cassazione Penale, Sez. VI, con sua sentenza del 27 maggio 2019 n. 23228/19 ha stabilito che il reato di evasione è da integrarsi con la condotta di volontario allontanamento dal luogo di reclusione anche se è seguito dalla consegna all'ente incaricato per la sorveglianza.
Pertanto se si evade per esempio dal proprio luogo di restrizione domiciliare, e successivamente si va a costituirsi dalle forze dell'ordine, non si ha diritto ad un attenuante alla pena che si avrà comminata per evasione.
27/05/2019
Pause tra episodi di maltrattamento non ne escludono l'abitualità
La Corte di Cassazione Penale, Sez. VI, con sua sentenza del 06/05/2019 n° 19776 ha stabilito che il reato di maltrattamento, verificatosi sia attraverso condotte delittuose (percosse, lesioni, ecc.), sia attraverso azioni che ledano la dignità della persona che le subisce portandola a sofferenze psicologiche e morali, sussiste anche nel caso in cui i sopracitati atti non siano le uniche modalità di relazione con la vittima, ma avvengano in maniera incostante nel tempo e siano degli eventi circoscritti anche in un periodo che si può estendere fino a 3 anni e intervallati da modalità di relazione con la vittima prive del carattere aggressivo e di maltrattamento presentatosi nelle condotte precedentemente elencate.
Perciò, il fatto che degli atti di maltrattamento isolati vengano reiterati in un lasso di tempo molto ampio con pause tra l'uno e l'altro, non esclude necessariamente la presenza dell'abitualità.
27/05/2019
Cessazione dell'obbligo di corresponsione dell'assegno divorzile
La Corte di Cassazione Civile, Sez. I, con sua sentenza del 05.03.2019 n. 6386 ha stabilito, anche in base a quanto previsto dall'art. 9 della L. n. 898/1970, ossia il fatto che le sentenze di divorzio siano passibili di modifica per quanto concerne i rapporti o l'affidamento dei figli in seguito al verificarsi di fatti nuovi, che, se sopravviene un peggioramento delle condizioni economiche dell'ex coniuge impegnato nel pagamento dell'assegno divorzile, e allo stesso tempo l'ex coniuge beneficiario presenta la capacità di autosufficienza economica, è legittimata la revisione delle condizioni economiche tra gli ex coniugi, e quindi la possibilità di cessazione dell'obbligo di corresponsione del contributo divorzile da parte dell'ex coniuge tenuto al suo versamento.
06/05/2019
La sottrazione del telefono cellulare per gelosia può integrare il dolo del furto
Con una decisione se non altro singolare, la Corte di Cassazione ha stabilito che sussiste il dolo specifico del fine di profitto - ed ha quindi rigettato il ricorso dell’imputato, condannato per delitto di furto - nella condotta del soggetto il quale, sottraendo la borsa alla fidanzata per estrarre il telefono cellulare e leggerne i messaggi, si mosso da esclusivi motivi di gelosia.
Il fine di profitto, chiarisce la S.C., non richiede necessariamente ed esclusivamente la volontà di realizzare un vantaggio economico, ma può consistere anche nel soddisfacimento di un bisogno psichico e rispondere ad una finalità di dispetto, ritorsione o vendetta.
Cass., Sez. IV, 04.02.2019, n. 5467.
06/05/2019
Il commercio di infiorescenze di cannabis tra liceità ed ipotesi delittuosa
A seguito dell’entrata in vigore della l. 242/2016, “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” la Corte di cassazione si è trovata a dirimere, in senso positivo, la questione relativa alla liceità o meno del commercio delle infiorescenze di canapa c.d. sativa.
Evidenziando la liceità dell’operato del coltivatore qualora la percentuale di THC non sia superiore alla soglia dello 0,6%, la Suprema Corte ha sancito che non costituisce illecito anche la successiva commercializzazione del prodotto derivante dalla coltivazione, costituendo - la vendita - naturale corollario della precedente attività di coltura.
Cass., Sez. VI, 31.01.2019, n. 4920.
04/05/2019
Legge 33/2019: nuove disposizioni in tema di giudizio abbreviato
Con l’entrata in vigore della legge n. 33/2019 troveranno applicazione, per i soli fatti commessi successivamente all’introduzione della novella, le nuove norme in materia di accesso al giudizio abbreviato.
Tra tutte segnaliamo l’introduzione del comma 1 bis all’art. 438 c.p.p., che rende precluso l’accesso al rito per i reati puniti con la pena dell’ergastoolo.
I primi commentatori hanno evidenziato le inevitabili - e negative - ricadute pratiche sull’organizzazione degli Uffici Giudiziari, che vedranno moltiplicarsi a dismisura i dibattimenti dinanzi le Corti d’Assise e le Corti d’Assise d’Appello.
Inoltre, sempre destinato a diminuire l’apporto dei collaboratori di giustizia i quali, vedendosi impedito l’accesso al rito nelle ipotesi di imputazioni punite con la pena dell’ergastolo, saranno meno incentivati a rilasciare dichiarazioni auto od etero accusatorie, in assenza dei correlati benefici premiali legati alla riduzione della pena.
26/04/2019
Legge c.d. spazzacorrotti: sollevata questione di legittimità costituzionale
La l. n. 3/2019, c.d. spazzacorrotti, di recente introduzione, sarà già sottoposta al vaglio della Corte costituzionale.
Il Tribunale di Sorveglianza di Venezia, infatti, ha rimesso la questione di legittimità alla Consulta dell'art. 1, comma 6, lett. b), l. 3/19 nella parte in cui, modificando l'art. 4 bis Ord. Penit., vieta l'applicazione delle misure alternative alla detenzione per i soggetti condannati per i delitti contro la pubblica amministrazione.
Si lamentano la violazione dei principi costituzionali di irretroattività della legge penale più sfavorevole, di affidamento e di rieducazione della pena.
17/04/2019
I rapporti tra procedimento penale e procedimento disciplinare
Agli effetti della prescrizione dell’azione disciplinare di cui all’art. 51 R.D.L. n. 1578/1933 (ratione temporis applicabile), occorre distinguere il caso in cui il procedimento disciplinare tragga origine da fatti punibili solo in tale sede, in quanto violino esclusivamente i doveri di probità, correttezza e dirittura professionale, dal caso in cui il procedimento disciplinare (che ai sensi dell’art. 44, co. 1, del citato R.D.L. è obbligatorio) abbia luogo per i fatti costituenti anche reato e per i quali sia stata iniziata l’azione penale. Pertanto, mentre nella prima ipotesi il termine di prescrizione decorre dal giorno della consumazione del fatto, nella seconda il termine predetto non può decorrere che dalla definizione del processo penale, ossia dal giorno in cui la sentenza penale diviene irrevocabile, restando irrilevante il periodo decorso dalla commissione del fatto all’instaurarsi del procedimento penale.
C.n.f., 22 novembre 2018, n. 140
17/04/2019
La prescrizione nel procedimento disciplinare
Nel procedimento disciplinare dinanzi al CNF (che ha natura giurisdizionale), l’interruzione della prescrizione ha effetto permanente (art. 2943 cc) mentre, in quello amministrativo dinanzi ai Consigli territoriali, l’interruzione fa iniziare un nuovo periodo di prescrizione (art. 2945 cc).
C.n.f., 22 novembre 2018, n. 140
17/04/2019
Il Cnf torna sul principio di tassatività
L’elenco delle sanzioni applicabili a carico degli avvocati, normativamente fissato dagli artt. 52 e 53 della legge 247/2012 (elenco riprodotto nell’art. 22 del nuovo codice disciplinare), è tassativo, con la conseguenza che non è consentito infliggere al professionista ritenuto responsabile delle violazioni contestate una pena diversa da quelle previste dalla legge.
C.n.f., 22 novembre 2018, n. 140.
09/03/2019
Omicidio stradale e revoca della patente: no agli automatismi.
La Corte costituzionale, con sentenza del 20 febbraio 2019, dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 222 del Codice della strada là dove prevede l’automatica revoca della patente di guida in tutti i casi di condanna per omicidio e lesioni stradali. In particolare, i giudici costituzionali hanno riconosciuto la legittimità della revoca automatica della patente in caso di condanna per reati stradali aggravati dallo stato di ebbrezza o di alterazione psicofisica per l’assunzione di droghe ma nelle altre ipotesi di condanna per omicidio o lesioni stradali hanno escluso l’automatismo e riconosciuto al giudice il potere di valutare, caso per caso, se applicare, in alternativa alla revoca, la meno grave sanzione della sospensione della patente.
09/03/2019
Notiziario Corte costituzionale: novità in tema di misure di prevenzione
L’inosservanza delle prescrizioni di “vivere onestamente” e di “rispettare le leggi” non può integrare il delitto di violazione degli obblighi inerenti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo o divieto di soggiorno.
Lo ha affermato la Corte costituzionale con la sentenza 25 depositata il 27.02.2019 (relatore Giovanni Amoroso), dichiarando perciò la parziale illegittimità costituzionale dell’articolo 75, secondo comma, del Dlgs n. 59/2011 (Codice antimafia). La decisione rappresenta l’ultimo tassello del processo di adeguamento ai principi espressi dalla Corte di Strasburgo nella sentenza “de Tommaso”. La Corte dei diritti dell’uomo, infatti, aveva già riscontrato la vaghezza e la genericità delle prescrizioni di “vivere onestamente e “rispettare le leggi” ed aveva perciò affermato la violazione della Convenzione europea.
09/03/2019
Notiziario Corte costituzionale: importanti novità in tema di stupefacenti
È sproporzionata la pena minima di otto anni prevista per i reati non lievi in materia di stupefacenti. Lo ha stabilito la Corte costituzionale che, con la sentenza n. 40 depositata oggi (relatrice Marta Cartabia), ha dichiarato illegittimo l’articolo 73, primo comma, del Testo unico sugli stupefacenti (d.P.R. n. 309 del 1990) là dove prevede come pena minima edittale la reclusione di otto anni invece che di sei. Rimane inalterata la misura massima della pena, fissata dal legislatore in venti anni di reclusione, applicabile ai fatti più gravi.
La pronuncia presterà certamente al fianco alla presentazione di numerosi incidenti di esecuzione da parte di chi, condannato in via definitiva, si trova nella situazione di dover scontare una pena illegale, perché sproporzionata.
09/03/2019
Le ultime novità in materia di violenza sessuale
Secondo il più recente orientamento della Corte di cassazione, l’utilizzo del profilattico da parte della persona offesa del reato di violenza sessuale è ininfluente ai fini dell’esclusione della fattispecie.
Infatti, il delitto di violenza sessuale in danno di persona che si trovi in stato di inferiorità psichica o fisica è integrato da una condotta posta in essere con la piena consapevolezza, da un lato, della condizione di inferiorità della vittima e, dall’altro, del fatto che l’azione sia conseguente a induzione e abuso. In tale contesto, l’eventuale richiesta proveniente dalla persona offesa di far uso del profilattico non potrà valere di per sé quale consenso putativo al rapporto carnale, ben potendo rappresentare soltanto il tentativo di elidere o ridurre le conseguenze negative dell’atto non voluto.
Cass. Pen., Sez. III, 09.01.2019, n. 727
18/02/2019
Condannato per omicidio colposo il pediatra attendista
La Cassazione penale, sezione IV, con la sentenza del 23 gennaio 2019 n° 3206 ha stabilito che il pediatra non può rinviare la visita domiciliare ad un suo paziente ed una volta effettuata, non può non riconoscere i segni e sintomi di una violenta infezione in atto, omettendo di indirizzare il paziente al pronto soccorso per tutti gli accertamenti diagnostici e strumentali di laboratorio, come da raccomandazioni contenute nelle linee guida adeguate al caso di specie.
18/02/2019
Appalto e principio di solidarietà: lavoratore esonerato da onere probatorio dei crediti retributivi
La Cassazione civile, sez. lavoro, con sentenza 15 gennaio 2019 n° 834 ha stabilito che "ilprincipio di solidarietà tra committente, appaltatore e subappaltatore sancito dal D.Lgs n. 276 del 2003, art. 29, comma 2, che garantisce il lavoratore circa il pagamento dei trattamenti retributivi dovuti in relazioni all’appalto cui ha personalmente dedicato le proprie energie lavorative, esonera il lavoratore dall’onere di provare l’entità dei debiti gravanti su ciascuna delle società appaltatrici convenute in giudizio.”.
18/02/2019
Il Comune è responsabile della caduta di un motociclista se il pericolo era prevedibile
La Cassazione civile, sezione VI-3, con ordinanza 23/01/2019 n° 725 ha stabilito che l'amministrazione comunale è responsabile del danno subito dal motociclista caduto a causa della cera presente sul manto stradale, in seguito ad una processione religiosa. Nel caso di specie, infatti, non ricorre il caso fortuito di cui all’ art. 2051 c.c., in quanto il custode (ossia il comune) ha avuto la possibilità di prevedere che la cosa in custodia (la strada), così come inserita nel concreto dinamismo causale, avrebbe potuto cagionare il danno.
18/02/2019
Stalking aggravato se perpetrato mediante l'uso di whatsapp
la Corte di Cassazione V Sezione Penale con sentenza del 28 gennaio 2019, n. 3989 ha confermato la pena di 6 mesi, che era stata applicata dal giudice di merito al ricorrente per il reato di atti persecutori aggravato dall'uso del mezzo informatico.
11/02/2019
La procura alle liti rilasciata all'estero è nulla ma la nullità è sanabile
La Cass.Civ. sez. VI con sua ordinanza 6.9.2018 n. 21689 ha precisato che "in caso di procura alle liti rilasciata all'estero senza autenticazione da parte di un pubblico ufficiale si determina un vizio di nullità (giacché il potere di autenticazione non si estende oltre i limiti del territorio nazionale) ma non l'inesistenza della procura.
05/02/2019
Figlio maggiorenne abile al lavoro: l'omesso mantenimento non è reato
La Corte di Cassazione, sez. VI penale – con sentenza 11 gennaio 2019, n. 1342 ha stabilito che "Non integra il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare di cui all’art. 570 comma 2 c.p., la mancata corresponsione dei mezzi di sussistenza ai figli maggiorenni non inabili al lavoro, anche se studenti con contratto part-time".
05/02/2019
Bancarotta: è incostituzionale la norma sulla durata fissa delle pene accessorie comminate agli imprenditori
Con la sentenza 25 settembre - 5 dicembre 2018 n. 222, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l'art. 216 u. co. RD 16.3.1942 n. 267 nella parte in cui dispone "la condanna per uno dei fatti previsti dal presente articolo importa per 10 anni l'inabilitazione all'esercizio di una impresa commerciale e l'incapacità per la stessa durata ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa" anziché "la condanna per uno dei fatti previsti dal presente articolo comporta l'inabilitazione all'esercizio di un'impresa commerciale e l'incapacità ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa fino a 10 anni".
28/12/2018
Ineleggibilità' dei consiglieri del Cdo
Con la sentenza n. 32781/2018 depositata il 19 dicembre, le Sezioni Unite in sede di impugnazione di una pronuncia del CNF risolvono ogni dubbio interpretativo con riguardo all'art.3 comma 3 della Legge n.113/2017, in forza del quale "i consiglieri non possono essere eletti per più di due mandati consecutivi" e "la ricandidatura è possibile quando sia trascorso un numero di anni uguale agli anni nei quali si è svolto il precedente mandato"
26/11/2018
Indebito bancario: la prescrizione decorre se i pagamenti sono solutori
La Corte di Cassazione, sez. I Civile, nella sentenza n. 27704/18, depositata il 30 ottobre scorso ha stabilito che per il conto corrente la prescrizione dell’azione di ripetizione dell’indebito corrisposto alla banca scatta se i pagamenti del correntista hanno carattere solutorio.
Grava su quest’ultimo l’onere di dimostrare il carattere ripristinatorio dei suddetti versamenti.
26/11/2018
La liquidazione delle competenze contenuta in una sentenza non è vincolante per l'avvocato
La Corte di Cassazione con l’ordinanza del 17 ottobre 2018, n. 25992 ha stabilito che la misura delle competenze professionali dovute dal cliente all'avvocato prescinde dalla liquidazione contenuta nella sentenza, che condanna l'altra parte al pagamento delle spese e degli onorari di causa; ne consegue che solo l’espressa rinuncia del legale al maggiore compenso può impedirgli di pretendere onorari superiori a quelli liquidati in sentenza.
26/11/2018
Bancarotta: quando sussiste il concorso omissivo dei sindaci di una società
La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza 4 ottobre 2018, n. 44107, delinea l'ambito di applicazione dell'art. 40 c.p., con particolare riferimento alla responsabilità per concorso omissivo dei sindaci di società nel reato di bancarotta. Secondo tale orientamento per affermare la responsabilità del sindaco di una società occorre provare la sussistenza del dolo, ovvero provare che egli abbia avuto la coscienza e volontà di quel contributo, anche solo a titolo di dolo eventuale. In altre parole, occorre dare la prova che il sindaco abbia determinato o favorito, consapevolmente, la commissione dei fatti di bancarotta da parte dell'amministratore, sebbene non sia necessario provare l'esistenza di un preventivo accordo tra i due, in quanto l'inerzia è sinonimo di omissione e questa ben può essere animata dal dolo, in tutte le sue possibili gradazioni.
26/11/2018
Danno tanatologico va riconosciuto se la vittima era lucida prima di morire
La Cassazione Civile con sentenza 23 ottobre 2018, n. 26727 ha statuito di riconoscere il diritto al risarcimento agli eredi per il danno di natura catastrofale per la vittima d’incidente che arriva lucida in ospedale. Si configura il danno tanatologico in capo alla vittima, la quale, essendo dotata di capacità giuridica, può trasmetterlo agli eredi.
26/11/2018
Spaccio di droghe leggere e pesanti: no al concorso, sì alla lieve entità
Le Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione con la sentenza del 9 novembre 2018, n. 51063 hanno stabilito che "è escluso il concorso di più delitti nella detenzione contestuale di più sostanze stupefacenti, indipendentemente dalla classificazione tabellare, in quanto ciò che conta è solo la minima offensività della condotta".
12/11/2018
Le spese legali della pretestuosa chiamata in garanzia dell'assicuratore sono sempre a carico della parte chiamante
Con la sentenza dell' 8 novembre 2018, n. 28510 la cassazione Civ. sez. III, ha statuito che tema di spese processuali, la palese infondatezza della domanda di garanzia proposta dal convenuto nei confronti di un terzo chiamato in giudizio comporta l'applicabilità del principio di soccombenza nel rapporto processuale instauratosi fra di loro, anche quando l'attore sia, a sua volta, soccombente nei confronti del convenuto chiamante, atteso che quest'ultimo sarebbe stato soccombente nei confronti del terzo anche in caso di esito diverso della causa principale (Sez. 6 - 3, Ordinanza n. 10070 del 21/04/2017; Sez. 3, Sentenza n. 8363 del 08/04/2010).
12/11/2018
Successione di leggi penali e favor rei: il riferimento è la condotta
La Cassazione penale, a SS.UU., con sentenza 24/09/2018 n° 40986 ha statuito che “In tema di successione di leggi penali, a fronte di una condotta interamente posta in essere sotto il vigore di una legge penale più favorevole e di un evento intervenuto nella vigenza di una legge penale più sfavorevole, deve trovare applicazione la legge vigente al momento della condotta”.
12/11/2018
Mediatore: conclusione dell'affare e diritto alla provvigione
La Cassazione sez. II, con l'ordinanza 03/09/2018 n° 21559 ha stabilito, in riforma della sentenza d'appello impugnata, e in prosecuzione con un consolidato orientamento, che "il diritto alla provvigione sorge ogni qualvolta vi sia un rapporto causale tra l’attività di intermediazione e la conclusione dell’affare. Non è necessario che il nesso eziologico sia immediato e diretto ma è sufficiente che il mediatore abbia messo in relazione le parti in modo da costituire l’antecedente indispensabile per la conclusione del contratto, secondo i principi della causalità adeguata (ex multis Cass. 25851/2014).Per “mediazione” si deve intendere l’attività di colui che avvicina le parti interessate alla conclusione di un affare, offrendo loro la possibilità di relazionarsi (Cass. 1915/2015).
Il mediatore costituisce il punto di contatto fra i futuri contraenti e, qualora la conclusione del contratto sia preceduta da una trattativa, non è richiesto un suo intervento in ogni singola fase.Il diritto alla provvigione sorge quindi con la conclusione dell’affare, quest’ultimo da intendersi quale operazione economica e fonte di un rapporto obbligatorio tra le parti (Cass. 8676/2009).
15/10/2018
Assegno divorzile in un'unica soluzione? All'ex non spetta la reversibilità
La Cass. Civ. SS. UU., con la sentenza n. 22.434 del 24.09.2018, ha stabilito che, ai fini del riconoscimento della pensione di reversibilità, in favore del coniuge nei cui confronti è stato dichiarato lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, ai sensi dell'art. 9 della L. 898/1970, nel testo modificato dall'art. 13 della L. n. 74/1987, la titolarità dell'assegno, di cui all'art. 5 della L. 898/1970, deve intendersi come titolarità attuale e concretamente fruibile dell'assegno divorzile, al momento della morte dell'ex coniuge, e non già come titolarità astratta del diritto all'assegno divorzile che è stato in precedenza soddisfatto con la corresponsuione in un'unica soluzione.
15/10/2018
Danno non patrimoniale, istruzioni per l'uso
Il Tribunale di Roma, con sentenza n. 17.144 del 12.09.2018, ha stabilito che l'omesso pagamento dell'assegno divorzile, integrando gli estremi del reato di cui all'art. 12 sexies L. 898/1970, obbliga l'autore di tale condotta al risarcimento del danno morale in favore dell'ex coniuge. Nella specie, il Tribunale di Roma ha ritenuto equo ex art. 1226 c.c. un risarcimento di euro 5.000 per il coniuge e altrettanti per ciascuno dei tre figli aventi diritto al mantenimento, a fronte di un inadempimento dell'obbligo di pagamento dell'assegno protrattosi per venti mesi.
29/09/2018
Obbligo di rimozione di rifiuti:sorge in capo al responsabile dell'abbandono
La Cass. Sez. pen.III con sentenza n. 39430 del 03.09.2018 ha stabilito che l'obbligo di rimozione dei rifiuti sorge in capo al responsabile dell'abbandono come conseguenza della sua condotta e nei confronti degli obbligati in solido quando sia dimostrata la sussistenza del dolo o almeno della colpa mentre i soggetti destinatari del l'ordinanza sindacale sono obbligati in quanto tali e in caso di inosservanza del provvedimento ne subiscono per ciò solo le conseguenze se non hanno provveduto ad impugnare l'ordinanza sindacale per ottenere l'annullamento o non forniscono al giudice penale dati significativi valutabili ai fini di una eventuale disapplicazione del provvedimento impositivo dell obbligo.
26/09/2018
Le Sezioni Unite si pronunciano sulla validità delle clausole claims made
Con sentenza n. 22437 del 24.09.2018 le SS.UU. della Corte di Cassazione prendono posizione sulla vessatorietà e sulla validità delle clausole claims made con una attenta disamina della normativa in materia di adeguatezza dei prodotti assicurativi alla luce della normativa contenuta nel codice delle assicurazioni pronunciandosi anche sulle conseguenze civilistiche in caso di distribuzione di prodotti inadeguati.
21/09/2018
Patteggiamento: esclusa l'inversione dell'onere probatorio in ambito civile
La Cassazione Civ. Sez. III, con sua pronuncia n. 20170 del 30.7.2018, aderendo ad uno dei tre orientamenti giurisprudenziali in materia, ha stabilito che la sentenza penale di patteggiamento non ha efficacia di giudicato nel giudizio civile e non determina l'inversione dell'onere della prova. Per il giudice civile la suddetta sentenza non rappresenta un atto ma un fatto storico che, in quanto tale, può costituire un indizio e avere autonoma rilevanza se connotato dai requisiti di gravità, precisione e concordanza ai sensi di quanto disposto dall'art. 2729 c.c.
20/09/2018
La responsabilità dell’automobilista per l’investimento del pedone.
L’automonilista risponde per colpa dell’invesitmento del pedone anche nell’ipotesi di negligenze imputabili al pedone stesso: per escludere la responsabilità del conducente per l’investimento del pedone, è necessario che la condotta di quest’ultimo si ponga come causa eccezionale e atipica, imprevista e imprevedibile dell’evento, sì da poter sostenere che si tratti della causa esclusiva dell’evento.
Cass., Sezione IV, sentenza 10 maggio-8 agosto 2018 n. 38219.
20/09/2018
Gli ultimi orientamenti in materia di stalking
Sussiste il delitto di atti persecutori anche in presenza di una seppur temporale ripresa della convivenza: nel contesto di un unico reato, quale è quello previsto dall’articolo 612-bis del codice penale, difatti, la ripresa della relazione non è indicativa in alcun modo del venir meno delle ragioni di sussistenza del reato. Lo sottolinea la quinta sezione penale della Corte di cassazione, con sentenza n. 33842 resa il 3 aprile 2018.
13/09/2018
Danno da perdita del rapporto parentale: spetta anche senza legame di sangue
e' quanto ha stabilito la Suprema Corte con ordinanza n. 20835 del 21 agosto 2018. Secondo la terza sezione civile della Cassazione il danno da perdita del rapporto parentale spetta quando vi sia la rottura di un rapporto instaurato anche con soggetto non consanguineo, ma che rappresenti per il danneggiato - come nel caso di specie - la identica figura del padre e che la lesione del rapporto parentale può essere determinata anche da un evento diverso dalla morte.
12/09/2018
L'assicurazione può esercitare l'azione di regresso contro i coobbligati solidali
E'quanto ha stabilito la Cass. Civ. Sez. III, con l'ordinanza n. 16922 del 27.6.2018. I giudici sottolineano come l’art. 2055 c.c., in materia di responsabilità solidale, preveda che se il fatto dannoso sia imputabile a più persone, siano tutte obbligate in solido al risarcimento del danno. Pertanto, il danneggiato da sinistro stradale può pretendere l’intera somma nei confronti di ciascun responsabile e dei rispettivi assicuratori. Esemplificando, grava un’obbligazione solidale sul primo danneggiante e sul suo assicuratore, sul secondo danneggiante e sul suo assicuratore, e così via. Trova, quindi, applicazione la disciplina generale dettata in materia di solidarietà passiva e di rapporti interni; in particolare, si fa riferimento all’art. 1299 c.c. rubricato “Regresso tra condebitori”, che prevede il diritto del debitore in solido – che abbia pagato l’intero debito – di ripetere dai condebitori la parte di ciascuno di essi.Al lume di ciò, appare pienamente legittima – nonché conforme al dettato dell’art. 1299 c.c. – l’azione di regresso esercitata dall’assicuratore di un danneggiante nei confronti dell’assicurazione dell’altro danneggiante. Infatti, l’art. 18 legge 24 dicembre 1969 n. 990, richiamato più volte dal ricorrente, prevede una specifica legittimazione attiva nell’esperire l’azione diretta a favore del danneggiato, ma non riguarda i rapporti interni tra i danneggianti-coobbligati in solido. L’azione di regresso compete «anche all'assicuratore della responsabilità civile che ha pagato i danneggiati in luogo del suo assicurato, perché l'assicuratore della responsabilità civile, rispetto alla prestazione risarcitoria, è nella posizione dell'obbligato in solido, giacché la solidarietà non è esclusa dal fatto che i debitori siano tenuti con modalità diverse (art. 1293 c.c.); diritto che ha come oggetto il rimborso della quota del debito che nei rapporti interni grava su ciascun condebitore (art. 1299 c.c., comma 1).
10/09/2018
Notifiche via pec: valide se l'accettazione avviene entro le ore 21:00
Con la sentenza Cas. Civ. Sez. Lav. 30.8.2018 n. 21445, la Suprema Corte ha stabilito che "se il notificante ha richiesto la notifica prima delle ore 21:00 e la consegna è avvenuta dopo le ore 21:00, la notifica si è perfezionata quel giorno, in quanto rimane fermo che per lui ciò che vale è la ricevuta di accettazione della richiesta. Ma se invece egli ha richiesto la notifica dopo le ore 21:00, il perfezionamento, per espressa previsione normativa, si considera avvenuto alle ore 7:00 del giorno dopo.
05/09/2018
Spese di giustizia: aggiornate le tabelle
Con il decreto 4 luglio 2018 vengono adeguati gli importi del diritto di copia e di certificato ai sensi dell'articolo 274 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002 n. 115.
05/09/2018
R.c.a. obbligatoria anche se il veicolo è fermo
Il titolare di un veicolo è tenuto ad assicurare il mezzo per la responsabilità civile obbligatoria anche se l'automobile è parcheggiata in garage e risponde dei danni eventualmente provocati a terzi.
Il nesso, infatti, è interrotto soltanto dal ritiro ufficiale del veicolo dalla circolazione.
Corte Giust., causa c/80-17
03/09/2018
Rapina: no alla speciale tenuità del danno se la somma sottratta è esigua
Esclusa l'applicabilità dell'attenuante della particolare tenuità del danno al delitto di rapina in ragione del solo valore esiguo della somma sottratta: il principio è stato affermato dalla Cassazione, in virtù della natura plurioffensiva del delitto di rapina, volto a tutelare non solo il patrimonio, ma altresì l'incolumità personale.
Cass., Sez.II, 27.08.2018, n. 38982.
03/09/2018
Gli effetti della pronuncia n. 41/2018 della Corte costituzionale
A seguito della pronuncia n. 41/2018 della Corte costituzionale, mediante la quale la Consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 656, comma 5, c.p.p. nella parte in cui non prevede che il pubblico ministero sospenda l'ordine di esecuzione quando la pena detentiva irrogata non sia superiore ad anni 4, è stato affermato il diritto del condannato alla rimessione in termini per formulare la domanda di accesso alla misura alternativa, salvo che il rapporto esecutivo sia già "esaurito". Negato, invece, un onere d'attivazione officioso in capo al pubblico ministero.
03/09/2018
Sequestro probatorio ed onere motivazionale: parola alle Sezioni Unite
Con la sentenza n. 36072 del 27 luglio 2018 le Sezioni Unite della Corte di Cassazione sanciscono un importante principio in tema di sequestro probatorio e dovere di motivazione in capo al pubblico ministero: viene escluso, in particolare, l'automatismo tra corpo del reato e necessità del mantenimento del vincolo a fini di prova, dovendo la pubblica accusa enunciare nel dettaglio le finalità perseguite per l'accertamento dei fatti in correlazione alla necessità di procedere al sequestro.
03/09/2018
Praticanti: corsi di formazione obbligatori
A partire dal 28 settembre 2018 tutti gli aspiranti Avvocati dovranno seguire i corsi di formazione obbligatoria, di durata semestrale e con verifiche finali, organizzati da ciascun Ordine territoriale.
Questa la maggiore novità introdotta dal d.m. n. 17/2018: da registrare le polemiche già sorte e le criticità evidenziate, posto che a fronte del numero sempre elevato di praticanti che si iscrivono all'Albo, difettano strutture e mezzi adeguati per fornire la prescritta formazione a tutti gli iscritti.
31/08/2018
Bancarotta fraudolenta: quando è responsabile anche l amministratore di fatto
La Cass. Pen. Sez. V con sentenza n. 27163 del 13.6.2018 ha stabilito che ai fini della attribuzione ad un soggetto della qualifica di amministratore di fatto non occorre l'esercizio di tutti i poteri tipici dell organo di gestione, ma è necessaria una significativa e continuativa attività gestoria svolta in modo non episodico do occasionale.
31/08/2018
Concordato: escluse dal voto società controllanti o controllate dalla preponente
Le SS.UU. della Cassazione con sentenza n. 17186 del 28.6.2018 hanno stabilito L esclusione dal voto delle società che controllano o sono controllate da chi propone il concordato fallimentare in quanto vi vi è un conflitto di interesse tra chi formula la proposta di concordato ed i creditori chiamati a votare.
31/08/2018
Tour operator risponde anche per colpa del vettore
È quanto ha stabilito la Cassazione civile con sentenza n. 17724 del 6.7.2018. Il tour operatore infatti è tenuto a risarcire i danni subiti dal viaggiatore anche se la responsabilità è del vettore o di altri prestatori di servizi salvo poi rivalersi verso questi ultimi.
31/08/2018
Assegno di mantenimento versamento diretto al maggiorenne solo se ne fa richiesta
La Cass. Civ. Sez. I con ordinanza n. 18008 del 9.7.2018 ha precisato che solo la domanda autonoma del figlio ad ottenere il mantenimento diretto può negare il concorrente diritto del di lui genitore convivente a percepire il relativo assegno dimostrando tale domani ala volontà dell'agente diritto di gestire autonomamente le risorse destinate al suo mantenimento.
29/08/2018
Tribunale di Padova: novità per gli Avvocati
Il Ministero della Giustizia- DGSIA, con nota in data 17-7-2018 prot. n. 23808 U, ha autorizzato l’avvio della sperimentazione presso i Tribunali di Padova e di Velletri dell’applicativo ARES- Portale Avvocati, che consente all’avvocato di ottenere informazioni sui procedimenti di propria competenza (data di udienza, numero di sentenza, impugnazione ecc.), senza doversi rivolgere al personale di cancelleria.
29/08/2018
Appello penale: la Cassazione precisa il requisito dei motivi specifici
Con la sentenza n. 34504 del 20.7.2018 la V Sez. della Cassazione ha evidenziato come la informa delle impugnazioni sulla scia di una giurisprudenza già compitamente delineatasi sul tema abbia inteso potenziare la funzione di controllo del giudizio d'appello in modo da scongiurare impugnazioni troppo generiche o dilatorie riconoscendo al requisito di specificità dei motivi l'asse portante delle prescrizioni richieste dall art. 581 cpp.
27/08/2018
Carcere: illegittimo il divieto di benefici per alcune categorie di ergastolani
Con la sentenza n. 149 dell'11.07.2018 la Corte Costituzionale ha stabilito che è incostituzionale negare qualsiasi beneficio penitenziario ai condannati all'ergastolo per aver causato la morte del sequestrato a scopo di estorsione terrorismo o eversione prima che abbiamo scontato 26 anni di detenzione.
27/08/2018
Danno da omessa diagnosi:si al risarcimento se accelera la morte
Con la sentenza del 27.6.2018 n. 16919 la Suprema Corte sez. III civile ha stabilito che è risarcibile il danno da omessa diagnosi da cui consegua per il paziente il venir meno della possibilità di sopravvivere per un periodo in più rispetto a quello effettivamente vissuto.
05/08/2018
Asssegno di divorzio va calcolato in base a criteri compositi
Con la recente sentenza della Suprema Corte a Sez.Unite dell'11/07/2018 n. 18287 si è stabilito che ai fini del calcolo del l'assegno di divorzio occorre tenere in considerazione non il tenore di vita ma diversi fattori attraverso un criterio c.d. "composito" che alla luce della valutazione comparativa delle rispettive condizioni economico-patrimoniali, dia particolare rilievo al contributo fornito dall'ex coniuge richiedente alla formazione del patrimonio comune e personale, in relazione alla durata del matrimonio alle potenzialità reddituali future ed all'età dell'agente diritto.
05/08/2018
Responsabilità sanitaria Cass. Pen. 31/07/2018 n.36723
Qualora il fatto sia stato commesso sotto la vigenza dell'art.3 comma 1 Dl n. 158/2012 (Dl Balduzzi) in presenza di errore dovuto ad imperizia non grave ed intervenuto nella fase esecutiva delle raccomandazioni previste dalle linee guida adeguate al caso specifico, la suddetta previsione deve essere considerata più favorevole di quella di cui all'art. 590-sexies cp (introdotto con la L.24/2017 c.d. L. Gelli-Bianco) è ciò in quanto la vecchia normativa è più favorevole.
08/04/2018
Nuovo Regolamento Europeo n. 679/2016 in materia di protezione dei dati personali (privacy)
Il prossimo 25 maggio entra in vigore il regolamento UE n. 679/2016 che introduce regole più chiare in materia di informativa e consenso, definisce i limiti al trattamento automatizzato dei dati personali, pone le basi per l’esercizio di nuovi diritti, stabilisce criteri rigorosi per il trasferimento dei dati al di fuori dell’Ue e sanzioni più pesanti per i casi di violazione dei dati personali. Una novità di particolare interesse è l'introduzione del c.d. "diritto all'oblio": gli interessati potranno ottenere la cancellazione dei propri dati con modalità snelle e al ricorrere di alcune condizioni previste dal Regolamento.
28/03/2018
Usucapione: il rapporto di parentela è indice della tolleranza che escude l'acquisto della proprietà
con la sentenza n. 1844 del 2017 la Corte d'Appello di Palermo ha affermato che "l'usucapione è esclusa tutte le volte in cui il proprietario del bene sia a conoscenza del fatto che un altro soggetto stia utilizzando il proprio immobile e nonostante ciò tolleri tale situazione. E ciò vale soprattutto nei casi di vincoli di stretta parentela tra i soggetti interessati nei quali è plausibile il mantenimento di un atteggiamento tollerante anche per un lungo arco di tempo".
24/03/2018
Danno parentale non varia in funzione della residenza del danneggiato
La Cassazione con ordinanza n. 3767 del 15.2.2018 ha stabilito ancora una volta che l'uccisione di una persona fa presumere da sola una conseguente sofferenza morale in capo ai genitori al coniuge ai figli o fratelli della vittima a nulla rilevando né che la vittima ed il superstite fossero non conviventi né che fossero distanti.
24/03/2018
Danno morale danno biologico: entrambi risarcibili
la Cassazione con la sentenza n. 901 del 17.1.2018 ha chiarito che resta ben salda la distinzione concettuale tra sofferenza interiore e incidenza sugli aspetti relazionali della vita del soggetto. E' legittima l'individuazione della duplice dimensione della sofferenza, cosicché l'aumento personalizzato del danno biologico è circoscritto agli aspetti dinamico relazionali in relazione alle prove prodotte a prescindere dalla considerazione della risarcibilità del danno morale (al di là dell'ambito delle micro-permanenti).
07/03/2018
Ultime novità dalla Corte costituzionale
La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 656, comma 5, c.p.p., nella parte in cui si prevede che il pubblico ministero sospende l’esecuzione della pena detentiva, anche se costituente residuo di maggiore pena, non superiore a tre anni, anziché a quattro anni.
La Consulta censura, così, il mancato coordinamento tra la citata disposizione ed il nuovo istituto dell'affidamento in prova c.d. allargato, concedibile al condannato che debba espiare sino a quattro anni di reclusione.
C. cost., n. 41/2018
07/03/2018
L'Unione delle Camere Penali Italiane proclama l'astensione
La mancata riforma dell'Ordinamento penitenziario, dettata dalle contingenti esigenze della campagna elettorale, ha portato l'Unione delle Camere Penali Italiane a proclamare l'astensione dalle udienze nelle giornate del 13 e del 14 aprile 2018.
http://www.camerepenali.it/cat/9041/mancata_riforma_dellordinamento_penitenziario_mobilitazione_e_astensione_dalle_udienze.html
07/03/2018
Anche l'avvocato è tenuto ad esimersi dall'utilizzo di espressioni offensive
Il divieto di espressioni offensive o sconvenienti (art. 52 ncdf, già art. 20 codice previgente) riguarda anche l’avvocato che agisca in proprio ex art. 86 cpc, a nulla rilevando in sede deontologica che il professionista agisca in qualità di parte o di difensore (Nel caso di specie, in applicazione del principio di cui in massima, la Corte ha respinto il ricorso proposto avverso Consiglio Nazionale Forense -pres. f.f. Picchioni, rel. Losurdo, sentenza del 12 luglio 2016, n. 192).
Cass., Sez. Un., 4994/2018
07/03/2018
I limiti alla pubblicità dell'Avvocato
I principi in tema di pubblicità di cui alla legge 248/2006 (c.d. Decreto Bersani), pur consentendo al professionista di fornire specifiche informazioni sull’attività e i servizi professionali offerti, non legittimano tuttavia una pubblicità indiscriminata avulsa dai dettami deontologici, giacché la peculiarità e la specificità della professione forense, in virtù della sua funzione sociale, impongono, conformemente alla normativa comunitaria e alla costante sua interpretazione da parte della Corte di Giustizia, le limitazioni connesse alla dignità ed al decoro della professione, la cui verifica è dall’Ordinamento affidata al potere – dovere dell’ordine professionale.
C.n.f., n. 208/2017
23/01/2018
LAVORI DI PUBBLICA UTILITA’: SI’ ALLA SOSPENSIONE DELLA PATENTE
Con sentenza n. 48330/2017 la Corte di cassazione ha introdotto un principio destinato a trovare estesa applicazione pratica.
Il Supremo Collegio, in particolare, ha affermato che il giudice penale, una volta disposta la sostituzione della pena detentiva e pecuniaria con i lavori di pubblica utilità, deve altresì procedere alla sospensione della sanzione amminstrativa accessoria della patente di guida.
L’argomentazione prende le mosse dall’art. 186, comma 9 bis, C.d.s., il quale afferma che qualora il condannato commetta una qualche violazione in esecuzione dei lavori di pubblica utilità, la pena sostitutiva possa essere revocata e le sanzioni amministrative possano essere ripristinate.
23/01/2018
LE ULTIME NOVITA’ DALLE SEZIONI UNITE
Il servizio massimario della Corte di cassazione ha reso noto che le Sezioni Unite, con sentenza emessa in esito alla camera di consiglio del 18 gennaio 2018, hanno affermato che non costituisce atto abnorme la restituzione degli atti pervenuti con la richiesta di decreto penale di condanna al Pubblico Ministero disposta dal G.i.p., affinché valuti la possibilità di formulare richiesta di archiviazione per la particolare tenuità del fatto.
15/01/2018
DANNO DA PERDITA DI CHANCE: ANCHE AL DISOCCUPATO SPETTA IL RISARCIMENTO Cass. Civ., Sez. VI, sentenza 14.11.2017 n. 26850
Con la sentenza in oggetto la Cassazione ha statuito che non può essere escluso il riconoscimento del danno patrimoniale né quello da perdita di chance solo perché la vittima non svolgeva alcuna attività lavorativa, al momento del sinistro. La Cassazione ha inoltre precisato che, nei casi in cui sussiste un’alta percentuale di invalidità permanente, è assai probabile, se non addirittura certa, la menomazione della capacità lavorativa specifica ed il danno che da essa consegue; in dette ipotesi, il giudice può procedere all'accertamento presuntivo della predetta perdita patrimoniale, liquidando tale voce di danno con criteri equitativi o ricorrendo alla prova presuntiva, qualora sia probabile che, in futuro, la vittima percepirà un reddito inferiore a quello che avrebbe conseguito in assenza dell'infortunio.
15/01/2018
ASSICURAZIONE PROFESSIONALE: LE CLAUSOLE CLAIMS MADE PURE NON SONO VESSATORIE Cass. Civ., Sez. III, ordinanza 23.11.2017 n. 27867
Secondo la Suprema Corte con la sentenza in oggetto la clausola claims made pura va inquadrata non già nella categoria delle pattuizioni dirette a limitare oppure ad escludere la responsabilità del debitore, ma fra quelle volte a meglio descrivere l'oggetto del contratto e, nello specifico del rischio assicurato. In altre parole, non si considera vessatoria la clausola che si limiti a determinare l’effettiva estensione delle reciproche prestazioni dedotte in obbligazione. In virtù di quanto esposto, emerge chiaramente come una pattuizione siffatta non richieda un’apposita approvazione per iscritto, mancando il carattere vessatorio che la norma richiede per la sottoscrizione espressa.
15/01/2018
RESPONSABILITA’ MEDICA, ONERE DELLA PROVA, DILIGENZA QUALIFICATA, DANNO IATROGENO, OPERAZIONE DI ROUTINE Cass. Civ. Sez. III, sentenza 13.10.2017n. 24074
In merito all'onere della prova delle complicanze conseguenti a un intervento chirurgico in caso di prestazioni che possono definirsi "routinarie", si precisa che spetta al professionista superare la presunzione che le complicanze siano state determinate da una omessa o insufficiente diligenza professionale o da una imperizia, dimostrando, invece, che queste siano conseguenza di un evento imprevisto ed imprevedibile secondo la diligenza qualificata in base alle conoscenze tecnico-scientifiche del momento. (Cassazione civile, sez. III, sentenza 13 ottobre 2017, n. 24074).
08/12/2017
SUL DOLO DEL DELITTO DI FALSO
Atteso che l’Ordinamento esclude la punibilità del falso commesso per colpa, deve essere mandato esente da responsanbiltà il soggetto che commetta il falso per negligenza o leggerezza: pur essendo richiesto il mero dolo generico, questo deve essere sempre e rigorosamente provato.
Cass., n. 52436/2017.
08/12/2017
CIRCONVENZIONE DI INCAPACE E DANNEGGIATO DA REATO
In tema di circonvenzione di incapace il terzo danneggiato a causa dell’azione posta in essere dal soggetto circuito non riveste la qualifica di parte offesa e pertanto non può esercitare la facoltà di costituirsi parte civile.
Cass., n. 54033/2017.
07/12/2017
LA PARTICOLARE TENUITA’ DEL FATTO NON SI APPLICA AL GIUDICE DI PACE
Le Sezioni Unite della Corte di cassazione hanno posto fine al contrasto giurisprudenziale insorto in merito alla possibiltà di applicare la causa di esclusione della punibilità ai procedimenti pendenti dinanzi il Giudice di Pace, fornendo al quesito risposta negativa.
Questo il link per poter accedere alla sentenza:
http://www.cortedicassazione.it/cassazione-resources/resources/cms/documents/53683_11_2017_no-index.pdf
06/12/2017
CORTE DI GIUSTIZIA: LA TARICCO BIS RIBALTA IL PRECEDENTE ORIENTAMENTO
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha depositato le motivazioni della sentenza c.d. Taricco 2 in tema di applicazione della disciplina della prescrizione e frodi in materia Iva lesive degli interessi monetari dell’Unione.
Ribaltando il precedente orientamento espresso dalla c.d. Taricco 1, la Corte di Lussemburgo, preso atto delle considerazioni svolte dalla Corte costituzionale, ha affermato il seguente principio di diritto: l’articolo 325, paragrafi 1 e 2, TFUE dev’essere interpretato nel senso che esso impone al giudice nazionale di disapplicare, nell’ambito di un procedimento penale riguardante reati in materia di imposta sul valore aggiunto, disposizioni interne sulla prescrizione, rientranti nel diritto sostanziale nazionale, che ostino all’inflizione di sanzioni penali effettive e dissuasive in un numero considerevole di casi di frode grave che ledono gli interessi finanziari dell’Unione europea o che prevedano, per i casi di frode grave che ledono tali interessi, termini di prescrizione più brevi di quelli previsti per i casi che ledono gli interessi finanziari dello Stato membro interessato, a meno che una disapplicazione siffatta comporti una violazione del principio di legalità dei reati e delle pene a causa dell’insufficiente determinatezza della legge applicabile, o dell’applicazione retroattiva di una normativa che impone un regime di punibilità più severo di quello vigente al momento della commissione del reato
29/10/2017
AL VIA LE NOTIFICHE TELEMATICHE PER LA CASSAZIONE
Il 14 ottobre 2017 è entrata in vigore la nuova disciplina delle notifiche per via telematica a persona diversa dall'imputato relative ad atti del procedimento per Cassazione.
Si tratta di una importante innovazione, che segue il passo già intrapreso nel processo civile, che consente ora alle cancellerie di procedere alle notifiche al difensore con il formato digitale, nell'ottica di ridurre i tempi di attesa ed abbattere i costi della giustizia.
29/10/2017
IL MANTENIMENTO DEL MINORE PRESCINDE DALL'INDIGENZA
In materia di mantenimento del minore e violazione degli obblighi di assistenza segnaliamo il già citato è consolidato indirizzo giurisprudenziale che non impone al Giudice alcuna verifica circa l'effettiva sussistenza dello stato di bisogno in capo al minore in caso di mancato versamento da parte di uno dei coniugi.
Lo stato di bisogno durante la minore età, pertanto, continua a costituire una presunzione iuris et de iure che appare difficilmente superabile.
Cass., 23.06.2017, n. 39411
29/10/2017
RIFIUTI: Sì ALLA DELEGA DI FUNZIONI
In tema di personalità della responsabilità penale segnaliamo una innovativa pronuncia in materia di diritto dell'ambiente.
La Cassazione, infatti, ha chiarito che allorquando l'azienda sia di notevoli dimensioni il legale rappresentante può, alla stregua delle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro, delegare lo smaltimento ad uno o più responsabili, nel qual caso andrà esente da responsabilità laddove, in presenza di fatti illeciti, dimostri di non aver ingerito in alcun modo sull'esercizio dell'attività di gestione e di smaltimento dei rifiuti.
Cass., 23.06.2017, n. 31364.
25/10/2017
NO AL CODICE DELLA STRADA SE LA VIA RISULTA PRIVATA
La Corte di Cassazione ha escluso l'applicabilità della normativa del Codice della Strada laddove l'evento si verifichi su una strada di proprietà privata: ciò non esime comunque il conducente, precisa la giurisprudenza, dal mantenere una condotta diligente, volta ad evitare il verificarsi di incidenti.
Cass., Sez. IV, 14.03.2017, n. 12216.
25/10/2017
PATTEGGIAMENTO UNA SECONDA VOLTA, MA CON RISERVA
In tema di patteggiamento, la richiesta di concessione della sospensione condizionale della pena avanzata dall'imputato che ha già usufruito del beneficio in precedenza in relazione a precedente condanna implica il consenso alla subordinazione della misura all'adempimento di uno degli obblighi di cui all'art. 165 c.p., trattandosi di prescrizione che il giudice deve necessariamente disporre a norma del secondo comma dello stesso articolo.
Cass. Pen., Sez. V, 20.03.2017, n. 13534.
25/10/2017
DIRITTO ALLA RISERVATEZZA E ATTI PROCESSUALI
Segnaliamo un recente arresto giurisprudenziale in tema di trattamento dei dati personali, materia d'interesse sempre più elevato, considerate soprattutto le possibilità di diffusione dei dati sensibili fornite dalle nuove tecnologie dell'era digitale.
In tema di trattamento di dati personali, precisa la Cassazione, la richiesta di oscuramento delle generalità e degli altri dati identificativi dell'interessato riportati sulla sentenza o altro provvedimento deve essere fondata su motivi legittimi, da intendersi quali motivi opportuni la cui valutazione impone un equilibrato bilanciamento tra esigenze di riservatezza del singolo e di pubblicità della sentenza.
Cass., Sez. VI, 13.03.2017, n. 11959.
25/10/2017
CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE E ANTIRICICLAGGIO
Il Consiglio Nazionale Forense ha emanato, a seguito dell'entrata in vigore del D. Lgs. 90/2017, le nuove linee guida in tema di antiricilaggio.
Il documento "gli adempimenti antiriciclaggio per gli avvocati" reca tutte le più recenti innovazioni in materia, tra le quali si registrano: l'abolizione dell'obbligo di tenuta del registro clienti, fermo restando l'obbligo di conservazione dei documenti di identità; una più ampia applicazione del principio dell'approccio basato sul rischio; una revisione del sistema sanzionatorio; una rivisitazione della struttura dell'adeguata verifica della clientela, con particolare riguardo ai soggetti diversi dalle persone fisiche.
05/10/2017
CONFISCA OBBLIGATORIA PER GLI ABITI CONTRAFFATTI
Scatta la confisca obbligatoria per gli abiti contraffatti, anche se il sequestro è inteso come probatorio si sensi dell'articolo 253 c.p.p.
Trattasi di beni soggetti a vincolo ablatorio che non possono mai essere restituiti all'assistito ex art. 474 bis c.p., salvo il caso dell'assoluzione dell'imputato.
Cass., 41961/17
05/10/2017
SUI POTERI OFFICIOSI DEL G.I.P.
È nullo il provvedimento mediante il quale il Giudice per le Indagini Prelimnari dichiara la particolare tenuità del fatto d'ufficio, in assenza di una esplicita richiesta del Pubblico Ministero.
La valutazione sulla particolare tenuità postula infatti un preliminare accertamento della Penale responsabilità dell'indagato, è tale potere è precluso al Giudice in fase di indagini in assenza da richiesta di archiviazione formulata dalla Procura, unico soggetto legittimato ad adottare le determinazioni relative all'esercizio dell'azione penale.
Cass., 456030/2017
05/10/2017
FURTO CONSUMATO SE L'AUTO HA IL SATELLITARE
Integra il delitto di furto aggravato, consumato, la condotta di chi si impossessa dell'automobile altrui dotata di sistema antifurto satellitare.
A nulla varrebbe, secondo i giudici della Cassazione, il tentativo della difesa di richiamarsi al fatto che la strumentazione di controllo a distanza consentirebbe al proprietario di verificare costantemente lo spostamento della vettura, essendosi comunque verificato il definitivo spossessamento della res, considerato altresì che il sistema satellitare entra in funzione solo a richiesta del proprietario stesso della vettura.
Cass., 45367/2017
27/09/2017
RESPONSABILITA’ MEDICA: RIPARTIZIONE DELL’ONERE DELLA PROVA IN CASO DI CONDOTTA OMISSIVA
Con la sentenza 4 aprile 2017 n. 8664 la Suprema Corte di Cassazione rimarca i principi di ordine generale in materia di responsabilità contrattuale e, specificamente, sul riparto dell’onere probatorio tra attore paziente danneggiato da un lato e convenuto (struttura ospedaliera) dall’altro.
La sentenza in questione si pone in linea con l’indirizzo giurisprudenziale secondo cui in tema di responsabilità medica sul danneggiato grava dunque solo l'onere di allegare qualificate inadempienze, astrattamente idonee a porsi come causa o concausa del danno, nella prestazione del medico inserita nella sequenza eziologica da cui è scaturito il lamentato pregiudizio (così Cass. 12/09/2013, n. 20904; Cass. 21/07/2011, n. 15993; Cass. 12/12/2013, n. 27855; Cass. 30/09/2014, n. 20547; Cass. 14/07/2015, n. 14642).
27/09/2017
DANNO PATRIMONIALE DA PERDITA DEL LAVORO DOMESTICO
Cassazione Civile, sez. III, sentenza 14 marzo 2017 n. 6477. Con la sentenza in oggetto il Supremo Collegio ha stabilito che ai fini della liquidazione del danno patrimoniale da perdita del lavoro domestico svolto da un familiare deceduto per colpa altrui, la prova che la vittima attendesse a tale attività può essere ricavata in via presuntiva ex art. 2727 c.c. dalla semplice circostanza che non avesse un lavoro, mentre spetta a chi nega l'esistenza del danno dimostrare che la vittima, benché casalinga, non si occupasse del lavoro domestico.
Secondo i Giudici di Legittimità, infatti, non può ritenersi in re ipsa esistente la prova di una perdita patrimoniale derivante dal venire meno della contribuzione economica e, soprattutto, materiale allo svolgimento del menage familiare, e quindi alla organizzazione della casa e della pulizia di essa prestata dal convivente che viene a mancare qualora questi svolga, come nel caso di specie, una attività lavorativa esterna.
In un regime di normale convivenza, sia essa fondata sul matrimonio o meno, l'apporto economicamente apprezzabile sotto forma di danno patrimoniale, in caso di perdita del congiunto o convivente, alla gestione familiare, sotto forma di lavoro domestico e di organizzazione della vita familiare, può presumersi infatti qualora il convivente si dedichi esclusivamente alla cura della casa.
Nel caso invece in cui svolga una attività lavorativa esterna, il danno non può ritenersi in re ipsa, né la prova può desumersi dal solo fatto della convivenza, ma è necessario che sia fornita la prova, positiva, che questi, oltre a essere impegnato in una attività lavorativa esterna, dedicasse parte delle sue energie residue, in modo significativo ed economicamente apprezzabile tanto da costituire una possibile posta di danno per equivalente, alla cura della casa.
27/09/2017
DANNO DA FERMO TECNCO: SOLO SE PROVATO
Cassazione Civile, sez. III, sentenza 31 maggio 2017 n. 13718. Si segnala questa recente sentenza della Suprema Corte che ribadisce la non automaticità del risarcimento del danno da fermo tecnico.
Infatti secondo la III Sezione della Cassazione Civile “Il danno derivante dall’indisponibilità di un autoveicolo durante il tempo necessario per la riparazione deve essere allegato e dimostrato da colui che ne invoca il risarcimento, il quale deve provare la perdita subita dal suo patrimonio in conseguenza della spesa sostenuta per procacciarsi un mezzo sostitutivo (danno emergente) oppure il mancato guadagno derivante dalla rinuncia forzata ai proventi che avrebbe conseguito con l’uso del veicolo (lucro cessante)”.
25/09/2017
PROFILI DI RESPONSABILITÀ PENALE DEL MEDICO PSICHIATRA
Segnaliamo al lettore una interessantissima ed articolata pronuncia in tema di resppnsbailtá medica, soprattutto alla luce della novella di cui alla legge 24/2017, e sui profili di Penale responsabilità del medico psichiatra.
In particolare la Cassazione afferma la possibilità che il medico psichiatra concorra, a titolo colposo, nel delitto doloso di omicidio commesso dal paziente. Il concorso colposo risulta configurabile, ricorda la Corte, anche rispetto al delitto doloso, purché il reato del partecipe sia previsto dalla legge anche nella forma colposa e la condotta sia il frutto della violazione di quella regola cautelare diretta a prevenire l'evento.
Cass., 28187/2017.
25/09/2017
SUL FURTO DELLA MASSA ATTIVA DEL FALLIMENTO
Nel caso di furto avente ad oggetto un bene ricompreso nella massa attiva di un fallimento, la legittimazione a proporre la querela spetta non solo al curatore fallimentare ma altresì al soggetto fallito, essendo egli per legge provato dell'amministrazione e della disponibilità dei beni, ma non della proprietà e neppure del possesso.
In sentenza viene dato ampio risalto al rapporto tra il bene ed il soggetto passivo delle reato, individuato in colui il quale si trovi in rapporto di connessione qualificato col bene, che gli consenta di trarre dal bene stesso le utilità sue proprie.
Cass., n. 28746/2017.
25/09/2017
PARTICOLARE TENUITÁ ANCHE IN PRESENZA DI PIÙ REATI
Nuova innovazione giurisprudenziale in tema di proscioglimento per particolare tenuità del fatto.
La Casazione, infatti, è giunta a riconoscere l'applicabilità dell'esimente di cui all'articolo 131 bis c.p. anche nei confronti di soggetto imputato di più reato, purché commessi entro il medesimo contesto spazio temporale, in modo da poter essere ricondotti entro una determinazione volitiva unitaria.
Cass., n. 35590/2017.
19/09/2017
LEGITTIMA LA REVOCA DELL'ESAME DELL'IMPUTATO SE NON SI PRESENTA
L'imputato che intende sottoporsi ad esame farebbe sempre meglio a presenziare in udienza: la Cassazione, infatti, ha stabilito la legittimità del provvedimento mediante il quale il giudice revochi l'ordinanza dispositiva dell'esame dell'imputato laddove, già fissato, la persona interessata non si presenti senza addurre un legittimo impedimento.
Cass. Pen., 42538/2017.
19/09/2017
IMPUTAZIONE GENERICA E POTERI DEL GIUDICE
Non è abnorme l'atto mediante il quale il giudice del dibattimento disponga de plano la nullità del capo di imputazione per genericità e la conseguente restituzione degli atti al Pubblico Ministero senza sollecitarne l'integrazione in fase pre dibattimentale.
Secondo la Cassazione, l'ordinanza che dichiara tale nullità non costituisce atto abnorme in quanto non determina alcuna stati nella definizione del procedimento.
Cass. Pen., Sez. II, 42563/2017.
19/09/2017
LE SEZIONI UNITE SULLA SOSPENSIONE FERIALE
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno finalmente sciolto la riserva sulla nuova disciplina della sospensione feriale delle udienze ed i relativi effetti in tema di termine per il deposito delle motivazioni.
La Suprema Corte con sentenza n. 42361 del 2017 ha affermato, adottando un indirizzo contrario a quello della sezione remittente, che la riduzione delle ferie per i Magistrati non comporta automaticamente la sospensione del termine per il deposito delle sentenze, essendo prevalenti i principi di immediatezza e di ragionevole durata del processo.
Cass., Sez. Un., 42361/2017.
12/09/2017
RIFIUTO DELL'ALCOLTEST: UNA SINGOLARE PRONUNCIA
Con la sentenza in commento la Corte di Cassazione ha stabilito che non sussiste il reato di rifiuto di sottoporsi all'accertamento del tasso alcolemico mediante etilometro laddove il conducente si rifiuti di seguire i Carabinieri presso il più vicino presidio ospedaliero, non essendo la fattispecie tipizzata nella norma incriminatrice.
Nel caso i Carabinieri erano privi dell'etilometro.
Cass. pen. n. 40758/2017
08/09/2017
LE SEZIONI UNITE IN TEMA DI SEQUESTRO
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno affermato la legittimità del ricorso avverso un provvedimento di sequestro probatorio (nel caso di specie un personal computer) anche laddove il dispositivo sia comunque stato restituito al proprietario.
Ad essere tutelato, scrivono i giudici di Palazzo Cavour, è il diritto alla riservatezza, di tal che l'indagato ha diritto di impugnare anche il provvedimento che cristallizzi i dati contenuti sul supporto informatico, nonostante l'avvenuta restituzione.
Sez. Un., 40963/2017
04/09/2017
CYBERBULLISMO: APPLICABILE L'AMMONIMENTO
Sino a quando non è proposta querela, avverso le condotte di c.d. cyberbullismo è applicabile la procedura di ammonimento al questore di cui all'art. 8 d.l. 11/2009, conv. in l. n. 38/2009 e successive modificazioni.
L'art. 7 della nuova normativa prevede che il minore venga convocato, unitamente ad almeno un genitore od altro esercente la responsabilità genitoriale, dinanzi il questore.
Gli effetti dell'ammonimento cessano al compimento della maggiore età.
04/09/2017
INTRODOTTA LA LEGGE CONTRO IL CYBERBULLISMO
Con legge n. 71 del 29 maggio 2017 sono state introdotte le nuove norme volte ad arginare il fenomeno del c.d. cyberbullismo.
La legge si pone l'obiettivo di contrastare tale pratica in tutte le sue manifestazioni, con azioni preventive ed una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nelle posizione di vittima sia in quella di responsabili degli illeciti.
Per cyberbullismo si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore, il cui scopo predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.
30/08/2017
LE NUOVE NORME PER L'ELEZIONE DEGLI ORGANI FORENSI
La legge n. 113 del 2017, raccogliendo le indicazioni in precedenza fornite dal Consiglio di Stato e dalle Sezioni Civili della Corte di cassazione, hanno modificato la normativa per l'elezione dei componenti dei Consigli circondariali forensi, introducendo il seguente schema:
- abolizione del voto di lista e candidature individuali, con facoltà per i singoli candidati di aggregarsi sotto un unico simbolo o motto;
- facoltà, per ciascun elettore, di esprimere un numero massimo di voti pari ai 2/3 dei componenti;
- il genere meno rappresentato non può essere comunque inferiore ad 1/3 dei componenti effettivi.
30/08/2017
OMISSIONE DI SOCCORSO: NO ALL'ARRESTO SE CI SI COSTITUISCE ENTRO 24 ORE
La Corte di Cassazione esclude la possibilità di procedere all'arresto in c.d. quasi flagranza del conducente il quale, dopo aver provocato un incidente stradale, si costituisce, mettendosi a disposizione della Polizia Giudiziaria, entro le successive 24 ore.
Cass. Pen., Sez. IV, 14.06.2017, n. 29759.
30/08/2017
MODIFICHE ALLA LEGGE PROFESSIONALE: PREVENTIVO OBBLIGATORIO
Con la legge n. 124 del 2017 - c.d. decreto concorrenza - sono entrate in vigore significative modifiche della legge forense.
Su tutte, è stato introdotto l'obbligo per l'avvocato di redigere un preventivo scritto, in forma cartacea o digitale, di massima sul prevedibile costo dell'attività, a prescindere dall'eventuale richiesta formulata dal cliente.
Sarà onere del legale distinguere nello specifico oneri, spese anche forfetarie e compenso per l'attività da svolgere.
29/08/2017
NO ALLA FLAGRANZA SULLA BASE DELLE MERE INFORMAZIONI DELLA VITTIMA
In tema di arresto in flagranza, segnaliamo il recente arresto delle Sezioni Unite che hanno negato la sussistenza della stato di flagranza nell'ipotesi in cui il soggetto non sia colto nell'atto di commettere il reato, ma venga individuato e successivamente fermato sulla base delle informazioni assunte dalla vittima o da terzi nell'immediatezza del fatto.
Cass. Pen., Sez. Un., 24.11.2016, n. 39131.
24/08/2017
I NUOVI AGGIORNAMENTI
Al termine della pausa estiva, lo staff di Studio legale Pessi è pronto a riprendere con i consueti aggiornamenti giurisprudenziali e normativi.
20/07/2017
CASO TARICCO: DEPOSITATE LE CONCLUSIONI DELL'AVVOCATO GENERALE
Sono state depositate le conclusioni dell'Avvocatura Generale nel celebre caso Taricco e a. contro Italia, pendente avanti la Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
L'Avvocatura generale propende per il riconoscimento di una nozione autonoma di prescrizione, tale da garantire l'efficacia dell'intervento sanzionatorio in materia di frodi IVA mediante la censura dell'istituto del termine massimo di durata della prescrizione di cui all'art. 161, comma 4, c.p.
Al seguente link le conclusioni integrali:
http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text&docid=192922&pageIndex=0&doclang=it&mode=lst&dir&occ=first&part=1&cid=452302
18/07/2017
CORTE COSTITUZIONALE: PREVALENZA DELLA ATTENUANTI ANCHE IN CASO DI RECIDIVA REITERATA
La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 69, comma 4, cod. pen., laddove prevedeva il divieto di prevalenza delle attenuanti sulla recidiva reiterata.
Sposando le considerazioni del giudice rimettente, la Consulta ha affermato che la disciplina siffatta produce irragionevoli conseguenze sanzionatorie, in quanto finisce per equiparare casi oggettivamente lievi a casi di particolare allarme sociale.
La norma censurata si pone in contrasto sia con l'art. 3, sia con l'art. 25 cost., perché determina l'applicazione della stessa pena a fatti oggettivamente diversi e in modo non rispettoso del principio di offensività.
Corte Cost., n. 205/2017
18/07/2017
CORTE COSTITUZIONALE: RITI ALTERNATIVI IN CASO DI NUOVA CONTESTAZIONE
La Corte costituzionale chiude il cerchio sulle nuove contestazioni dibattimentali, affermando la facoltà per l'imputato di formulare richiesta di accedere al rito alternativo laddove il pubblico ministero proceda alla contestazione del fatto diverso ex art. 516 cod. proc. pen.
Corte costituzionale, n. 2016 del 2017
17/07/2017
SEZIONI UNITE: FURTO ED AGGRAVANTE DELLA DESTREZZA
Non si ritiene configurata la circostanza aggravante dell'aver agito con destrezza laddove l'autore del furto si sia limitato ad approfittare di un momento di distrazione della persona offesa, non determinato dall'azione dell'imputato.
Le Sezioni Unite, con sentenza n. 34090 del 2017, risolvono, così, il contrasto giurisprudenziale insorto sul punto, affermando un principio di estrema importanza sotto l'aspetto operativo.
17/07/2017
LA CORTE COSTITUZIONALE INTERVIENE IN TEMA DI STUPEFACENTI
Tenuto conto dell’elevato numero dei giudizi, pendenti e definiti, aventi ad oggetto reati in materia di stupefacenti, non può non formularsi un pressante auspicio affinché il legislatore proceda rapidamente a soddisfare il principio di necessaria proporzionalità del trattamento sanzionatorio, risanando la frattura che separa le pene previste per i fatti lievi e per i fatti non lievi dai commi 5 e 1 dell’articolo 73 del Dpr n. 309 del 1990.
Questo il monito della Corte costituzionale, che, con sentenza n. 179 del 2017, invita il legislatore a rivedere il trattamento sanzionatorio oggi previsto per le droghe c.d. pesanti.
17/07/2017
REATI TRIBUTARI E REVOCA DEL DECRETO PENALE DI CONDANNA
Da revocare tutti i decreti penali di condanna per omesso versamento di ritenute certificate. Nei procedimenti in corso e anche quando la sanzione è definitiva. La Corte di cassazione mette nero su bianco con la sentenza n. 34362 depositata ieri le conseguenze dell’intervento legislativo del 2015, con il decreto 158. L’innalzamento delle soglie di rilevanza penale da 50.000 a 150.000 ha determinato infatti «l’abolizione parziale del reato commesso in epoca antecedente che aveva ad oggetto somme pari o inferiori a detto importo».
Secondo la Cassazione, nel caso di specie troverà applicazione l'art. 673 c.p.p., e la competenza spetta al giudice dell'esecuzione.
17/07/2017
NO AL RISARCIMENTO PER L'ECCESSIVA DURATA DEL PROCESSO SE LE ISTANZE SONO INCONSISTENTI
L'ansia e la sofferenza, che normalmente insorgono nella persona, quali conseguenze psicologiche del perdurare della incertezza sull'assetto delle posizioni coinvolte dal dibattito processuale e nelle quali si sostanzia il danno non patrimoniale per l'eccessivo prolungarsi del giudizio, restano in radice escluse in presenza di una originaria consapevolezza della inconsistenza delle proprie istanze, dato che - in questo caso - difettando una condizione soggettiva di incertezza, viene meno il presupposto del determinarsi di uno stato di disagio. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza 12 giugno 2017 n. 14607
07/07/2017
CORTE EUROPEA: ITALIA NUOVAMENTE SANZIONATA
Con la sentenza Lorefice contro Italia depositata il 20 giugno 2017, la Corte europea dei diritti dell'Uomo ha sanzionato l'ordinamento italiano per la violazione delle norme sul giusto processo.
Si tratta di una condanna che discende dalla mancata rinnovazione, da parte del Giudice penale d’appello, della istruzione dibattimentale.
Segnaliamo che la giurisprudenza interna si era già adeguata al principio espresso dal giudice sovranazionale, ed infatti le Sezioni Unite avevano chiarito che “la previsione contenuta nell’art. 6, par. 3, lett. d) (…) implica che, nel caso di appello del pubblico ministero avverso una sentenza assolutoria, fondata sulla valutazione di prove dichiarative ritenute decisive, il giudice di appello non può riformare la sentenza impugnata nel senso dell’affermazione della responsabilità penale dell’imputato, senza avere proceduto, anche d’ufficio, a norma dell’art. 603, comma 3, cod. proc. pen., a rinnovare l’istruzione dibattimentale attraverso l’esame dei soggetti che abbiano reso dichiarazioni sui fatti del processo ritenute decisive ai fini del giudizio assolutorio di primo grado".
07/07/2017
INTRODOTTO IL REATO DI TORTURA
Introdotto nel codice penale il nuovo art. 613 bis cod. pen. relativo al delitto di tortura: è punito con la reclusione da 4 a 10 anni chiunque, con violenze o minacce gravi o con crudeltà provoca a una persona priva della libertà o affidata alla sua custodia sofferenze fisiche acute o un trauma psichico verificabile.
Specifiche aggravanti, peraltro, scattano in caso di lesioni o morte, ma soprattutto quando il colpevole è un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio. In quest’ultimo caso la pena va da un minimo di 5 a un massimo di 12 anni. Sanzionata anche l’istigazione alla tortura
04/07/2017
FATTO TENUE ED OPPOSIZIONE ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE
In caso di opposizione alla richiesta di archiviazione per tenuità del fatto ai sensi dell’art. 411, comma 1 bis, c.p.p., la persona offesa è tenuta ad indicare, a pena di inammissibilità, le “ragioni del dissenso” rispetto alla sussumibilità della condotta nell’ipotesi di cui all’art. 131 bis c.p. e non necessariamente – come invece richiesto dall’art. 410, comma 1, c.p.p., per l’opposizione alla richiesta di archiviazione per infondatezza di reato – le indagini suppletive e i relativi mezzi di prova, stante la diversità tra le due ipotesi di archiviazione e le ragioni poste a sostegno delle stesse.
Cass. Pen., n. 28242 del 2017.
04/07/2017
COLPA MEDICA: LE LINEE GUIDA NON DEVONO ESSERE INTERPRETATE LETTERALMENTE
La previsione, introdotta all’art. 590-sexies c.p. dalla L. n. 24 del 2017, per cui la punibilità per omicidio colposo o lesioni colpose del professionista sanitario sarebbe esclusa qualora, nel caso in cui l’evento si sia verificato a causa di imperizia, egli abbia rispettato le raccomandazioni previste dalle linee guida o, in mancanza, dalle buone pratiche clinico assistenziali, purché adeguate alle specificità del caso concreto, non può essere interpretata nel senso letterale. Una posizione di tal specie (per cui sarebbe esclusa la punibilità del sanitario che, pur avendo cagionato un evento lesivo a causa di comportamento rimproverabile per imperizia, in qualche momento della relazione terapeutica abbia comunque fatto
applicazione di direttive qualificate, pure quando esse siano estranee al momento topico in cui l’imperizia lesiva si sia realizzata) contrasterebbe non solo con il comune intuito e buon senso, ma sarebbe negatoria del principio costituzionale di colpevolezza su cui è fondato il diritto penale e delle sue declinazioni in materia di colpa; senza contare il vulnus al diritto alla salute del paziente e gli ulteriori profili di incostituzionalità per introduzione di uno statuto normativo irrazionalmente diverso da quello relativo ad altre professioni parimenti rischiose e difficili.
Cass. Pen., Sez. IV, 20.04.2017, n. 28187
04/07/2017
SEZIONI UNITE: LE CIRCOSTANZE INDIPENDENTI NON SONO AD EFFETTO SPECIALE
Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione hanno affermato che: “ai fini della determinazione del tempo necessario a prescrivere, le circostanze c.d. indipendenti che comportano un aumento di pena non superiore ad un terzo (nella specie quella di cui all’art. 609-ter, primo comma, cod. pen.) non rientrano nella categoria delle circostanze ad effetto speciale”.
Cass. Pen., Sez. Un., 28953 del 2017
04/07/2017
SEZIONI UNITE: LA PRESCRIZIONE PREVALE SUL MERITO
Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione hanno affermato che nell'ipotesi di sentenza predibattimentale d'appello, pronunciata in violazione del contraddittorio, con la quale, in riforma della sentenza di condanna di primo grado, è stata dichiarata l'estinzione del reato per prescrizione, la causa estintiva del reato prevale sulla nullità assoluta ed insanabile della sentenza, sempreché non risulti evidente la prova dell'innocenza dell'imputato, dovendo la Corte di Cassazione adottare in tal caso la formula di merito di cui all'art. 129, comma 2, cod. proc. pen.
Cass. Pen., Sez. Un., 28954 del 2017
04/07/2017
GIUDICI DI PACE IN SCIOPERO
Si preavvisa un mese di agitazione per quanto riguarda i procedimenti avanti i Giudici di Pace.
Le associazioni di categoria, infatti, hanno proclamato l'astensione dalle udienze sino al 26 luglio 2017. La protesta è finalizzata ad evidenziare le incongruità della riforma in fase di approvazione, che se da un lato comporta un notevole incremento delle competenze dei Giudici di Pace, dall'altro non prevede alcuno significativo incremento delle risorse destinate alla giustizia onoraria.
27/06/2017
SOSPENSIONE CONDIZIONALE DELLA PENA: REVOCA E LIMITI
In tema di sospensione condizionale della pena, qualora l'interessato abbia fruito due volte del beneficio e riporti una terza condanna per delitto commesso entro i cinque anni dal passaggio in giudicato della seconda, la quale a sua volta si riferisse a delitto commesso entro cinque anni dal passaggio in giudicato della prima, viene meno anche la condizione per continuare a fruire della prima sospensione, la quale deve essere revocata, al pari della seconda.
Cass. Pen., Sez. I, 04.05.2017, n. 21300.
27/06/2017
NON PUNIBILE IL GIORNALISTA CHE RIVELA IL CONENUTO DELLA DENUNCIA
Non integra il delitto di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale la condotta del giornalista che abbia ad oggetto le denunce provenienti da privati: per la sussistenza del reato, infatti, è necessario che la condotta abbia ad oggetto atti o documenti coperti da segreto, da individuarsi nei soli atti compiuti dal Pubblico Ministero o dalla Polizia Giudiziaria.
Cass. Pen, Sez. I, 04.05.2017, n. 21290.
27/06/2017
LAVORO SUBORDINATO: QUANDO INSTALLARE LE TELECAMERE COSTITUISCE REATO
Integra l'ipotesi delittuosa di cui all'art. 4 L. 300/1970 la condotta del datore di lavoro il quale provveda ad installare impianti audiovisivi od altri strumenti dai quali derivi la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori quanto essa non sia stata preceduta da un precedente accordo con le rappresentanze sindacali, a nulla valendo l'acquisito consenso orale o scritto dei singoli lavoratori interessati.
Cass. Pen., Sez. III, 08.05.2017, n. 22148.
23/06/2017
APPROVATA LA PROPOSTA DI LEGGE SULLA TUTELA DEI CORPI POLITICI, AMMINISTRATIVI E GIUDIZIARI
La minaccia ad un corpo politico, amministrativo e giudiziario, od anche ad uno dei componenti, sarà punita con la reclusione da uno a sette anni. Prevista la possibilità di applicare la custodia cautelare in carcere e di fare ricorso alle intercettazioni telefoniche.
Viene approvata, così, questa importante riforma, frutto del lavoro della Commissione istituita al Senato nel 2013.
Proposta 4339/2017, Camera dei Deputati.
23/06/2017
APPROVATA LA RIFORMA SULL'ELEZIONE DEI CONSIGLI FORENSI
Dopo il vaglio del Senato, nella giornata di ieri la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge n. 4339 sulla riforma delle modalità di elezione dei Consigli circondariali forensi.
Ciascun elettore potrà esprimere un numero di preferenze non superiore ai due terzi dei consiglieri da eleggere;
tra le novità, la tutela del genere meno rappresentato ex art. 51 Cost.
la legge prevede candidature individuali, ammette la propaganda «svolta anche attraverso l’aggregazione di più candidati», ed esclude dal diritto di voto «gli avvocati per qualunque ragione sospesi dall’esercizio della professione» e quelli che «abbiano riportato, nei cinque anni precedenti, una sanzione disciplinare esecutiva più grave dell’avvertimento». Possibile anche il voto telematico ma con una serie di procedure di sicurezza stabilite dalla stessa legge.
23/06/2017
SEZIONI UNITE: DEFINITO IL CONCETTO DI PRIVATA DIMORA SUL LUOGO DI LAVORO
Con la sentenza n. 31345 del 2017 le Sezioni Unite della Corte di cassazione hanno stabilito che non rientrano nella nozione di privata dimora i luoghi di lavoro, salvo che il fatto avvenga all'interno di un'area destinata all'esercizio di attività della vita privata.
Sono da considerarsi, invece, luoghi di privata dimora, anche se nel luogo di lavoro, i luoghi ove si svolgono atti della vita privata con interdizione dell'accesso a terzi senza il consenso del titolare.
23/06/2017
SEZIONI UNITE: NO ALLA PARTICOLARE TENUITA' AVANTI IL GIUDICE DI PACE
Con una informazione provvisoria l'ufficio del massimario della Corte di Cassazione ha reso noto che le Sezioni Unite hanno risolto negativamente il contrasto relativo alla possibilità di applicare la causa di non punibilità della particolare tenuità del fatto avanti il Giudice di Pace.
19/06/2017
ARMI E LIBERTA' RELIGIOSA: UN TEMA DI STRETTA ATTUALITA'
La libertà religiosa garantita dall'art. 19 della Costituzione incontra dai limiti, stabiliti dalla legislazione in vista della tutela di altre esigenze, tra cui quelle della pacifica convivenza e della sicurezza, di ordine pubblico. Pertanto, nessun credo religioso può legittimare il porto in luogo pubblico di armi o di oggetti atti ad offendere.
Cass. Pen., 15 maggio 2017, n. 24084.
19/06/2017
MALTRATTAMENTO DI ANIMALI SE LE CONDIZIONI SONO INCOMBATIBILI
In tema di maltrattamento di animali, integra il reato di detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura quella detenzione che si estrinseca in una grave sofferenza dell'animale, che deve essere desunta dalle modalità della custodia, inconciliabili con la condizione propria dell'animale in situazione di benessere.
Cass. Pen., n. 52031/2016.
14/06/2017
SULL'USO PROMISCUO DEL DECODER: NO AL REATO SE NON C'E' UN FINE COMMERCIALE
La giurisprudenza esclude il carattere illecito nella condotta di chi trasporta il proprio decoder all'interno di un circolo privato per assistere ad un evento sportivo insieme agli amici, senza fine di lucro.
Se, per un verso, il reato deve senz'altro ritenersi integrato dalla condotta di chi, utilizzando una “smart card”, legittimamente detenuta in base al contratto ed idonea a consentire la ricezione di programmi televisivi a pagamento per uso esclusivamente domestico, diffonda in pubblico i programmi stessi in assenza di accordo con il distributore», «non può tuttavia farsi rientrare nella nozione di “trasmissione” di programmi televisivi criptati, la “mera condotta di chi associa se stesso ad altre persone nella fruizione dello spettacolo televisivo, a prescindere dalla liceità o meno di ciò sul piano contrattuale e quindi civilistico; ciò che si verifica di norma quando manca il fine di lucro.
Trib. Bari, 1413/2017
14/06/2017
RIFORMA DEL PROCESSO PENALE: OGGI IL TESTO ALLA CAMERA
Dopo l'approvazione da parte del Senato, passa oggi alla Camera dei Deputati l'esame del disegno di legge Orlando sulla riforma del processo penale.
Il clima si preannuncia concitato: la riforma, infatti, ha suscitato l'interesse di opinione pubblica e addetti ai lavori, soprattutto dell'Avvocatura, che ha proclamato ben quattro astensioni negli ultimi quattro mesi.
14/06/2017
LA LEGGE SULLA RESPONSABILITA' DISCIPLINARE DEI MAGISTRATI NON E' RETROATTIVA
La legge sulla responsabilità civile dei magistrati, introdotta nel 2015, non è retroattiva: con una sentenza pronunciata dal Tribunale di Messina è stata affermata l'applicabilità ex nunc del provvedimento legislativo che riconosce la possibilità di ottenere il risarcimento del danno in presenza di condotte negligenti da parte del magistrato (nel caso di specie, uxoricidio dovuto all'inerzia dell'avvio della fase investigativa da parte del pubblico ministero).
Trib. Messina, n. 5384/2015.
13/06/2017
NO ALLA NUOVA RICHIESTA DI GRATUITO PATROCINIO NEL SUB PROCEDIMENTO
Il ricorrente che si vede rigettare la richiesta di ammissione al Patrocinio a Spese dello Stato non può reiterare la medesima istanza nel procedimento derivato dall'opposizione al provvedimento di diniego.
Per la prima volta la giurisprudenza della Suprema Corte si sofferma sul tema, fornendo un'interpretazione restrittiva: la richiesta di gratuito patrocinio, infatti, potrà essere presentata una seconda volta solo laddove il procedimento risulti del tutto indipendente da quello in cui fu adottato il provvedimento di rigetto.
13/06/2017
SANZIONATO IL PUBBLICO MINISTERO INERTE SINO ALLA PRESCRIZIONI
Le Sezioni Unite della Cassazione civile si sono pronunciate su un tema di stretta attualità, ovvero la prescrizione del reato nella fase delle indagini preliminari.
E' stata affermata, in particolare, la responsabilità disciplinare del Pubblico Ministero inerte, che protrae le indagini preliminari senza adottare alcuna determinazione, sino alla prescrizione del reato.
Nella vicenda affrontata dalla Cassazione il danno ingiusto per la parte civile è stato provocato dall’impossibilità di ottenere risarcimento in sede penale, dovendo invece intraprendere tutto il percorso in sede civile, allungando così i tempi della decisione. Il vantaggio indebito per gli imputati è poi rappresentato dal proscioglimento per intervenuta prescrizione.
Cass., Sez. Un., 10793/2017.
12/06/2017
PECULATO D'USO E NAVIGAZIONE SU INTERNET
In tema di peculato d'uso, con riferimento alla questione dell'utilizzo da parte del dipendente pubblico di Internet per finalità non istituzionali mediante il computer dell'ufficio o mediante il telefono cellulare concesso in uso per ragioni di servizio, è necessario verificare il tipo di convenzione che lega l'ente al gestore del servizio di Internet e, segnatamente, se l'ente paghi una somma forfettaria al mese (c.d. tariffa flat), per cui sia economicamente indifferente il numero e la durata delle connessioni ad Internet eseguite dall'ufficio (e non vi sia danno economico anche a fronte di connessioni illegittime), o, se, di contro, l'ente paghi il corrispettivo in funzione della durata delle singole connessioni (c.d. tariffa bundle, cioè a consumo). In quest'ultimo caso la condotta illegittima del dipendente provoca un immediato danno patrimoniale all'ente ed è dunque penalmente rilevante.
Cass., n.26297/2017
12/06/2017
NO ISTIGAZIONE A DELINQUERE SUI SOCIAL
Ai fini della configurazione della fattispecie di cui all'articolo 414 del Cpnon rileva la tipologia dei reati in relazione ai quali si esplica l'attività comunicativa, ma le modalità con cui la comunicazione viene esternata, che devono possedere connotazioni di potenzialità diffusiva, conseguenti al fatto di essere destinate a un numero indeterminato di soggetti e comunque non riconducibili a un ambito strettamente interpersonale. Lo ha chiarito la Cassazione penale con la sentenza n. 24103 del 15 maggio 2017. Ne consegue che non è integrato il reato nel caso in cui la diffusione sia circoscritta in ambito esclusivamente privato e interpersonale, come nel caso di conversazioni o chat private di un social network.
Cass., n. 24103/2017
12/06/2017
FURTO IN FARMACIA E NOZIONE DI ABITAZIONE
Nel caso di furto realizzato all'interno di una farmacia, il reato previsto dall'articolo 624-bis del C.p. è ravvisabile soltanto quando l'introduzione clandestina avvenga nelle aree assolutamente interdette al pubblico (dove sono stivate le scorte di medicinali) o nei locali (spogliatoi, armadietti, servizi igienici) riservati al titolare e ai dipendenti in cui questi, durante i turni di lavoro, ma anche quando non sono in servizio, ripongono e custodiscono effetti personali.
In caso contrario, risulterà integrata l'ipotesi di furto semplice.
Cass., n.21865/2017
07/06/2017
SOSPENSIONE DEL PROCEDIMENTO: LA PATOLOGIA NON BASTA
La mera patologia psichiatrica sofferta dall'imputato, non accompagnata da una effettiva ed attuale incapacità di comprendere quanto avviene in sua presenza, e quindi di stare in giudizio, non costituisce causa sufficiente a giustificare la sospensione del procedimento penale.
Cass. Pen.,20.04.2017, 18968.
07/06/2017
AMBIENTE: PUNIBILE IL SINDACO CHE NON RISPETTA LE AUTORIZZAZIONI
Il Sindaco risponde penalmente, a titolo di dolo ovvero di colpa, delle inosservanze alle prescrizioni impartite al Comune sulla gestione di una discarica.
La mancata verifica dell'adempimento delle prescrizioni, correlata alla mancata attivazione dei competenti Uffici comunali, costituisce condotta negligente, idonea a fondare il giudizio di colpevolezza.
Cass. Pen., 10.04.2017, n. 17903.
06/06/2017
SULLA RIPARAZIONE PER INGIUSTA DETENZIONE
Ai fini del rigetto della domanda di riparazione per ingiusta detenzione, la colpa grave di cui all'art. 314 cod. pen., deve sussistere un collegamento causale tra la condotta dell'imputato e l'applicazione della misura cautelare, compreso il suo mantenimento.
La colpa grave non può desumersi dalla mera sussistenza degli indizi di colpevolezza, presupposto essenziale per l'applicazione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale.
Cass. Pen., 27689/2017.
06/06/2017
PARTICOLARE TENUITÀ ANCHE PER I REATI PUNITI CON L'AMMENDA
La Corte di Cassazione ha affermato la particolare tenuità del fatto anche in relazione ai reati contravvenzionali puniti con la sola pena dell'ammenda. Lo ha stabilito i giudici di legittimità, ricordando che la valutazione del giudicante deve fondarsi sulle concrete circostanze del fatto e della modesta entità del danno o del pericolo cagionato.
Nel caso di specie, l'imputato era stato condannato in grado d'appello per porto abusivo di un coltello in luogo pubblico.
Cass. Pen., 27752/2017.
30/05/2017
RESPONSABILITA' COLPOSA DEL MEDICO PSICHIATRA
Il medico psichiatra che, avendo in cura un paziente affetto da schizofrenia, il quale poche ore prima abbia dato luogo a manifestazioni di pericolosità, decida di trasferirlo presso altra struttura, risponde per colpa delle lesioni riportate dal personale dell'ambulanza a seguito di incidente stradale cagionato da improvvise manifestazioni di aggressività del trasportato, da cui sia derivato un incidente stradale.
Cass. Pen., Sez. IV, 10.02.2017, n. 6380.
30/05/2017
NOTIFICAZIONI A MEZZO PEC NEL PROCESSO PENALE
In materia di notificazioni, è stata ritenuta legittima la notifica effettuata dal difensore dell'imputato al difensore della persona offesa a mezzo p.e.c. invece che tramite raccomandata, dell'istanza di modifica del regime cautelare ex art. 299 cod. proc. pen.
Come noto, la giurisprudenza riconosce la validità delle sole notifiche a mezzo p.e.c. tra parti private, mentre è ancora preclusa al difensore, nell'ambito del processo penale, la notifica di un atto giudiziario alla cancelleria.
Cass. Pen., Sez. II, 10.02.2017, n. 6320.
25/05/2017
REATI TRIBUTATI: LA PRESCRIZIONE CANCELLA ANCHE LA SANZIONE AMMNISTRATIVA
Segnaliamo una recente sentenza pronunciata dal Tribunale di Salerno in materia di omesso versamento della ritenute previdenziali ed assistenziali e prescrizione del reato.
In caso di abolitio criminis,accompagnata dalla trasformazione del reato in illecito amministrativo, si deve distinguere a seconda che la causa estintiva sia intervenuta in epoca anteriore o posteriore all'entrata in vigore della legge di depenalizzazione.
Nel primo caso il giudice deve privilegiare il proscioglimento per estinzione dell'illecito, perché tale pronuncia risulta in concreto più favorevole della declaratoria che il fatto non è previsto dalla legge come reato, in esito alla quale la condotta rimane pur sempre perseguibile in sede amministrativa. Viceversa, se la causa estintiva sopravviene alla depenalizzazione, il giudice deve dichiarare che questo non è più previsto dalla legge come reato essendosi verificata “in primis” la decadenza dalla giurisdizione che inibisce ogni diversa pronuncia.
Trib. Salerno, n. 285 del 2017
25/05/2017
MALTRATTAMENTI CONFIGURABILI ANCHE SE VIENE MENO LA CONVIVENZA
Il delitto di maltrattamenti in famiglia è configurabile anche nell'ambito della famiglia di fatto.
Stante l'equiparazione tra famiglia legittima e famiglia naturale, la Cassazione ha stabilito la punibilità di tutte quelle condotte le quali sono rivolte nei confronti del compagno o del figlio, anche successivamente alla cessazione della convivenza.
Cass. Pen., n. 25518/2017.
25/05/2017
OMICIDIO STRADALE: UNA DECISIONE SINGOLARE
In tema di omicidio stradale, la Corte di Cassazione ha escluso che il soggetto agente possa essere ritenuto responsabile non solo della morte della donna investita, ma altresì del nascituro che portava in grembo.
Non si può presumere, secondo la Corte, che l'agente dovesse evincere lo stato di gravidanza dalla giovane età della persona offesa, in difetto della prova specifica della conoscenza di tale elemento.
CASS., N. 25552/2017
23/05/2017
REATI SESSUALI E TESTIMONIANZA DELLA PERSONA OFFESA
In tema di reati sessuali, la testimonianza della persona offesa, che spesso costituisce l'unica fonte di prova, deve essere attentamente vagliata in sede dibattimentale, considerando sia l'attendibilità intrinseca del teste, sia la sussistenza di riscontri esterni a sostegno delle argomentazioni, al fine di consentire una valutazione completa del percorso logico giuridico intrapreso dal Giudicante.
Cass. Pen., n. 19956 del 2017
22/05/2017
EVASIONE DAI DOMICILIARI SE NON SI RISPONDE AL CITOFONO
In tema di evasione, l'allontanamento dell'imputato dal luogo degli arresti domiciliari senza autorizzazione può essere legittimamente desunto dalla sua mancata risposta al suono del citofono, attivato dalla P.G. nel coeso di un controllo notturno per un rilevante lasso di tempo, nonché con modalità insistenti e tali da richiamare l'attenzione.
Cass. Pen., Sez. VI, 13.01.2016, n. 1071.
22/05/2017
SE IL DIPENDENTE CAGIONA UN INCIDENTE STRADALE IL DATORE DI LAVORO PUO' AGIRE IN RIVALSA
Ove il datore di lavoro, proprietario del veicolo, sia corresponsabile solidalmente nei confronti di un terzo ex art. 2054 cod. civ. per un incidente stradale causato dal lavoratore subordinato, conducente del mezzo, il principio in forza del quale nell'obbligazione solidale da fatto illecito l'onere di ciascun obbligato nei rapporti interni è proporzionale alla rispettiva colpa comporta che il proprietario del veicolo, datore di lavoro, può esperire nello stesso, ma anche in separato giudizio, azione di rivalsa contro il conducente dipendente, autore del fatto dannoso, per l'intera somma pagata al danneggiato.
Cass. Civ., Sez. Lav., 01.12.2016, n. 24567.
22/05/2017
ASSICURAZIONI: RISARCIMENTO DIRETTO ANCHE CON PIU' DI DUE VEICOLI COINVOLTI
La procedura di indennizzo diretto, di cui all'art. 149 del Codice delle Assicurazioni, è applicabile anche in caso di collisione che abbia riguardato più di due veicoli, con esclusione della sola ipotesi in cui, oltre al veicolo dell'istante e a quello nei cui confronti questi rivolge le proprie pretese, siano coinvolti ulteriori veicoli responsabili del danno.
Cass. Civ., ord. 07.02.2017, n. 3146
22/05/2017
SOSPENSIONE DEL PROCEDIMENTO: CONTRASTO GIURISPRUDENZIALE
Disattendendo il precedente orientamento giurisprudenziale la Corte di Cassazione ha stabilito la competenza del Giudice per le Indagini Preliminari a decidere sulla richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato emessa in sede di opposizione a decreto penale di condanna.
La pronuncia è destinata ad aprire nuove incertezze ed appare probabile che la questione venga rimessa alle Sezioni Unite.
Cass. Pen., 04.05.2017, n. 21324.
19/05/2017
DECRETO PENALE DI CONDANNA E MESSA ALLA PROVA
Benché l’ordinanza con la quale il giudice rigetta l’istanza di sospensione del processo per la messa alla prova non è immediatamente impugnabile dall’imputato con ricorso per cassazione (sezioni Unite, 31 marzo 2016, Rigacci), deve ritenersi ricorribile in Cassazione, in quanto abnorme, il provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari abbia rigettato, ritenendola inammissibile, l’istanza presentata con l’opposizione al decreto penale. Infatti, tale provvedimento non solo è in evidente violazione di legge - essendo espressamente previsto dall’articolo 464-bis, comma 2, ultimo periodo, del Cpp che con l’opposizione a decreto penale di condanna possa essere richiesta la sospensione del procedimento con messa alla prova - ma è anche abnorme sotto l’aspetto funzionale, in quanto determina un decisivo e verosimilmente non rimediabile nocumento al diritto di difesa, finendo con il precludere all’interessato la possibilità di beneficiare della messa alla prova.
Cass. Pen., 04.05.2017, n. 21324.
19/05/2017
RITO ABBREVIATO E NUOVE PROVE IN APPELLO
Nel giudizio di appello avverso la sentenza emessa all’esito del giudizio abbreviato non condizionato, l’assunzione di nuove prove è possibile solo qualora queste non si riferiscano a circostanze di fatto anteriori al processo e conosciute dall’imputato, trattandosi altrimenti, di prove che avrebbero dovuto formare oggetto di una richiesta di giudizio abbreviato condizionato a integrazione probatoria da sottoporre al relativo vaglio di ammissibilità.
Cass. Pen., Sez. IV, 20.04.2017, n. 19044.
19/05/2017
L'ACCERTAMENTO MEDIANTE ETILOMETRO COSTITUISCE ATTO IRRIPETIBILE
In tema di guida in stato d'ebbrezza, rientrano a pieno titolo nel novero di atti irripetibili ex art. 354 cod. proc. pen., sia l'accertamento del tasso alcolemico mediante etilometro, sia l'accertamento degli ulteriori elementi sintomatici presentati dal soggetto interessato.
Come tali meritano a pieno titolo l'ingresso nel fascicolo per il dibattimento ex art. 431 cod. proc. pen.
Cass. Pen., 28.04.2017, n. 20325.
17/05/2017
APPROPRIAZIONE INDEBITA ED ILLECITO CIVILISTICO
Il promittente venditore, il quale non restituisce all'acquirente il denaro versato a titolo di acconto a seguito di risoluzione del contratto, non commette il delitto di appropriazione indebita, ma bensì un mero illecito civilistico.
A stabilirlo la Cassazione con la sentenza n. 15815 del 2017.
16/05/2017
ASSOLTO IL PADRE CHE VERSA IL DOPPIO
In tema di inadempimento agli obblighi di assistenza familiare registriamo un recente intervento della Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza di assoluzione pronunciata nei confronti di un padre il quale, nonostante il ritardo nel versamento dell'assegno di mantenimento alla ex moglie, aveva spontaneamente adempiuto versando il doppio del dovuto.
Deve escludersi, afferma la Cassazione, "ogni automatica equiparazione dell'inadempimento dell'obbligo stabilito dal giudice civile alla violazione della legge penale e, nell'ipotesi di corresponsione parziale dell'assegno stabilito in sede civile per il mantenimento, il giudice penale deve accertare se tale condotta abbia inciso apprezzabilmente sulla disponibilità dei mezzi economici che il soggetto obbligato è tenuto a fornire ai beneficiari, ivi compresa l'oggettiva rilevanza del mutamento di capacità economica intervenuta, in relazione alla persona del debitore".
Cass. Pen., 24050/2017.
16/05/2017
IMMIGRATI: NO AGLI "ARCIPELAGHI CULTURALI".
Con la richiamata sentenza, la Cassazione enuncia un principio di diritto ulteriore, destinato a trovare ampio seguito nella vita giudiziaria, considerata l'emergenza immigrazione di cui tanto si parla negli ultimi tempi.
«essenziale l’obbligo per l’immigrato di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale, in cui ha liberamente scelto di inserirsi, e di verificare preventivamente la compatibilità dei propri comportamenti con i principi che la regolano e quindi della liceità di essi in relazione all’ordinamento giuridico che la disciplina». L’immigrato, mette in evidenza la Cassazione, deve essere conseguente con la scelta fatta di stabilirsi in un altro Paese, deve avere consapevolezza che i valori di riferimento saranno diversi da quelli di provenienza e che il loro rispetto non è oggetto di scambio. Non è possibile che l’attaccamento ai propri valori di origine conduca alla trasgressione delle leggi della società in cui si è liberamente scelto di vivere.
16/05/2017
RISPETTO DELLA CIVILTA' GIURIDICA DEL PAESE OSPITANTE
Rispetto dei diritti umani e dei principi della civiltà giuridica: la Corte di Cassazione conferma la condanna di un cittadino indiano per il porto di un coltello atto ad offendere, seppur per motivi religiosi.
In una società multietnica, afferma la Corte, la convivenza tra soggetti di etnia diversa richiede necessariamente l’identificazione di un nucleo comune in cui immigrati e società di accoglienza si debbono riconoscere». È vero che l’integrazione non ha come conseguenza l’abbandono della cultura di origine, e su questo punto è la sentenza a valorizzare un articolo della Costituzione, il 2, che valorizza il pluralismo sociale; tuttavia il limite non può che essere costituito dal rispetto dei diritti dell’uomo e della civiltà giuridica della società ospitante.
Cass. 24084/2017.
15/05/2017
LA REVOCA DELLA PATENTE È SANZIONE AMMINISTRATIVA
Un tema sempre ricorrente, quello della natura penale, ovvero amministrativa, della sanzione accessoria della revoca della patente conseguente alla sentenza di condanna per il reato di guida in stato di ebbrezza.
Secondo gli ultimi pronunciamenti della Cassazione, la revoca della patente, ancorché disposta dal giudice penale, conserva la natura di sanzione amministrativa accessoria.
15/05/2017
CONFISCA DI DENARO: VIENE MENO L'ONERE PROBATORIO
Qualora la confisca abbia ad oggetto denaro, costituente prezzo o profitto del reato, la confisca deve intendersi diretta, senza onere di dimostrare il nesso di derivazione tra la somma e la commissione del fatto illecito.
15/05/2017
MALVERSAZIONE E TRUFFA AGGRAVATA POSSONO CONCORRERE
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno affermato il principio di diritto secondo il quale è ammissibile il concorso materiale tra i reati di malversazione a danno dello Stato e truffa aggravata per il conferimento di erogazioni pubbliche, sancendo, così un caposaldo che avrà effetti diretti in tutti quei procedimenti pendenti per delitti contro la Pubblica Amministrazione.
12/05/2017
IL PRATICANTE CHE SI PRESENTA COME LEGALE COMMETTE ESERCIZIO ABUSIVO DELLA PROFESSIONE
Ritorna d'attualità una tematica cara a tutti coloro i quali svolgono la pratica forense: facoltà e limiti nell'esercizio della professione forense da parte del praticante avvocato.
Con la sentenza n. 7630 del 17 febbraio 2017, la V Sezione della Cassazione afferma la punibilità a titolo di esercizio abusivo della professione della condotta di chi, non essendo abilitato all'esercizio della professione suddetta, si sia presentato, nell'ambito di una controversia civilistica insorta a seguito di sinistro stradale, come legale incaricato della trattazione della pratica con la compagnia di assicurazione, tenendo i contatti con la stessa e facendo firmare al cliente quietanze all'esito di trattative stragiudiziali.
12/05/2017
REATO AGGRAVATO ANCHE SE IL MINORE NON SIA VISIBILE ALL'AUTORE DEL REATO
La circostanza aggravante dell'essere stato il delitto commesso alla presenza del minore è configurabile tutte le volte in cui il minore degil anni diciotto percepisca la commissione del reato, anche quando la sua presenza non sia visibile all'autore del reato, se questi ne abbia la consapevolezza ovvero avrebbe dovuto averla utilizzando l'ordinaria diligenza.
Cass. Pen., Sez. I, 14.03.2017, n. 12328.
12/05/2017
ATTI PERSECUTORI: SE C'E' LA QUERELA SONO PUNIBILI ANCHE LE CONDOTTE PRECEDENTI
In tema di stalking si segnala un recente pronunciamento della Corte di Cassazione, mediante il quale i giudici di legittimità, riconosciuta la natura di reato abituale a reiterazione necessaria delle condotte, affermano che la querela estende la sua efficacia anche alle condotte pregresse.
Cass. Pen., Sez. V, 16.11.2016, n. 48268.
11/05/2017
CONTRATTO BANCARIO NULLO SE FIRMATO SOLO DAL CLIENTE
Con la sentenza Cassazione Sez. I, del 24 marzo 2016 n. 5919 si assiste ad un cambiamento di rotta in materia di contratti bancari e finanziari, in cui si controverta sulla validità del contratto c.d. “monofirma” prodotto in giudizio, ossia caratterizzato dalla presenza sul documento della sola sottoscrizione del cliente, mentre manca la firma della banca o dell’intermediario finanziario.
Come è noto, la disciplina dei contratti bancari e finanziari prevede la necessità di forma scritta del contratto a pena di nullità (art. 117 T.U.B. e art 23 T.U.F.). Trattasi di nullità c.d. “di protezione” che può essere fatta valere solo dal cliente se ritenuta a suo vantaggio (art. 127 T.U.B. e art 23 T.U.F.). Con la conseguenza che è di tutta evidenza che l’eventuale documentazione depositata dalla banca (contabili, attestati di seguito, estratti conto) non possiede i caratteri della "estrinsecazione diretta della volontà contrattuale", tale da comportare il perfezionamento del contratto, trattandosi piuttosto di documentazione predisposta e consegnata in esecuzione degli obblighi derivanti dal contratto il cui perfezionamento si intende dimostrare e, cioè, da comportamenti attuativi di esso e, in definitiva, di comportamenti concludenti che, per definizione, non possono validamente dar luogo alla stipulazione di un contratto formale.
11/05/2017
PADOVA: PRESENTATA LA GIORNATA DELLA CONSULENZA GRATUITA
Nella giornata di ieri si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della giornata della consulenza gratuita denominata "l'Avvocatura incontra la città", tenuta dal Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Padova, Avv. Francesco Rossi.
Per ogni maggiore informazione: www.ordineavvocatipadova.it
11/05/2017
STALKING: NON INTEGRANO IL REATO REITERATE RICHIESTE DI RESTITUZIONE DI UN PRESTITO
Non può essere considerato stalking il comportamento, anche molesto, dell'uomo che aveva prestato dei soldi alla donna di cui si era invaghito e, dopo l'inutile corteggiamento, la tempestava di telefonate per riaverli. Inutilmente il pm fa ricorso contro l'assoluzione dal reato di stalking.
Viene, così, riconosciuta l'irrilevanza penale della condotta del soggetto agente finalizzata unicamente ad ottenere la restituzione del denaro prestato, senza alcuna intenzione di cagionare stati di ansia e di paura ed alterazione delle abitudini di vita.
Cass. Pen., 22703 del 2017.
11/05/2017
DIRITTO PENITENZIARIO: GLI ULTIMI ORIENTAMENTI
In materia di diritto penitenziario la Corte di Cassazione consolida un orientamento sempre più diffuso a seguito della pronuncia Torreggiani della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo del 2013.
La Suprema Corte ricorda, infatti, che per spazio minimo vitale deve intendersi quell'area effettivamente fruibile dal detenuto, idonea al movimento, senza considerare gli arredi, il letto ed il servizio igienico.
Cass.,22929 del 2017.
11/05/2017
DIVORZIO: LA CASSAZIONE AFFERMA IL PRINCIPIO DELL'AUTOSUFFICIENZA
In materia di assegno di divorzio, il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio non costituisce più il parametro cui fare riferimento per la determinazione dell'importo dovuto a titolo di mantenimento.
La Corte di Cassazione sancisce, infatti, i principi dell'indipendenza economica e dell'autosufficienza, superando, così, un orientamento costante da oltre un trentennio.
L’interesse tutelato con l’attribuzione dell’assegno divorzile – scrive la Corte – non è il riequilibrio delle condizioni economiche degli ex coniugi, ma il raggiungimento dell’indipendenza economica, in tal senso dovendosi intendere la funzione – esclusivamente – assistenziale dell’assegno divorzile.
Cass., 10 maggio 2017, n. 11504
09/05/2017
RINNOVAZIONE IN APPELLO ANCHE SU IMPUGNAZIONE DEL PUBBLICO MINISTERO
L'obbligo di rinnovazione dell'istruttoria, principalmente con riguardo all'appello seguente ad un giudizio dibattimentale, deve trovare applicazione anche all'impugnazione proposta dall'accusa avverso una sentenza assolutoria pronunciata a conclusione di un giudizio abbreviato, ove questa sia basata sulla valutazione di prove dichiarative ritenute decisive dal primo giudice ed il cui valore sia stato posto in discussione dal PM appellante. In tal caso, il giudice dell'appello deve esercitare i suoi poteri di integrazione probatoria adottabili anche nel rito speciale del giudizio abbreviato, essendo irrilevante il fatto che gli apporti dichiarativi siano stati trattati in primo grado solo da atti di indagine o da semplici integrazioni probatorie.
Cass. Pen., Sez. Un., 18620/2017
09/05/2017
PUNIBILE IL DATORE DI LAVORO CHE INSTALLA TELECAMERE SENZA IL CONSENSO DEL SINDACATO
La condotta del datore di lavoro che procede all'installazione di videocamere di sorveglianza, previo consenso dei lavoratori ma senza alcuna preventiva comunicazione alla competente associazione sindacale, costituisce reato ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.
Ad essere leso, secondo la giurisprudenza di legittimità, è l'interesse collettivo di cui sono portatori gli organismi sindacali.
Cass. Pen., n. 22148/2017.
09/05/2017
SEPARAZIONE DELLE CARRIERE: SUPERATA QUOTA 7000!
IL comitato organizzatore della proposta di riforma costituzionale per la separazione delle carriere tra Magistratura requirente e Magistratura giudicante comunica di aver già raggiunto la considerevole cifra di 7.053 firme raccolte in un solo fine settimana.
Per ogni maggiore informazione vi invitiamo a consultare il sito
www.separazionedellecarriere.it.
08/05/2017
INFORTUNI SUL LAVORO: CONDANNATO IL DATORE DI LAVORO CHE NON ADEMPIE ALLA FORMAZIONE
Il datore di lavoro che non adempie agli obblighi di informazione e formazione gravanti su di lui e sui suoi delegati risponde, a titolo di colpa specifica, dell'infortunio dipeso dalla negligenza del lavoratore il quale, nell'espletamento delle proprie mansioni, pone in essere condotte imprudenti, trattandosi di conseguenza diretta e prevedibile della inadempienza degli obblighi formativi.
Corte di cassazione, sezione IV, sentenza 1° ottobre 2015 n. 39765.
08/05/2017
INFORTUNI SUL LAVORO: PREVALGONO ANCORA ABNORMITA' ED IMPREVEDIBILITA'
La condotta incauta del lavoratore infortunato non assurge a causa sopravvenuta da sola sufficiente a produrre l'evento quando sia comunque riconducibile all'area di rischio propria della lavorazione svolta: in tal senso il datore di lavoro è esonerato da responsabilità solo quando il comportamento del lavoratore, e le sue conseguenze, presentino i caratteri dell'eccezionalità, dell'abnormità, dell'esorbitanza rispetto al procedimento lavorativo e alle direttive di organizzazione ricevute.
Cass. Pen., n. 16123 del 2017.
08/05/2017
RUMORI: CONTA IL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA DI TOLLERABLITA'
In materia di disturbo del riposo e delle occupazioni delle persone, segnaliamo il più recente, ed ormai consolidato, orientamento della giurisprudenza di legittimità, la quale ritiene sussistente l'illecito penale laddove i rumori prodotti, oltre a superare la soglia della normale tollerabilità, siano idonei a propagarsi ed a disturbare una pluralità indeterminata di persone.
Cass. Pen., Sez. VI, n. 18416/2017.
08/05/2017
RISARCIMENTO INTEGRALE DA PARTE DELLA PROPRIA COMPAGNIA
In difetto del consenso dell'assicurato, l'accordo tra gli assicuratori circa la ripartizione tra loro del rischio non è opponibile all'assicurato stesso, che resta estraneo al patto e conserva il diritto di richiedere all'unico assicuratore con il quale ha concluso il contratto il pagamento dell'intera indennità assicurativa.
Con la sentenza n. 9961 del 2017 viene ribadito dalla Suprema corte di cassazione il principio per il quale il contratto di coassicurazione genera separati rapporti assicurativi, in virtù dei quali ciascun assicuratore è titolare delle sole posizioni soggettive sostanziali e processuali relative al proprio rapporto con l'assicurato.
06/05/2017
DIFFAMAZIONE: GLI ULTIMI ORIENTAMENTI
Integra il delitto di diffamazione, e non l'illecito civile di ingiuria aggravata, l'invio di una missiva a contenuto diffamatorio ad una pluralità di destinatari, compreso l'offeso, stante la non contestualità del recepimento dell'offesa e la conseguente maggiore diffusione della stessa.
Cass. Pen., Sez. V, 21.04.2017, n. 19317.
06/05/2017
INCIDENTE STRADALE ED ERRORE DEI SANITARI
L'eventuale errore del personale sanitario, intervenuto a seguito di incidente stradale, nella prestazione delle cure alla vittima del sinistro non può ritenersi causa autonoma ed indipendente, tale da interrompere il nesso causale tra il comportamento di colui che ha provocato l'incidente e la successiva morte del ferito.
Cass., Sez. IV, 20.04.2017, n. 19033.
06/05/2017
PARTICOLARE TENUITA' E GIUDICE DI PACE: PAROLA ALLE SEZIONI UNITE
La terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha devoluto alle Sezioni Unite la seguente questione di diritto: se l'art. 131 bis cod. pen. sia applicabile nei procedimenti che si svolgono davanti al giudice di pace.
Sez. III, Ord. 28.04.2017, n. 20245.
06/05/2017
LA PRESCRIZIONE PREVALE SUL MERITO
Prende sempre più piede quell'orientamento giurisprudenziale che riconosce prevalenza alla pronuncia delle sentenza predibattimentali in grado d'appello, pronunciate in camera di consiglio senza l'intervento delle parti, che dichiarano l'estinzione del reato per intervenuta prescrizione.
La causa di estinzione del reato viene considerata dalla Suprema Corte prevalente, salvo che la prova dell'innocenza dell'imputato risulti evidente.
Cass. Pen., Sez. Un. del 27.04.2017
04/05/2017
NO AL SEQUESTRO PREVENTIVO IN MATERIA DI MALTRATTAMENTO DI ANIMALI
Devesi ritenere illegittimo il provvedimento di sequestro preventivo richiesto dal Pubblico Ministero sul cucciolo di un animale già sottoposto a misura ablatoria per il delitto di maltrattamento di animali. Il cucciolo, infatti, è da ritenersi un essere vivente dotato di sensibilità psico - fisica e, come tale, non può essere considerato alla stregua di un "frutto civilistico" del bene sequestrato.
Cass. Pen., Sez. III, n. 20934/2017.
04/05/2017
TRA PRESCRIZIONE E DEPENALIZZAZIONE PREVALE QUEST'ULTIMA
In applicazione del principio del favor rei la declaratoria di intervenuta depenalizzazione e conseguente trasmissione degli atti all'autorità amministrativa prevale sulla dichiarazione di prescrizione.
Così ha statuito la Corte di Cassazione in un caso relativo all'omesso versamento di tributi i.v.a.
Si registra comunque sul punto un contrasto tra le diverse sezioni, in attesa del probabile pronunciamento delle Sezioni Unite.
Cass. Pen., Sez. III, n. 20892/2017
03/05/2017
FURTO: SE LA PERSONA OFFESA SI DISTRAE NON V'E' DESTREZZA
Con informazione provvisoria del 27 aprile le Sezioni Unite escludono la configurabilità dell'aggravante della destrezza per il ladro che si appropria della cosa altrui approfittando di un momento di distrazione dell'offeso.
Prevale, così, l'orientamento secondo il quale perché scatti l’aggravante della destrezza il ladro deve fare qualcosa di più che afferrare l’”occasione” al volo, l’agente deve infatti, mettere in atto un’attività che per astuzia e rapidità sia tale da superare l’attenzione e la vigilanza dell’uomo medio. Per questo non c’è la destrezza per chi ruba la macchina lasciata incustodita (sentenza 22164 del 2016) quando il conducente è sceso a chiudere il cancello.
03/05/2017
IL 20 MAGGIO TORNA LA GIORNATA DELLA CONSULENZA GRATUITA
L'Ordine degli Avvocati di Padova ha organizzato per il secondo anno consecutivo la giornata della consulenza gratuita denominata "l'Avvocatura incontra la città".
L'evento ha riscosso notevole successo nella passata edizione: i numerosi cittadini accorsi a Palazzo della Ragione si sono potuti confrontare, gratuitamente e senza impegno, con i professionisti che hanno messo a disposizione competenza ed entusiasmo a servizio della collettività nelle materie più disparate.
Appuntamento il 20 maggio, dalle 9 alle 17, a Palazzo della Ragione!
Maggiori informazioni su www.ordineavvocatipadova.it
03/05/2017
IN CORSO LA TERZA ASTENSIONE IN TRE MESI
L'Unione delle Camere Penali Italiane ha indetto, per il terzo mese consecutivo, l'astensione dalle udienze: la "serrata", che si protrarrà dal 2 al 5 maggio, vuole portare all'attenzione dell'opinione pubblica le evidenti lesioni del diritto di difesa dell'imputato contenute nel progetto di riforma al vaglio del Parlamento, su tutte la sospensione dei termini di prescrizione tra le diverse fasi del processo e la partecipazione dell'imputato a distanza.
02/05/2017
IL SOCIO NON PUO' PROPORRE RECLAMO AVVERSO LA SENTENZA DICHIARATIVA DI FALLIMENTO
La Cassazione Civile, con sentenza dd.03.02.2017 n° 2957 ha statuito che il socio di una società fallita, la quale abbia presentato ricorso per autofallimento, è privo della legittimazione a proporre reclamo avverso la sentenza dichiarativa del fallimento, poiché la delibera assembleare di autorizzazione alla presentazione della domanda, se non impugnata e, successivamente, sospesa o annullata, ha efficacia vincolante, per tutti i soci, incluso quello dichiarato fallito, che, pur essendo rappresentato in assemblea dal curatore, è comunque legittimato all’impugnazione delle delibere assembleari, nei casi espressamente previsti dalla legge.
02/05/2017
CONCORRENZA SLEALE: COMPETENZA
Il Trib. Bologna, Sez. Specializzata in materia di imprese, 20 giugno 2016, ha stabilito che in tema di concorrenza sleale, ai fini della competenza territoriale, il luogo di commissione dell'illecito non è quello in cui l'attore che si affermi danneggiato ha la sua sede, bensì quello nel quale si siano materialmente verificati sia gli atti che si assumono lesivi, sia i conseguenti effetti, sul mercato, dell'attività concorrenziale vietata. Tale principio, però, non è estensibile alla materia della lesione dei diritti personali o all'immagine, rispetto alla quale la competenza per territorio va, invece, individuata nel luogo ove il soggetto leso ha la sua sede, ovvero nel luogo in cui il soggetto offeso aveva il proprio domicilio all'epoca del fatto; il domicilio, infatti, in quanto sede principale degli affari e degli interessi, rappresenta il luogo in cui si realizzano le ricadute negative della lesione della reputazione, essendo il relativo pregiudizio intimamente correlato all'ambiente economico e sociale in cui l'offeso medesimo vive ed opera.
02/05/2017
TUMORE PER USO ECCESSIVO DEL CELLULARE: LAVORATORE RISARCITO
Il Tribunale di Ivrea con sentenza dd. 30.03.2017 ha stabilito che l'uso del cellulare provoca il cancro al cervello e pertanto il dipendente che ne faccia un uso eccessivo ha diritto alla pensione di invalidità; da qui la condanna dell'INAIl al risarcimento del danno.
02/05/2017
SINISTRO STRADALE: LE SPESE STRAGIUDIZIALI SONO DANNO EMERGENTE
La Cassazione con ordinanza 13.03.2017 n. 6422 ha stabilito che l'attività stragiudiziale, anche se svolta da un legale, è un qualcosa di diverso rispetto alle spese legali vere e proprie qualificandosi come danno emergente qualora tale attività non riesca ad impedire l'instaurazione del giudizio.
02/05/2017
NEGOZIAZIONE ASSISTITA: CHI NON RISPONDE ALL'INVITO E' SANZIONATO
Il Tribunale di Torino con sentenza del 18.01.2017 n. 217 ha precisato che il mancato riscontro all'invito alla negoziazione assistita legittima l'accoglimento della richiesta di risarcimento per lite temeraria ex art. 96 c.p.c., integrando il comportamento della parte negligente una ipotesi di colpa gravissima.
02/05/2017
RESPONSABILITA' AMMINISTRAZIONI COMUNALI PER LE INSIDIE STRADALI
con sentenza n. 260 del 10.01.2017 la Cassazione ha precisato che la cusodia a cui l'ente titolare del bene è tenuto non si limita alla sola carreggiata ma si estende anche alle sue pertinenze come per esempio la banchina. Quindi l'obbligo della manutenzione si estende anche alle zone limitrofe a quella asfaltata.
28/03/2017
RESPONSABILITÀ MEDICA PER MANCATA PRESCRIZIONE DELL’AMNIOCENTESI
La Cassazione Civile, Sez. III, con la sentenza 10/01/ 2017 n. 243 ha stabilito che il ginecologo che non prescrive l’amniocentesi è responsabile per i danni, anche se la donna rifiuta successivamente l’esame. Qualora risulti che il medico ginecologo di fiducia non abbia prescritto l’amniocentesi, ed all’esito della gravidanza il feto nasca con una sindrome che quell’accertamento avrebbe potuto svelare, la mera circostanza che due mesi dopo quella prestazione la gestante abbia rifiutato di sottoporsi all’amniocentesi presso una struttura ospedaliera in occasione di ulteriori controlli non può essere considerata automaticamente come causa esclusiva dell’inadempimento, riguardo al danno alla propria salute psico-fisica che la gestante lamenti per avere avuto la "sorpresa" della condizione patologica del figlio solo all’esito della gravidanza. Ciò inoltre non esclude l’efficacia causale dell’inadempimento quanto alla perdita della chance di conoscere lo stato della gravidanza fin dal momento in cui il problema si è verificato.
28/03/2017
OBBLIGAZIONI CONDOMINIALI NON SOGGIACCIONO ALLA SOLIDARIETÀ
Il principio di solidarietà nelle obbligazioni, secondo cui quando più debitori sono obbligati tutti per la medesima prestazione, ciascuno può essere costretto all'adempimento per la totalità e l'adempimento da parte di uno libera gli altri (art. 1292 c.c.), si applica in caso di obbligazioni per loro natura indivisibili. La Corte di Cassazione, sez. II civile, con la sentenza 9 gennaio 2017, n. 199 è chiamata a stabilire se tale principio si applichi anche in caso di obbligazioni condominiali.
La pronuncia in commento fornisce l’occasione per ribadire quanto precedentemente statuito dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 9148 dell’8 aprile 2008, sulla natura delle obbligazioni contratte da un condominio con un appaltatore prima dell’entrata in vigore del meccanismo di garanzia di cui all’art. 63 disp. att. c.c. comma 2, introdotto dalla Legge 11 dicembre 2012, n. 220 stabilendo che: “in difetto di un'espressa previsione normativa che stabilisca il principio della solidarietà, la responsabilità per il corrispettivo contrattuale preteso dall'appaltatore, incombente su chi abbia l'uso esclusivo del lastrico e sui condomini della parte dell'edificio cui il lastrico serve, è retta dal criterio della parziarietà, per cui l'obbligazione assunta nell'interesse del condominio si imputa ai singoli componenti nelle proporzioni stabilite dall' art. 1126 c.c., essendo tale norma non limitata a regolare il mero aspetto interno della ripartizione delle spese”.
Viene negata quindi l’unicità del rapporto obbligatorio dei condomini-debitori nei confronti dell’appaltatore-creditore, ritenendo insussistente sia la natura di obbligazione solidale sia il diritto di regresso ex art. 1299 c.c. in favore del condomino adempiente per l’intero.
28/03/2017
SEZIONI UNITE CASSAZIONE SULL'ART. 1669 C.C.
Le Sezioni Unite, componendo il relativo contrasto, hanno stabilito che l’art. 1669 c.c. è applicabile, ricorrendone tutte le altre condizioni, anche alle opere di ristrutturazione edilizia e, in genere, agli interventi manutentivi o modificativi di lunga durata su immobili preesistenti, che (rovinino o) presentino (evidente pericolo di rovina o) gravi difetti incidenti sul godimento e sulla normale utilizzazione del bene, secondo la destinazione propria di quest’ultimo.
23/03/2017
L'UNIONE DELLE CAMERE PENALI PROCLAMA UNA NUOVA ASTENSIONE
Dopo l'astensione, ancora in corso, proclamata dal 20 al 24 marzo, l'Unione delle Camere Penali ha proclamato un nuovo periodo di astensione, dal 10 al 14 aprile.
Ecco il comunicato:
Nonostante le molteplici e convergenti critiche sollevate nei confronti del voto di fiducia in Senato, sul disegno di legge di riforma in materia penale, il Governo si appresta a riproporre il voto di fiducia anche alla Camera. Occorre, dunque, richiamare il Governo alla responsabilità politica di tale scelta, che finirebbe con il ribadire in maniera definitiva e irreversibile un atteggiamento di inammissibile disprezzo nei confronti del dibattito parlamentare, su interventi normativi che, non solo deprimono le garanzie del processo, ma comprimono i diritti degli accusati e rendono i processi interminabili. La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane, pertanto, delibera un’ulteriore astensione, nel rispetto del codice di autoregolamentazione, dal 10 al 14 aprile 2017. Laddove venissero ingiustificabilmente superati i profili di metodo e di merito segnalati nella presente e nella precedente delibera, lo stato di agitazione della avvocatura penale sarà inevitabilmente mantenuto per tutto il periodo di tempo previsto dal DDL per l’effettiva entrata in vigore della nuova normativa sul processo a distanza.
23/03/2017
COLPA GRAVE PER IL PUBBLICO MINISTERO CHE NON REVOCA I DOMICILIARI
78 giorni di arresti domiciliari non dovuti, per una mera svista.
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno confermato la sanzione disciplinare inflitta dal Consiglio Superiore della Magistratura ad un Pubblico Ministero, il quale non aveva richiesto la revoca della misura degli arresti domiciliari nonostante la decorrenza dei termini di massima durata della misura cautelare.
Cass., Sez. Un., 7307/2017
21/03/2017
STALKING E VIOLENZA ALLA PERSONA: ASSISTENZA GRATUITA PER LA VITTIMA
Padova, 21 marzo 2017.
Con la sentenza n. 13497 del 20 marzo 2017, la Suprema Corte di cassazione ha stabilito un importante principio di diritto in tema di stalking ed altri delitti commessi con violenza alla persona (maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, atto sessuale su minore, violenza di gruppo).
La Corte, in particolare, ha affermato il diritto della vittima del reato, da non confondersi con il danneggiato, all'assistenza legale gratuita, ovvero al patrocinio a spese dello Stato senza la necessità di allegare documentazione attestante le effettive condizioni di reddito.
05/02/2017
LESIONI DI LIEVE ENTITA’: SULLA NECESSITA’ DELL’ACCERTAMENTO STRUMENTALE (ex art. 32 comma 3-quater del D.L. 24.01.2012 n. 1 convertito nella Legge n. 27 del 2012): UNA INTERESSANTE APPLICAZIONE DEL TRIBUNALE DI PADOVA
Tribunale di Padova, 20/10/2016 n. 2892. Il Tribunale di Padova con la sentenza in questione, ha dato applicazione alla pronuncia della Cassazione Civile, sez. III, sentenza 26/09/2016 n. 18773 (già riportata nella rassegna giurisprudenziale di settembre –ottobre 2016), laddove era stato chiamato a valutare l’affermazione della impossibilità da parte del medico legale di individuare la sussistenza della lamentata lesione (c.d. micropermanente) in forza di un riscontro di tipo oggettivo sul presupposto che l’art. 32 comma terzo quater della Legge n. 27/2012 richiedesse un riscontro medico legale da cui risulti ‘visivamente o strumentalmente accertata l’esistenza della lesione’.
Il Tribunale di Padova ha precisato che un accertamento strumentale può essere decisivo nei casi di dubbia interpretazione ai fini del riconoscimento della lesione biologioca, ma che può essere ritenuto sufficiente anche un dato clinico obiettivo purché scientificamente compatibile e adeguatamente connesso all’evento lesivo.
In conclusione l’esame strumentale e il dato obiettivo rappresentano “criteri scientifici di accertamento e valutazione del danno” non gerarchicamente ordinati o unitariamente intesi da utilizzarsi secondo le linee guida della medicina legale sia per i danni permanenti che per quelli temporanei.
Il Giudice patavino conclude quindi affermando che “l’accertamento strumentale può essere decisivo nei casi di dubbia interpretazione ai fini del riconoscimento della lesione biologica, ma che in ogni caso può comunque essere ritenuto sufficiente anche un dato clinico obiettivo, purché scientificamente compatibile e adeguatamente connesso all’evento lesivo”.
05/02/2017
CLAUSOLA “CLAIMS MADE” : LE SEZIONI UNITE NON CAMBIANO IDEA
Cassazione Civile, sez.Unite sentenza 2/12//2016 n. 24645.
La clausola “claims made mista” non è vessatoria; tuttavia, spetta al giudice di merito valutare se dichiararla nulla per difetto di meritevolezza oppure, se trova applicazione il Codice del Consumo (d.lgs. n. 206/2005) perchè pone a carico del consumatore un significativo squilibrio di diritti e obblighi contrattuali. Tale valutazione, se congruamente motivata, è esente dal giudizio di legittimità. La sentenza si riporta a quanto già deciso dalla Corte con la nota sentenza n. 9140 depositata il 6 maggio 2016, avente la stessa parte soccombente della sentenza in commento.
In quella sede le Sezioni Unite avevano escluso la vessatorietà della clausola “claims made mista”, affidando al giudice di merito di valutare, caso per caso, se la stessa possa essere dichiarata nulla per difetto di meritevolezza o, in caso di applicazione del Codice del Consumo (d.lgs. n. 205/2006), se possa comportare un significativo squilibrio di diritti e obblighi a discapito del consumatore.
Tale valutazione del giudice di merito, soggiunge la Corte, è insindacabile in sede di legittimità, ove congruamente motivata.
Nella sentenza in commento la Corte afferma di non discostarsi da tale deciso.
La Corte territoriale ha opportunamente verificato la meritevolezza della detta clausola; per tale conclusione è dirimente il rilevo, operato dal giudice, sebbene al fine di escluderne la vessatorietà, circa la condizione che estende la garanzia della polizza a fatti dannosi precedenti alla stipula. Il Giudice di appello ha dunque effettuato quella valutazione della meritevolezza (estesa all'intero assetto contrattuale) prescritta dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 9140, valutazione che, risultando priva di ‘elementi volti a evidenziarne meritevolezza o arbitrarietà’, è insindacabile in sede di legittimità.
05/02/2017
DANNO MORALE TERMINALE E DANNO BIOLOGICO TERMINALE: NEL PRIMO CASO ASSUME RILEVANZA L’INTENSITÀ DELLA SOFFERENZA, NEL SECONDO L’APPREZZABILE LASSO DI TEMPO TRA LESIONE COLPOSA E MORTE
Cassazione Civile, sez. III, sentenza 19/10/2016 n. 21060.
Secondo questa interessante pronuncia “Per la configurabilità del c.d. danno tanatologico indicato in termini di danno morale terminale o da lucida agonia o catastrofale o catastrofico, subito dalla vittima per la sofferenza provata nel consapevolmente avvertire l’ineluttabile approssimarsi della propria fine, assume rilievo il criterio dell’intensità della sofferenza provata a prescindere dall’apprezzabile intervallo di tempo tra lesioni e decesso della vittima. Per converso, in ipotesi di morte cagionata dalla lesione, allorquando come nella specie tra le lesioni colpose e la morte intercorra un ‘apprezzabile lasso di tempo’ (nel caso, 10 giorni), è invero risarcibile il danno biologico terminale e “per il tempo di permanenza in vita”, il diritto di credito al relativo risarcimento essendo quindi trasmissibile iure hereditatis. Diversamente dal danno morale terminale, il danno biologico terminale, quale pregiudizio della salute che anche se temporaneo e’ massimo nella sua entità ed intensità in quanto conduce a morte un soggetto in un sia pure limitato ma apprezzabile lasso di tempo, si è ravvisato come ‘sempre esistente’, per effetto della ‘percezione’, anche ‘non cosciente’, della gravissima lesione dell’integrità personale della vittima nella fase terminale della sua vita”
05/02/2017
DANNO PER LA PERDITA DEL NONNO VA RICONOSCIUTO ANCHE SE NON CONVIVENTE
Cassazione Civile, sez. III, sentenza 20/10/2016 n. 21230.
Secondo questa recente pronuncia, in linea peraltro con l’indirizzo ormai dominante “Se è pur innegabile la necessità di conciliare il diritto del superstite alla tutela del rapporto parentale con l’esigenza di evitare il pericolo di una dilazione ingiustificata dei soggetti danneggiati secondari, il dato esterno ed oggettivo della convivenza non è l’elemento idoneo a bilanciare le evidenziate contrapposte esigenze e ad escludere a priori il diritto del non convivente al risarcimento del danno non patrimoniale da lesione del rapporto parentale. La convivenza tuttavia può assurgere a elemento probatorio utile, unitamente ad altri elementi, a dimostrare l’ampiezza e la profondità del vincolo affettivo che lega tra loro i parenti e a determinare il quantum debeatur”.
04/02/2017
DONNA CADE A CAUSA DI UNA BUCA IN STRADA: LA RESPONSABILITA’ È DEL COMUNE
Cassazione Civ. Sez. III, sentenza 29 luglio 2016 n. 15761
Agli enti pubblici di strade aperte al pubblico transito è applicabile l’art. 2051 c.c. in riferimento alle situazioni di pericolo immanentemente connesse alla struttura e alla pertinenza delle strade. Per ottenere l’esonero di responsabilità il custode deve provare che il fatto del terzo abbia i requisiti dell’autonomia, eccezionalità dell’imprevedibilità e dell’inevitabilità e che sia quindi idoneo a produrre l’evento escludendo fattori causali concorrenti.
25/01/2017
Alla consulta il trattamento sanzionatorio per gli illeciti in materia di stupefacenti
Con ordinanza n. 1418 depositata il 12 gennaio 2017 la Sez. II della Corte di cassazione ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell'art. 73, comma 1, D.p.r. 309/1990, invocando, quali parametri di legge, gli art. 25, comma 3, e 27 cost.
La consulta dovrà pronunciarsi, in particolare, sulla conformità a Costituzione del trattamento sanzionatorio (da otto a vent'anni di reclusione) previsto per le fattispecie inerenti le c.d. droghe pesanti, a seguito della celebre sentenza n. 32/2014 della Corte costituzionale.
25/01/2017
Camera Penale di Padova: via al corso sulle misure cautelari
Segnaliamo l'interessante iniziativa di formazione ed aggiornamento professionale organizzata dalla Camera Penale di Padova "Francesco De Castello" in tema di misure cautelari personali.
Ecco il link per avere ogni informazione utile: http://www.camerapenalepd.it/eventi.php?id_eventi=93#eventi
02/01/2017
CORTE COSTITUZIONALE: AGGIORNAMENTO
Con la sentenza n. 236 del 2016, depositata il 10.11.2016, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 567, comma 2, c.p. (alterazione di stato) nella parte in cui prevede la reclusione da cinque a quindici anni nelle ipotesi di alterazione dello stato civile di minore.
La Consulta, uniformando il panorama edittale previsto per detta fattispecie all'ipotesi di alterazione di stato mediante sostituzione di neonato, prevede ora l'applicabilità della reclusione da tre a dieci anni.
02/01/2017
NO ALLA DIFFUSIONE DI MATERIALE PEDOPORNOGRAFICO IN CASO DI MERO DOWNLOAD
La Corte di Cassazione ha escluso la sussistenza del delitto di diffusione di materiale pedopornografico (art. 600 ter, comma 3, c.p.) nell'ipotesi di mero download del materiale da una piattaforma digitale di condivisione, senza che si possano ravvisare nel contegno dell'agente elementi innovativi ed ulteriori dai quali desumere l'intenzione di procedere alla propalazione del suddetto materiale.
Cass. Pen., Sez. III, n. 42433
15/12/2016
DEBITO TRIBUTARIO E SEQUESTRO PER EQUIVALENTE
E' illegittimo il sequestro per equivalente dell'intero ammontare della somma sottratta dal contribuente all'erario laddove il primo abbia concordato un piano di rientro rateizzato.
La Suprema Corte specifica che il raggiungimento di un accordo tra contribuente e amministrazione finanziaria non esplica i propri effetti solo nell'ambito del procedimento fiscale o amministrativo ma bensì anche in quello penale, derivando l'obbligo di ridurre l'entità del sequestro preventivo proporzionalmente a quanto già versato all'Erario in esecuzione del piano di rientro.
Cass. Pen., Sez. III, n. 52857/2016.
13/12/2016
NO AL DEPOSITO DI INDAGINI DIFENSIVE DOPO LA RICHIESTA DI GIUDIZIO ABBREVIATO
Le indagini difensive depositate dal difensore dell'imputato dopo la pronuncia dell'ordinanza ammissiva del rito abbreviato non possono essere utilizzate.
Premesso che la difesa ha facoltà di svolgere attività investigativa difensiva in ogni stato e grado del procedimento, la scelta di convergere verso il giudizio abbreviato comporta la rinuncia al diritto alla prova e la preclusione all'esperimento di attività d'indagine in favore dell'assistito.
Cass. Pen., n. 51959/2016.
13/12/2016
ILLEGITTIMO IL DECRETO DI SEQUESTRO PROBATORIO OVE MANCHI IL NESSO DI PERTINENZIALITA' TRA LA RES ED IL REATO
Il decreto di sequestro probatorio emesso dal Pubblico Ministero è illegittimo laddove la motivazione posta a base del provvedimento ablatorio ometta di indicare le ragioni di strumentalità e pertinenza del denaro sequestrato al reato per cui si procede (nel caso di specie, l'art. 73 d.p.r. 309/1990).
L'onere motivazionale imposto al Pubblico Ministero investe, infatti, l'individuazione della concreta finalità perseguita in relazione all'accertamento dei fatti, tanto da dover dimostrare quantomeno l'astratta possibilità di un nesso strumentale tra la res ed il fatto reato.
Cass. Pen., N. 52360/2016.
13/12/2016
DIRITTO ALL'OBLIO: NO ALLA RIMOZIONE SE IL REATO E' GRAVE E DI INTERESSE PUBBLICO
Il Garante della Privacy, adito su ricorso di un ex dipendente comunale che si era visto rigettare da Google la richiesta di deindicizzare le notizie relative ad un procedimento penale che lo aveva coinvolto quale indagato per delitti di corruzione, ha respinto l'istanza, volta a far valere il c.d. diritto all'oblio.
L'Autorità ha precisato che seppur il decorso del tempo costituisca una condizione necessaria per il riconoscimento del diritto all'oblio, tale beneficio non può essere concesso ove il reato sia di particolare gravità e la notizia di pubblico interesse.
Garante per la protezione dei dati personali, provvedimento del 6.10.2016, n. 400.
16/11/2016
DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA E CRONACA GIUDIZIARIA
Chi inserisce notizie a mezzo internet relative ad indagini penali è tenuto a seguirne lo sviluppo e, una volta appreso l'esito positivo per l'indagato o l'imputato, deve darne conto con le stesse modalità di pubblicità. In caso contrario è configurabile il reato di diffamazione a mezzo stampa.
L'omesso aggiornamento circa l'andamento del processo (soprattutto se favorevole all'imputato) integra irrimediabilmente una lesione all'onore ed al decoro del soggetto passivo, come tale penalmente perseguibile.
Trib. Genova, 20..06.2016, n. 3582.
16/11/2016
TRUFFA ON LINE: COMPETENZA DEL TRIBUNALE DEL LUOGO DELL'INCASSO
Nelle ipotesi di truffa perpetrata mediante vendite on line, il luogo di consumazione del reato, che determina la competenza, è quello ove la somma viene riscossa e non quello ove si verifica l'atto di disposizione patrimoniale.
Essendo la truffa un reato di danno, che si perfeziona al momento dell'effettivo conseguimento del provento da parte del soggetto attivo, si deve fare riferimento al giudice del luogo ove è stato riscosso il denaro.
Cass. Pen., Sez.II, 14.09.2016, n.48027
16/11/2016
STUPEFACENTI: RADDOPPIA LA SOGLIA PER L'INGENTE QUANTITA'
In tema di droghe leggere, al fine di ritenere integrata la circostanza aggravante dell'ingente quantità il quantitativo minimo di principio attivo deve essere pari a 4 mila volte il quantitativo di principio attivo che può essere detenuto in un giorno.
Cass. Pen., Sez. III, 47978/2016.
14/11/2016
SINISTRI STRADALI: OBBLIGO DI PREVEDERE ANCHE LA CONDOTTA NEGLIGENTE ALTRUI
Segnaliamo un recente ed interessante arresto giurisprudenziale in materia di sinistri stradali. La Corte di cassazione ha stabilito che poiché le norme sulla circolazione stradale impongono severi doveri di prudenza e diligenza proprio per fare fronte a situazioni di pericolo, anche quando siano determinate da altrui comportamenti irresponsabili, la fiducia di un conducente nel fatto che altri si attengano alle prescrizioni del legislatore, se mal riposta, costituisce di per sé condotta negligente.
Cass., Sez. IV, 19.10.2016, n. 44323
10/11/2016
DECRETO PENALE DI CONDANNA ED ATTO ABNORME DEL G.I.P.
Risulta affetto da abnormità genetica e funzionale, come tale rilevabile in sede di legittimità, il provvedimento mediante il quale il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso sentenza di non doversi procedere per intervenuta estinzione del reato all'esito di opposizione a decreto penale di condanna ritualmente presentata dall'imputato.
Opposto il decreto, infatti, il G.I.P. perde qualsivoglia potere decisorio, essendogli delegati unicamente i poteri di impulso processuale, correlati alla scelta dell'imputato.
Cass. Pen., 46940/2016.
10/11/2016
TRUFFA PER IL CONSEGUIMENTO DI EROGAZIONI PUBBLICHE AL VAGLIO DELLE SEZIONI UNITE
Spetterà alla Sezioni Unite della Corte di Cassazione valutare se tra le fattispecie di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640 c.p.) e malversazione in danno dello Stato (art. 316 c.p.) sussista concorso formale di reati o mero concorso apparente di norme, con applicazione del principio di specialità.
Il quesito, in particolare, rimesso alla vaglio del Supremo Consesso, è relativo ad ipotesi in cui l'emolumento pubblico, debitamente conseguito, sia finalizzato, anche solo in parte, ad attività che non rivestono interesse pubblico.
Cass. Pen., n. 47174/2016.
10/11/2016
CONDIZIONI DI SALUTE DEL CONDANNATO E DETENZIONE DOMICILIARE
Nell'ottica di favorire il reinserimento sociale del condannato e di riconoscere prevalenza alle condizioni di salute del detenuto sulla esigenze di prevenzione, la Cassazione ha affermato l'applicabilità della detenzione domiciliare in luogo di quella inframuraria anche laddove il condannato sia evaso dagli arresti domiciliari e sia stato colto presso un esercizio pubblico.
Cass. Pen.,47212/2016
08/11/2016
DEPENALIZZAZIONE E RISARCIMENTO: PAROLA ALLE SEZIONI UNITE
Con la sentenza n. 46688 del 2016 le Sezioni Unite della Corte di Cassazione fanno definitiva chiarezza sulle sorti delle pretese risarcitorie elevate nel processo penale laddove la fattispecie per cui si procede sia frutto di depenalizzazione e conseguente trasformazione in illecito amministrativo o civile.
Mentre nel primo caso l'Organo Giudicante sarà comunque tenuto a pronunciarsi sulle statuizioni civili, laddove la fattispecie rientri nel novero dei nuovi illeciti c.d. civilistici, il giudice penale deve limitarsi a declinare la decisione al giudice civile, salvo il passaggio in giudicato della sentenza. In tal caso, il giudice dell'esecuzione, revocata la sentenza di condanna perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato, manterrà ferme le statuizioni risarcitorie in favore della persona offesa.
28/09/2016
TASSE NON VERSATE: QUANDO IL COMMERCIALISTA NEGLIGENTE PAGA
In tema di omesso versamento di tasse, al fine di evitare sanzioni, il contribuente deve dimostrare la negligenza del proprio commercialista e che il fatto sia stato denunciato alla magistratura.
E' quanto emerge dall'ordinanza della Sesta Sezione Civile della Corte di Cassazione del 9 giugno 2016.
Secondo quanto costantemente affermato dalla giurisprudenza di legittimità, in tema di sanzioni amministrative per violazione delle norme tributarie, il D.Lgs. 18 dicembre 1997, n. 472, all'art. 5, richiede la consapevolezza in capo al contribuente in ordine al comportamento sanzionato, condotta che non necessariamente deve essere dolosa, posto che la legge sanziona anche la mera colpa (Cass. n. 22890/2016).
Gli obblighi tributari attinenti alla presentazione della dichiarazione dei redditi ed alla tenuta delle scritture contabili non si considerano assolti da parte del contribuente per il solo fatto di avere affidato le relative incombenze ad un professionista, richiedendosi una attività di controllo e di vigilanza sulla loro effettiva esecuzione, superabile solo a fronte di un comportamento fraudolento da parte del commercialista, con il quale quest'ultimo mascheri il proprio inadempimento (Cass. n. 27712/2013).
Di conseguenza, l'affidamento ad un commercialista del mandato a trasmettere telematicamente la dichiarazione alla Agenzia delle Entrate non esonera il contribuente a vigilare sul corretto adempimento del mandato medesimo; il contribuente deve presentare correttamente e fedelmente la dichiarazione, deve redigerla in modo fedele e deve fare i versamenti dovuti. Nel caso in cui, come nella specie, il contribuente si avvalga di un professionista per la compilazione e la trasmissione telematica del modello è suo preciso obbligo quello di far sì che la dichiarazione sia correttamente e fedelmente compilata e tempestivamente presentata (Cass. n. 13068/2011 e Cass. n. 27712/2013). così Cassazione Civile, sez.VI, ordinanza 09/06/2016 n. 11832
28/09/2016
OBBLIGAZIONI PECUNIARIE:COMPETENZA DEL GIUDICE DEL DOMICILIO DEL CREDITORE SOLO SE LIQUIDE
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza n. 17989 depositata il 13 settembre 2016 dirimono il contrasto giurisprudenziale in materia di competenza territoriale nelle fattispecie di obbligazioni pecuniarie, statuendo che la competenza spetti al giudice del domicilio del creditore soltanto per le obbligazioni liquide.
Più in dettaglio, le obbligazioni pecuniarie da adempiersi al domicilio del creditore, in conformità al disposto di cui all’articolo 1182, III comma, c.c. sono, sia agli effetti della mora ex re ai sensi dell’art. 1219, II comma, n. 3 c.c., sia della determinazione del forum destinatae solutionis ai sensi dell’art. 20 ultima parte c.p.c., esclusivamente quelle liquide, ossia delle quali il titolo determini l’ammontare, oppure indichi i criteri per determinarlo senza lasciare margine alcuno di scelta discrezionale, ed i presupposti della liquidità sono accertati dal giudice, ai fini della competenza, allo stato degli atti secondo quanto dispone l’art. 38, ultimo comma c.p.c.
Nella specie, una S.p.A. conveniva, innanzi al Tribunale, nel cui circondario era ricompresa la propria sede legale, una S.r.l., per il pagamento della somma pari ad 9.000 euro oltre IVA, quale corrispettivo di un servizio reso alla stessa. Accogliendo l’eccezione della convenuta, il giudice adito si dichiarava incompetente in favore di un altro Tribunale, individuato sia quale foro del convenuto, sia quale foro in cui era sorta l’obbligazione, sia quale foro del pagamento della somma di danaro oggetto della causa.
In particolare, quanto a quest’ultimo criterio di collegamento (i primi due pacificamente radicando presso il secondo tribunale la competenza sulla domanda della società attrice), osservava che le obbligazioni pecuniarie si identificano, anche ai fini di cui all’art. 1182, terzo comma, c.c., che ne prevede l’adempimento al domicilio del creditore, esclusivamente in quelle sorte originariamente come tali, ossia aventi ad oggetto sin dalla loro costituzione la prestazione di una determinata somma di denaro, con la conseguenza che nella specie non poteva farsi applicazione della predetta norma, non essendo indicato nel contratto l’importo del corrispettivo spettante alla società attrice, onde il luogo di adempimento dell’obbligazione, rilevante agli effetti della determinazione del giudice competente ai sensi dell’art. 20, ultima parte, c.p.c., si identifica, ai sensi del quarto comma del richiamato art. 1182 c.c., nel domicilio della società debitrice.
La questione approda in Cassazione, attraverso il ricorso per regolamento di competenza proposto dalla S.p.A.
Le Sezioni Unite hanno ritenuto che il contrasto giurisprudenziale sul punto vada risolto confermando l’orientamento tradizionale, il quale richiedeva l’effettiva liquidità dell’obbligazione, in base al titolo, ai fini della qualificazione dell’obbligazione stessa come portabile, per gli effetti di cui al combinato disposto degli artt. 1182, terzo comma, c.c. e 20 c.p.c.
Le Sezioni evidenziano che tra le obbligazioni pecuniarie, quelle “illiquide” hanno una particolarità, ovvero ai fini dell’adempimento del debitore occorre un passaggio aggiuntivo, cioè un ulteriore titolo, convenzionale o giudiziale.
Inoltre, considerano che la nozione di obbligazione portabile, di cui all’art. 1182, terzo comma, c.c., rileva non soltanto ai fini dell’individuazione del forum destinatae solutionis contemplato dall’art. 20, seconda parte, c.p.c., bensì anche ai fini del prodursi della mora ex re ai sensi dell’art. 1219, secondo comma, n. 3, c.c., la quale esclude la necessità della costituzione in mora quando risulta scaduto il termine, se la prestazione deve essere eseguita al domicilio del creditore, come stabilito per le obbligazioni pecuniarie dall’art. 1182, terzo comma, c.c.
Rilevano, peraltro, che la giurisprudenza della stessa Corte nega che la mora ex re si verifichi anche per le obbligazioni pecuniarie illiquide, argomentando che se, tra le obbligazioni
28/09/2016
IMPOSTA DI DONAZIONE: SI APPLICA ANCHE ALLA LIBERALITA’ INDIRETTA
La Corte di Cassazione con la recente sentenza n. 13133/16 ha stabilito che in caso di donazione “indiretta”, avente ad oggetto una somma di denaro, nella successiva ed eventuale compravendita immobiliare, l’Amministrazione finanziaria è legittimata a tassare l’originario esborso “economico”, in regime di donazione, laddove nell’atto notarile non viene precisata l’esatta provenienza della disponibilità finanziaria con la quale viene acquistata l’abitazione.
La Corte, via preliminare, attraverso un excursus storico normativo sulle modifiche legislative in tema di donazione, ha stabilito “la legittimità dell’applicazione alla liberalità indiretta in questione del regime impositivo di cui al D. Lgs. n° 346/90, art. 56 bis”. I Giudici hanno confermato che l’esenzione del tributo da donazione, sotto forma di “fruizione del beneficio fiscale”, presuppone l’espressa indicazione - agli atti di compravendita - della provenienza circa la disponibilità economica, al fine di avvalorare “la sussistenza di non imponibilità”. Per cui, in difetto di inequivocabile dichiarazione in tal senso, come già anticipato, la liberalità è tassabile, ai sensi dell’art. 56 cit., giacché “denunciata” dai medesimi beneficiari (Cassazione Civile, sez. tributaria, sentenza 24/06/2016 n.13133).
28/09/2016
AFFIDAMENTO DEI FIGLI IN ETA’ SCOLARE: LA CASSAZIONE SPOSA LA MATERNAL PREFERENCE
La Corte di Cassazione con la sentenza del 14 settembre 2016, n. 18087 ha confermato che se anche il padre ha eccellenti capacità genitoriali e ha avuto i minori in tenera età in collocazione paritaria, prevale il criterio presuntivo della maternal reference, che indica nella madre il genitore con il quale i figli devono convivere prevalentemente.
Sulla scia di una precedente sentenza (Cass. Civ. n. 9633/2015), la Suprema Corte ha stabilito che nel giudizio per stabilire l'affidamento e il collocamento dei figli di una coppia di coniugi separati, il giudice non ha il potere d'imporre all'uno o all'altro dei coniugi di rinunciare a un programmato trasferimento, che corrisponde a un diritto fondamentale costituzionalmente garantito. Nessuna norma, inoltre, impone di privare il coniuge che intenda trasferirsi, per questo solo fatto, dell'affido o del collocamento dei figli presso di sé. Di fronte alle scelte insindacabili sulla propria residenza compiute dei coniugi separati, i quali non perdono, per il solo fatto che intendono trasferire la propria residenza lontano da quella dell'altro coniuge, l'idoneità a essere collocatari dei figli minori, il giudice ha esclusivamente il dovere di valutare se sia più funzionale al preminente interesse dei figli il collocamento presso l'uno o l'altro dei genitori, anche se ciò incide negativamente sulla quotidianità dei rapporti con il genitore non collocatario. La Corte concorda con l’applicazione del criterio presuntivo della maternal preference al caso affrontato, la cui valenza scientifica non era stata contestata dal ricorrente e in quanto corrispondente all’interesse delle figlie minori. A tal riguardo giova precisare che l’orientamento della giurisprudenza di merito e di legittimità non è univoco in materia di trasferimento della residenza dei minori in affidamento. Secondo il Tribunale di Torino - decreto 8 ottobre 2014 - il diritto di un genitore di spostare la propria residenza insieme al figlio, pur trattandosi di diritto di rilievo costituzionale, deve essere bilanciato con il diritto del minore (di pari rango costituzionale) ad una sana crescita e ad uno sviluppo armonico della personalità, nonché a mantenere, in caso di disgregazione della famiglia, equilibrati ed adeguati contatti e rapporti con entrambi i genitori. Analogamente, la sentenza della Cassazione 18 settembre 2014, n. 19694 aveva precisato che il diritto del genitore di trasferire la propria residenza può essere legittimamente oggetto di compressione al fine di valorizzare il preminente interesse del minore alla sua serena crescita psico-fisica (Cassazione Civile, sez. I, sentenza 14/09/2016 n. 18087)
28/09/2016
GIUDIZIO ABBREVIATO: LEGITTIMA L'ACQUISIZIONE PROBATORIA OFFICIOSA DELLE DICHIARAZIONI RESE DALL'IMPUTATO
In tema di giudizio abbreviato si segnala un recente arresto giurisprudenziale di merito, che ha riconosciuto la legittimità dell'operato del Giudice per l'Udienza Preliminare che, in sede di giudizio abbreviato, abbia disposto l'acquisizione d'ufficio, ex art. 441, comma 5 bis, cod. proc. pen., delle trascrizioni degli interrogatori resi dall'imputato nel corso delle indagini preliminari, riconoscendo, in tal caso, alla difesa il diritto alla controprova.
28/09/2016
OMICIDIO COLPOSO: RESPONSABILE L'OPERATORE DEL 118 CHE RITARDA L'INVIO DEI SOCCORSI
In tema di omicidio colposo, è stata riconosciuta la penale responsabilità per omicidio colposo dell'operatore del 118 il quale, omettendo di prendere le dovute affermazioni e conseguentemente di prendere in carico il paziente, ha ritardato l'invio dell'ambulanza al domicilio di un soggetto che presentava crisi epilettiche, sottovalutando, così, quanto riferito dal congiunto e la gravità della situazione.
Cass. Pen., Sez. IV, 27.09.2016, n. 40036.
28/09/2016
M.A.E.: SI PROCEDE ALLA CONSEGNA SE L'ALCOOL TEST RISULTA POSITIVO
In tema di mandato di arresto europeo segnaliamo una interessante pronuncia resa dalla VI Sezione della Cassazione, che ha affermato la legittimità della consegna di un cittadino rumeno alla competente Autorità alla luce dei regolari controlli, e della validità dell'alcool test, effettuato nel Paese d'origine.
Con l'occasione la Suprema Corte ha precisato che non sono ostativi all'esecuzione della misura né il radicamento del soggetto sul territorio italiano, né una stabile posizione lavorativa, assumendo valenza, a tal fine, il solo rischio di sottoposizione a trattamenti inumani e degradanti.
Cass. Pen., Sez. VI, 27.09.2016, n. 40254.
24/09/2016
SEZIONI UNITE: IL DIFENSORE PUO' RINUNCIARE ALL'IMPUGNAZIONE SOLO SE MUNITO DI PROCURA SPECIALE
Il difensore, di fiducia o d'ufficio, dell'indagato o dell'imputato non può effettuare una valida rinuncia, totale o parziale, all'impugnazione, anche se da lui proposta, a meno che il rappresentato sia presente alla dichiarazione di rinuncia fatta in udienza e non vi si opponga.
Con la sentenza n. 12603 del 2016, le Sezioni Unite della Cassazione risolvono, così, il contrasto relativo alla possibilità, per il difensore privo di procura speciale, di rinunciare all'impugnazione depositata nell'interesse dell'indagato o dell'imputato.
19/09/2016
MESSA ALLA PROVA: NON AL COMPUTO DELLE CIRCOSTANZE
Secondo il più recente orientamento delle Sezioni Unite della Corte di cassazione, nel computo del limite edittale previsto dall'art. 168 bis c.p. non si tiene conto delle circostanze aggravanti per le quali la legge prevede una pena di specie diversa da quella ordinaria del reato e di quelle ad effetto speciale.
Cass., Sez. Un., 01.09.2016, n. 36272.
05/09/2016
CONTRO IL DINIEGO DELLA MESSA ALLA PROVA NO AL RICORSO DIRETTO PER CASSAZIONE
Le ordinanze di rigetto della richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato non sono autonomamente impugnabili per Cassazione, ma bensì appellabili unitamente alla sentenza di primo grado ai sensi dell'art. 586 cod. proc. pen.
Questo l'importante principio espresso dalle Sezioni Unite della Cassazione con sentenza n.36272 del 2016.
05/09/2016
UTILIZZABILI LE INTERCETTAZIONI PER REATI DIVERSI SE SI PROCEDE ALL'ARRESTO IN FLAGRANZA
In tema di intercettazioni, qualora il mezzo di ricerca della prova sia legittimamente autorizzato all'interno di un determinato procedimento concernente uno dei reati di cui all'articolo 266 del Cpp, i suoi esiti sono utilizzabili anche per tutti gli altri reati relativi al medesimo procedimento, mentre nel caso in cui si tratti di reati oggetto di un procedimento diverso ab origine, l'utilizzazione è subordinata alla sussistenza dei parametri indicati espressamente dall'articolo 270 del Cpp, e, cioè, l'indispensabilità e l'obbligatorietà dell'arresto in flagranza.
Cass., Sez. VI, 09.08.2016, n. 34765.
02/09/2016
INTRODOTTO IL REATO DI NEGAZIONISMO, PENE DA DUE A SEI ANNI
Definitivamente introdotto nel nostro Ordinamento il reato di negazionismo dell'olocausto ebraico.
Ecco il testo dell'art. 3, comma 3 bis, L. 654/1975:
Si applica la pena della reclusione da due a sei anni se la propaganda ovvero l’istigazione e l’incitamento, commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232
02/09/2016
LE SEZIONI UNITE SULLA MESSA ALLA PROVA
L'istituto della messa alla prova dell'imputato con sospensione del procedimento penale su applica alle fattispecie punibili con una pena base pari a quattro anni di reclusione, senza tenere conto delle circostanze aggravanti del reato, neppure ad effetto speciale.
Con la sentenza n. 36272 del 2016 le Sezioni Unite della Corte di cassazione dirimono in via definitiva il contrasto insorto tra le Sezioni Semplici, valorizzando la tesi meno restrittiva, nell'ottica di garantire la finalità deflattiva dell'istituto.
05/08/2016
SUL DELITTO DI VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI DI ASSISTENZA
Non commette il delitto di violazione degli obblighi di assistenza familiare il padre di famiglia che omette di versare l'assegno di mantenimento in favore dei tre figli per un brevissimo periodo di tempo (tre mesi), a causa di problemi lavorativi e che abbia successivamente provveduto al saldo con un unico assegno.
Trib. Firenze, n. 2208/2016
05/08/2016
LEGITTIME LE ATTIVITA' DI PERQUISIZIONE E SEQUESTRO CHE DERIVINO DA UN ESPOSTO ANONIMO
La VI Sezione Penale della Cassazione ha affermato la legittimità delle attività di perquisizione e di (conseguente sequestro) per finalità probatorie stimolate dal deposito di un esposto anonimo.
La Cassazione, in particolare, se da un lato afferma che la denuncia anonima non può essere posta a fondamento di atti tipici di indagine, dall'altro ribadisce che gli elementi contenuti nell’anonimo "possono stimolare l’attività del pubblico ministero e della polizia giudiziaria al fine di assumere dati conoscitivi, diretti a verificare se dall’anonimo possano ricavarsi elementi utili per l’individuazione di una notitia criminis".
Cass., Sez. VI, 34450/2016
28/07/2016
LESIONI COLPOSE.... DA SPUMANTE!
Con una curiosa pronuncia la Suprema Corte ha affermato la penale responsabilità dell'imputato per il delitto di lesioni colpose, per aver stappato la bottiglia senza aver prestato la dovuta attenzione e colpito, così, l'occhio del vicino.
Cass. Pen., n. 32548/2016.
28/07/2016
SEQUESTRABILI ANCHE I BENI ATTINENTI AL REATO
Nell'ambito della bancarotta fraudolenta patrimoniale sono passibili di sequestro preventivo non solo i beni che costituiscono corpo del reato, ma anche quelli che rappresentano cose attinenti al reato.
Con la pronuncia n.32824 del 2016 la Corte di Cassazione amplia la definizione di cose attinenti al reato: l'espressione «cose pertinenti al reato» cui fa riferimento l'articolo 321 del cpp è più ampia di quella di corpo di reato, definita dall'articolo 253 del cppe comprende non solo le cose sulle quali o a mezzo delle quali il reato è stato commesso o che ne costituiscono il prezzo, il prodotto o il profitto, ma anche quelle legate solo indirettamente alla fattispecie criminosa come il risultato della trasformazione del prodotto o del profitto.
28/07/2016
PECULATO PER IL TABACCAIO CHE NON VERSA IL RICAVATO DEL LOTTO
Commette il reato di peculato il titolare di una ricevitoria che omette di versare all’erario, o versa in ritardo, i proventi del Lotto, costituiti dalle entrate delle giocate al netto dell’aggio, delle giocate annullate e delle vincite pagate. Il raccoglitore-ricevitore è, infatti, una persona incaricata di un pubblico servizio, in quanto svolge un’attività di natura pubblica per legge riservata allo Stato ed entra in possesso del denaro incassato per conto del Fisco. Nella specie, confermata la condanna per il ricevitore, reo di non aver versato in tempo i proventi delle giocate di due settimane per circa 15mila euro.
22/07/2016
MESSA ALLA PROVA NEL DECRETO PENALE DI CONDANNA
Con la sentenza n. 201 del 2016 la Corte Costituzionale ha definitivamente affermato la necessità dell'indicazione, in calce al decreto penale di condanna, della possibilità per l'imputato di accedere, in sede di opposizione, all'istituto della sospensione del procedimento penale con messa alla prova dell'imputato.
22/07/2016
RECIDIVA: PENA MAGGIORE ANCHE SE PREVALGONO LE ATTENUANTI
Aumento di pena per il recidivo anche se nel giudizio di bilanciamento viene stabilita la prevalenza delle circostanze attenuanti generiche.
Le Sezioni Unite, con la sentenza n. 31669/2016, estendono gli effetti di vari precedenti alla recidiva nel reato continuato, secondo cui «applicare» la recidiva significa «apprezzarla funzionalmente» considerandone gli effetti. Nel giudizio di bilanciamento il giudice fa esattamente questa operazione, “pesando” da un lato le attenuanti e dall’altro le aggravanti/recidive: così facendo, il giudice sta «applicando» la recidiva, anche se questa risulta poi soccombente (o equivalente) con le attenuanti generiche o a effetto speciale. Ma ciò non esclude pertanto, a norma dell’articolo 81.4, gli effetti sull’aumento di pena, che devono comunque entrare nel computo finale della sentenza.
22/07/2016
REMISSIONE TACITA SENZA LE PARTI
La mancata comparizione del querelante nell’udienza davanti al giudice di pace integra una remissione tacita della querela stessa. Lo hanno stabilito le Sezioni Unite della Cassazione (sentenza 31668/16, depositata ieri) a margine di un processo davanti al magistrato onorario di Taranto, in cui non erano comparsi in prima udienza nè la persona offesa/querelante e neppure l’imputato. Entrambi, tra l’altro, erano stati avvertiti nella citazione che la loro mancata presenza sarebbe stata considerata come volontà di remissione da un alto, e accettazione, dall’altro. Le Sezioni Unite hanno vincolato l’effetto di “cancellazione” del fascicolo proprio all’espresso avviso del magistrato alle parti del giudizio.
11/07/2016
INTEGRA IL DELITTO DI CORRUZIONE SOLO LA CONDOTTA FUNZIONALE AI POTERI DELL'UFFICIO
Non ricorre il delitto di corruzione se l'intervento del pubblico ufficiale in esecuzione dell'accordo illecito non comporti l'attivazione di poteri istituzionali propri del suo ufficio o non sia in qualche maniera a questi ricollegabile, e invece sia destinato a incidere nella sfera di attribuzioni di pubblici ufficiali terzi rispetto ai quali il soggetto agente è assolutamente carente di potere funzionale.
Cass., n. 23355/2016
11/07/2016
MISURE CAUTELARI E TRASMISSIONE DEGLI ATTI
In tema di applicazione di misure cautelari personali, il pubblico ministero non ha l'obbligo di trasmettere, prima al giudice per le indagini preliminari e poi al tribunale del riesame, tutti gli atti di indagine compiuti, nella loro integralità, in quanto l'organo dell'accusa è legittimato a selezionare il materiale indiziario da sottoporre al vaglio del giudice, mentre l'obbligo di una trasmissione completa e integrale sussiste solo con riguardo agli elementi a favore dell'imputato. Del resto, il termine "elementi" contenuto nell'articolo 291, comma 1, del Cpp, richiamato dall'articolo 309, comma 5, del Cpp, comprende non solo atti integrali, ma anche stralci di essi, il che non impedisce il contraddittorio, che comunque si sviluppa sulla valutazione della entità e rilevanza degli elementi concretamente presentati e concretamente valutati dal giudice della misura.
Cass., n. 18448/2016
11/07/2016
APPLICABILE LA PARTICOLARE TENUITA' A TUTTE LE FATTISPECIE CRIMINOSE
Con la sentenza n. 13681/2016 le Sezioni Unite della Cassazione, risolvendo un contrasto emerso tra le Sezioni Semplici, ha affermato l'applicabilità dell'istituto della particolare tenuità del fatto a tutte le fattispecie criminose.
In particolare, la Corte ha escluso che la previsione di soglie di punibilità sia ostativa alla possibilità di un proscioglimento per particolare tenuità (classico è l'esempio del reato di guida in stato d'ebbrezza.
06/07/2016
OMICIDIO STRADALE: SI PROCEDE AL SEQUESTRO PROBATORIO DEL VEICOLO
All'esito dell'introduzione dei reati di omicidio e lesioni stradali ad opera della l. 41/2016, giungono le prime circolari operative adottate dagli Uffici delle Procure della Repubblica.
In particolare, sono state pubblicate cinque circolari (Bergamo, Firenze, Sondrio, Trento ed Udine), che evidenziano la necessità di procedere sempre a sequestro probatorio del mezzo, questo al fine di verificare le cause dell'evento e di poter meglio modulare l'eventuale futura condanna per delitti, lo si ricorda, comunque colposi.
Si allega la circolare emessa dalla Procura di Firenze.
06/07/2016
SUL C.D. REATO DI DISTURBO
la Corte di Cassazione, Sezione III Penale, con la sentenza del 5 – 20 giugno 2016, n. 25424, ha stabilito che nel caso cui i rumori provengano da un locale (abilitato) in cui si svolga uno spettacolo musicale, per poter applicare comunque la fattispecie del reato di cui all’articolo 659 occorre in ogni caso dimostrare che le vibrazioni prodotte siano in grado di disturbare un numero indeterminato di persone, così da soddisfare il requisito della «turbativa della pubblica tranquillità». Se tale prova non venga raggiunta in giudizio, il titolare del locale in cui si è svolto lo spettacolo musicale va assolto perché il fatto non sussiste
06/07/2016
AVVERTIRE IL PUSHER INTEGRA IL FAVOREGGIAMENTO
Integra il delitto di favoreggiamento la condotta di colui il quale invita il Pusher a disfarsi e non utilizzare il proprio telefono cellulare, perché sottoposto ad intercettazione.
Nel caso di specie, afferma la S.C., non è invocabile la scriminante dello stato di necessità per il timore di essere perseguito in futuro.
Cass. Pen.,05.07.2016, n. 27604.
06/07/2016
NON VALIDO L'ALCOL TEST SE IL VOLUME DELL'ARIA RISULTA INSUFFICIENTE
Importante presa di posizione della Suprema Corte in materia di accertamento dello stato d'ebbrezza.
I giudici di legittimità, infatti, hanno affermato l'invalidità dell'alcol test laddove il volume dell'aria espirata sia insufficiente, nonostante il dato numerico positivo.
Si tratta di un principio che potrebbe sovvertire l'orientamento sino ad ora seguito dai Tribunali, poiché ora spetta alla Pubblica Accusa dimostrare il corretto funzionamento della strumentazione.
Cass. Pen., 07.06.2016, n. 23520.
04/07/2016
REMISSIONE TACITA DELLA QUERELA IN CASO DI MANCATA COMPARIZIONE DELLA PERSONA OFFESA
Le Sezioni Unite della Cassazione forniscono risposta provvisoria al seguente quesito: Se configuri remissione tacita di querela la mancata comparizione alla udienza dibattimentale, sia davanti al giudice di pace sia davanti al tribunale ordinario, del querelante previamente ed espressamente avvisato dal giudice che l’eventuale sua assenza sarà interpretata come fatto incompatibile con la volontà di persistere nella querela.
(Udienza del 23 giugno 2016)
29/06/2016
SUL DELITTO DI EVASIONE
Integra il reato di evasione dagli arresti domiciliari, qualsiasi allontanamento dal luogo indicato, quindi anche la presenza in parti condominiali dello stabile, in cui sia consentito l'accesso a terzi: onde, a maggior ragione, il reato è ravvisabile nella condotta del soggetto che si sia recato in un bar anche se vicino all'abitazione.
Corte cassazione, sezione VI, sentenza 3 novembre 2014 n. 45257
28/06/2016
AFFIDAMENTO AI SERVIZI SOCIALI PER LO STALKER CHE INTRAPRENDE LA CURA
La prospettiva di un lavoro e l’inizio di un percorso terapeutico possono consentire alla stalker di lasciare il carcere per scontare il resto della pena ai domiciliari o affidamento ai servizi sociali. La Corte di cassazione, con la sentenza 26687 depositata ieri, annulla l’ordinanza con la quale il tribunale di sorveglianza aveva respinto la richiesta di una misura alternativa in favore della ricorrente che doveva ancora scontare circa 10 mesi per atti persecutori nei confronti del suo ex fidanzato.
La Suprema corte ricorda che, certamente, nel giudizio sulla concessione dell’affidamento in prova ai servizi sociali devono essere valutati anche i procedimenti penali passati e pendenti, un lavoro che serve a capire se attraverso l’istituto sia possibile fronteggiare un’eventuale residua pericolosità sociale.
28/06/2016
RESCISSIONE DEL GIUDICATO SE L'IMPUTATO NON ELEGGE DOMICILIO
L'elezione di domicilio presso il difensore d'ufficio, disposta dalla Polizia Giudiziaria nonostante il rifiuto, da parte dell'indagato, di sottoscrivere il relativo verbale è causa di rescissione del giudicato per mancata, incolpevole conoscenza della celebrazione del procedimento.
Con la sentenza in commento (n. 26631/2016), la Corte di cassazione annulla il passaggio in giudicato di una sentenza di condanna per resistenza a pubblico ufficiale, affermando che l'elezione di domicilio deve essere integrata da una consapevole ed esplicita manifestazione di volontà della persona che la effettua: volontà, il cui primo e rilevante indice dimostrativo non può che essere costituito dalla sottoscrizione del documento che tale volontà contiene ed esteriorizza.
27/06/2016
CRONACA: PRIMO ARRESTO PER OMICIDIO STRADALE NELLA PROVINCIA DI PADOVA
Primi effetti dell'introduzione del reato di omicidio stradale nella Provincia di Padova.
Nella giornata di sabato 25 giugno, infatti, la Polizia Giudiziaria ha proceduto all'arresto di una donna la quale, dopo essersi messa al volante con un tasso alcolemico poi accertato essere pari a 2,01 g./l., ha invaso l'opposta corsia di marcia, collidendo frontalmente con una vettura, il cui conducente ha perso la vita.
27/06/2016
REATI TRIBUTARI E MISURE CAUTELARI
Il sequestro, quale misura cautelare reale, in relazione a una pretesa tributaria, viene meno con l'annullamento dell'atto di accertamento da parte della Commissione Tributaria.
Cass. Pen., n. 26450/2016
27/06/2016
SULLA RIFORMA DELLA SENTENZA ASSOLUTORIA IN GRADO D'APPELLO
La Corte d'Appello può certamente pervenire ad un ribaltamento della sentenza di primo grado, ed emettere, così, una sentenza di condanna, pur in assenza di nuovi apporti probatori.
Tuttavia, deve confrontarsi in modo specifico con le motivazioni contenute nella sentenza di primo grado, dimostrandone l'insostenibilità per incompletezza e/o incoerenza.
Cass. Pen., Sez. VI, n. 26570/2016.
25/06/2016
ESAME DI STATO 2015: CORTE D'APPELLO DE L'AQUILA
Sono 177 i candidati che hanno superato le prove scritte della sessione 2015 dell'esame di avvocato presso la Corte di Appello di L'Aquila.
E' quanto si apprende dall'ufficio Esame Avvocati della Corte di Appello di L'Aquila, che ha pubblicato l'elenco degli ammessi
25/06/2016
ESAME DI STATO 2015: CORTE D'APPELLO DI GENOVA
Sono 248 i candidati che hanno superato le prove scritte della sessione 2015 dell'esame di avvocato presso la Corte di Appello di Genova.
E' quanto si apprende dall'Ordine degli Avvocati di Genova, che ha pubblicato l'elenco degli ammessi
25/06/2016
ESAME DI STATO 2015: CORTE D'APPELLO DI TRENTO
Sono 89 i candidati ammessi alla prova orale della sessione 2015 dell'esame di avvocato presso la Corte di Appello di Trento.
E' quanto si apprende dalla segreteria Esame Avvocato della Corte di Appello di Trento.
25/06/2016
ESAME DI STATO 2015: CORTE D'APPELLO DI TRIESTE
Sono 146 i candidati che hanno superato le prove scritte della sessione 2015 dell'esame di avvocato presso la Corte di Appello di Trieste.
E' quanto si apprende dall'ufficio Esame Avvocati della Corte di Appello di Trieste.
25/06/2016
SUSSISTE IL DELITTO DI TRUFFA ANCHE SE L'INGANNO NON VIENE RIVOLTO ALLA PERSONA OFFESA
Segnaliamo una interessante pronuncia in materia di delitti contro il patrimonio, segnatamente in tema di truffa.
La Suprema Corte, infatti, con la sentenza n. 2281 del 2016 ha affermato che "l'integrazione del delitto di truffa non implica la necessaria identità fra la persona indotta in errore e la persona offesa, ben potendo la condotta fraudolenta essere indirizzata ad un soggetto diverso dal titolare del patrimonio, sempre che sussista il rapporto causale tra induzione in errore e gli elementi del profitto e del danno".
23/06/2016
1, 2 LUGLIO 2016: A VENEZIA IL RUOLO DELL'AVVOCATO SOTTO I RIFLETTORI
Si terrà in data 1 e 2 luglio 2016, presso il Centro Congressi dell’Isola di San Servolo a Venezia, il convegno dal titolo “La centralità del ruolo dell’avvocato per la democrazia e la tutela dei diritti fondamentali” organizzato dalla Camera Penale Veneziana, con la Commissione Europa e Diritti Fondamentali, insieme all’Unione delle Camere Penali Italiane, con l’Ossservatorio Europa e la Commissione Rapporti con l’Avvocatura Internazionale, all’Ordine degli Avvocati di Venezia ed alla Fondazione Feliciano Benvenuti, col patrocinio del Consiglio d’Europa, dell’Ufficio di Venezia del Consiglio d’Europa, del Consiglio Nazionale Forense e dell’EIUC.
23/06/2016
SULLA COMPETENZA IN TEMA DI MESSA ALLA PROVA
Risolvendo un conflitto negativo di competenza sollevato dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lecce, la Corte di cassazione ha affermato la competenza del giudice dibattimentale a decidere sulla richiesta di messa alla prova con sospensione del procedimento a carico dell'imputato, elevata in sede di opposizione a decreto penale di condanna.
Due le principali argomentazioni: il carattere sostanziale dell'istituto e la possibilità, per il giudice dibattimentale, di procedere all'assunzione delle prove non rinviabili.
Cass., Sez. I, 22.06.2016, n. 25867
21/06/2016
ESAME DI STATO 2015: CORTE D'APPELLO DI FIRENZE
Sono 551 i candidati ammessi alla prova orale della sessione 2015 dell'esame di avvocato presso la Corte di Appello di Firenze, per una percentuale pari al 45%.
E' quanto si apprende dalla segreteria Esame Avvocati della Corte di Appello di Firenze.
21/06/2016
ESAME DI STATO 2015: CORTE D'APPELLO DI NAPOLI
Sono 1394 i candidati ammessi alla prova orale dell'esame di avvocato per la sessione 2015 presso la Corte di Appello di Napoli, dopo la correzione degli elaborati da parte della Corte di Appello di Milano
21/06/2016
VIOLENZA SESSUALE E CIRCOSTANZE ATTENUANTI
In materia di violenza sessuale è possibile concedere la circostanza attenuante del fatto di lieve entità anche se gli eventi si sono verificati all'interno di una scuola da parte di un insegnante.
Questo il principio espresso dalla giurisprudenza di legittimità che, pur riconoscendo la penale responsabilità del docente, ha concesso la circostanza attenuante di cui all'art. 62 cod. pen.
(Cass. Pen., n. 25434/2016)
21/06/2016
SULLA PARTICOLARE TENUITA' DEL FATTO IN MATERIA DI VIOLENZA PRIVATA
Costituisce il delitto di violenza privata, di cui all'art. 610 c.p., la condotta del coniuge che, in possesso delle chiavi del portone di casa, cambia la serratura per impedire al convivente di entrare nell'appartamento.
Nel caso di specie la S.C., dopo aver affermato la sussistenza del reato, ha però prosciolto l'imputato per la particolare tenuità del fatto, ai sensi dell'art. 131 bis. c.p.
(Cass. Pen.,n. 25626/2016)
21/06/2016
INDAGINI DIFENSIVE DEL TIROCINANTE NON UTILIZZABILI
Non sono utilizzabile dinanzi il Tribunale in composizione Collegiale le indagini difensive svolte dal tirocinante, nonostante l'espressa delega dell'avvocato.
La Suprema Corte, dopo aver ricordato che l'elenco di cui all'art. 391 bis c.p.p. deve considerarsi tassativo, ha escluso l'utilizzabilità del materiale probatorio frutto dell'attività del praticante avvocato, competente ad esercitare il patrocinio professionale solo per reati di competenza del Giudice di Pace e del Tribunale Monocratico.
(Cass. Pen., Sez. III, 20.06.2016)
14/06/2016
LA SCUOLA NON RISPONDE PER LE LESIONI SUBITE DALL'ALUNNO
Segnaliamo la pronuncia adottata dal Tribunale di Trento in materia di responsabilità dell'Ente scolastico per le lesioni subite dall'alunno, spinto a terra da un compagno durante l'intervallo.
Il Tribunale trentino evidenzia, in particolare, l'esclusione di responsabilità dell'amministrazione qualora dia prova di aver adottato tutte le misure di controllo idonee e ricorda che «presupposto della responsabilità dell'insegnante per il danno subito dall'allievo, nonché fondamento del dovere di vigilanza sul medesimo, è la circostanza che costui gli sia stato affidato», dimostrazione che spetta all'attore. A questo punto, però, sia che si invochi la responsabilità contrattuale che quella extracontrattuale, si verifica un'inversione dell'onere probatorio. Sarà, dunque, l'insegnante a dover provare di aver adempiuto «in modo diligente all'obbligo di protezione e garanzia contrattualmente assunto, ovvero dimostrare di non aver potuto impedire il fatto (art. 2048, u.c. c.c.)».
Tribunale di Trento, n. 299 del 24 marzo 2016.
14/06/2016
LA CORTE DI CASSAZIONE SULLA MOTIVAZIONE SEMPLIFICATA
Via libera della Suprema Corte di Cassazione ai provvedimenti con motivazione semplificata, nell'obiettivo di garantire maggior celerità nella definizione dei procedimenti e di deflazionare il carico giudiziario.
Scarica le linee guida!
10/06/2016
Sì AL RINVIO DELL'UDIENZA CAMERALE IN CASO DI ASTENSIONE DEL DIFENSORE
L’astensione del difensore dalle udienze non è riconducibile nell’ambito dell’istituto del legittimo impedimento, in quanto costituisce espressione dell’esercizio di un diritto di libertà, il cui corretto esercizio, attuato in ottemperanza a tutte le prescrizioni formali e sostanziali indicate dalle pluralità delle fonti regolatrici, impone il rinvio anche delle udienze camerali a partecipazione non necessaria.
Cass., Sez. VI, 20.05.2016, 21177.
10/06/2016
DEFINITIVAMENTE ARCHIVIATO IL CASO TOSCANI
I luoghi comuni diffamatori non sono offensivi: la condotta perpetrata mediante riferimenti a preconcetti e luoghi comuni, che non consenta l'individuazione di un soggetto specifico, non integra il delitto di diffamazione.
Sulla base di questo principio, la Corte di cassazione ha definitivamente archiviato il procedimento penale instauratosi a carico di Oliviero Toscani, il quale, nel corso di una trasmissione radiofonica, aveva definito i Veneti "un popolo di ubriaconi ed alcolizzati", proseguendo con frasi del tenore «poveretti, non è colpa loro se nascono in Veneto. Basta sentire l’accento veneto: è da ubriachi, da alcolizzati, da ombretta, da vino».
10/06/2016
CORTE DI GIUSTIZIA: NO AL M.A.E. SENZA UN PROVVEDIMENTO NAZIONALE
Importante pronuncia della Corte di Giustizia in materia di Mandato di Arresto Europeo.
Con la decisione n. 241/15 del 1 giugno 2016, infatti, la Corte UE ha negato la possibilità di dare esecuzione al M.A.E. se lo stesso non è preceduto da un preventivo e diverso provvedimento d'arresto emesso dall'Autorità Nazionale. In caso contrario, sottolinea la Corte, il M.A.E. troverebbe legittimazione in sé stesso, violando, così, ogni prerogativa difensiva favorevole all'imputato.
09/06/2016
REATI CONTRO LA P.A.: SULL'ABUSO D'UFFICIO
Con sentenza n. 23682/2016, la Corte di cassazione ha riconosciuto la sussistenza dell'abuso d'ufficio in capo al dipendente del Comune che, in qualità di Pubblico Ufficiale, rilascia un condono per lavori edili contro il parere dell'ufficio tecnico.
09/06/2016
NON FERMARSI ALL'ALT DELLA POLIZIA NON COSTITUISCE SEMPRE REATO
Frenare bruscamente per fermare il proprio veicolo prima di un posto di blocco delle forze dell’ordine e invertire il senso di marcia, evitando così il controllo da parte degli agenti, può integrare il reato di resistenza a pubblico ufficiale in caso di successivo inseguimento da parte degli agenti. Ma il reato non si configura se non è chiaro al guidatore che la pattuglia lo sta seguendo. Nel caso di specie, il conducente è stato assolto perché gli agenti che si erano messi al suo inseguimento con l’autovettura di servizio avevano attivato i lampeggianti ed azionato la sirena, senza però intimare l’alt.
Tribunale di Genova, n. 1162/2016
07/06/2016
CORTE COSTITUZIONALE: PENA SOSPESA ANCHE PER IL FURTO CON STRAPPO
Con la sentenza n. 125 del 2016 la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 656, comma 9, lett. a), c.p.p. nella parte in cui prevedeva il divieto della sospensione dell'ordine di esecuzione della pena per i condannati per il delitto di furto con strappo.
07/06/2016
SICUREZZA PUBBLICA E DASPO
Il provvedimento del questore che impone al tifoso colpito da Daspo anche l'obbligo di comparire al comando dei carabinieri durante lo svolgimento della partita di calcio deve essere motivato in maniera specifica perché l'applicazione della misura interdittiva di non recarsi allo stadio non basta per giustificare anche l'impiego della misura di prevenzione.
Con la sentenza n. 23303/16 la Corte di Cassazione esclude che in sede di convalida l'Autorità Procedente possa applicare, in aggiunta alla misura interdittiva del DASPO, anche la misura di sicurezza dell'obbligo di presentazione alla P.G. in occasione degli incontri di calcio, senza motivare specificatamente sul punto.
07/06/2016
CORRUZIONE: IRRILEVANZA DELLA CONDOTTA ILLECITA SE NON CONTRARIA AI DOVERI D'UFFICIO
In materia di delitti contro la Pubblica Amministrazione, ed in particolare di corruzione, si segnala il seguente principio di diritto, espresso con sentenza n. 23355/16 della VI Sezione Penale della Corte di Cassazione: non è punibile per corruzione il pubblico ufficiale che compie un atto contrario ai doveri d'ufficio che non rientra nelle competenze dell'ufficio cui il soggetto appartiene e in relazione al quale esercita o può esercitare una qualche forma di ingerenza.
07/06/2016
RESPONSABILITA' DEL SANITARIO E COLPA LIEVE: I NUOVI APPRODI GIURISPRUDENZIALI
Innovativa presa di posizione della Suprema Corte di Cassazione, che, con sentenza n.23283/16, depositata ieri, traccia i nuovi confini della responsabilità colposa del sanitario.
La IV Sezione Penale allarga il perimetro della scriminante introdotta dalla Legge Balduzzi, indicando il seguente principio di diritto: la gradazione della colpa deve essere rilevata secondo il parametro della misura della divergenza tra la condotta effettivamente tenuta e quella che era da attendersi sulla base della norma cautelare che si doveva osservare".
Il grado della colpa, pertanto, sarà tanto più elevato nel caso di inosservanza di elementari doveri di accuratezza
03/06/2016
LE SEZIONI UNITE SULL'ASSENZA DEL BRACCIALETTO ELETTRONICO
Escluso ogni automatismo applicativo della misura della custodia cautelare in carcere in situazioni di carenza del braccialetto elettronico.
Le Sezioni Unite della Cassazione, con sentenza N. 20769 del 19.05.2016, richiamano i principi di idoneità, adeguatezza e proporzionalità della misura cautelare applicata ed affermano l'onere, per il giudice procedente, di applicare la misura che in concreto risulti più adeguata ed idonea in relazione alle esigenze cautelari da soddisfare.
03/06/2016
RESPONSABILITÀ MEDICA: RUOLO DELL'AIUTO PRIMARIO.
L'aiuto primario è titolare di una autonoma posizione di garanzia nei confronti del paziente, nonostante il prossimo arrivo del superiore.
La giurisprudenza di legittimità, sulla scia di un orientamento sempre più consolidato, ribadisce come l'aiutante non debba restare inerte in attesa del primario, dovendosi, invece, attivarsi secondo le regole dell'arte medica, se necessario sostituendosi ad esso.
Cass. Pen., Sez. IV, 29.03.2016, N. 12679.
03/06/2016
NOTIFICA VIA PEC IN MATERIA PENALE: VIA LIBERA DELLA SUPREMA CORTE
La notifica all'imputato mediante notifica al difensore può esser effettuata a mezzo Posta Elettronica Certificata.
Prende sempre più piede l'orientamento della Corte di Cassazione, che, con sentenza n. 16622 del 31.03.3016, estende la possibilità di fare ricorso allo strumento della P.E.C. anche ai fini di eseguire le notificazioni ai sensi dell'art. 161, comma, 4, c.p.p.
26/05/2016
PRESCRIZIONE PIÙ LUNGA, PROCESSI PIÙ BREVI”: LA GIUNTA DELL’UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE PROCLAMA L’ASTENSIONE DAL 24 AL 26 MAGGIO 2016.
Una riforma del processo sistematica, volta ad introdurre elementi distorsivi del processo accusatorio, una pressante campagna mediatica, animata dallo slogan “prescrizione più brevi, processi più lunghi”, la mortificazione della funzione difensiva e delle garanzie processuali.
L’Unione delle Camere Penali Italiane fa sentire la sua voce.
Contestualmente a progetti di riforma fondati sull’allungamento dei termini di prescrizione e sulla nuova disciplina in materia di intercettazioni telefoniche e di comunicazioni, infatti, la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane ha proclamato, con delibera del 7 maggio 2016, l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale degli avvocati penalisti nei giorni 24, 25 e 26 maggio 2016.
Fra le tematiche maggiormente approfondite, emerge il dibattito in materia di dilatazione dei termini prescrizionali: l’Unione, in particolare, rileva che, secondo i dati forniti dal Ministero della Giustizia, il 70 % dei procedimenti penali si prescrive in fase di indagini preliminari, nel pieno controllo del Pubblico Ministero ed al riparo da possibili manovre dilatorie della difesa ed evidenzia che tale, sconcertante, dato si base esclusivamente su carenze organizzative, certamente non imputabili all’Avvocatura.
Quanto alle recenti pronunce di legittimità in materia di intercettazioni e di utilizzo di virus informatici a fini di captazione, l’Avvocatura del settore penale richiama l’attenzione affinché siano garantite, da un lato, le prerogative connesse alla funzione difensiva ed alla non conoscibilità “in radice” del contenuto delle comunicazioni tra l’assistito ed il difensore, e invita alla più seria riflessione, dall’altro, evidenziando la micidiale invasività dell’intero sistema processuale penale, che sembra dimenticare i valori fondanti della Costituzione ed i diritti e le garanzie fondamentali dell’individuo.
Scarica la delibera!
21/05/2016
SABATO 21 MAGGIO 2016 L’AVVOCATURA INCONTRA LA CITTADINANZA.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova, nell’ottica di sensibilizzare l’opinione pubblica alle più recenti tematiche inerenti la riforma della giustizia e per offrire alla cittadinanza una giornata di consulenza gratuita in materia legale, ha organizzato, nella giornata di sabato 21 maggio 2016, l’evento “l’Avvocatura incontra la Cittadinanza – Giornata della Consulenza Gratuita”.
Chiunque fosse interessato potrà recarsi a Palazzo della Ragione, dalle ore 9.30 alle 18.00, e veder soddisfatta ogni curiosità sul mondo dell’avvocatura in generale e sul modus operandi dell’apparato giurisdizionale italiano: saranno presenti sul posto i numerosi volontari, iscritti al Foro di Padova, pronti a rispondere alle domande dei cittadini.
Saranno previsti ben quattordici punti informativi, a seconda delle diverse materie di interesse.
Scarica la locandina!
28/04/2016
INTERCETTAZIONI TELEFONICHE E DI CONVERSAZIONI: VIA LIBERA DELLE SEZIONI UNITE ALL’INSTALLAZIONE DI VIRUS INFORMATICO A FINI DI CAPTAZIONE (CASS. PEN., SEZ. UN., 28.04.2016 – INFORMATIVA PROVVISORIA)
Con la recente sentenza del 28 aprile 2016, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno dichiarato la legittimità delle procedure di installazione di un “captatore informatico” in dispositivi elettronici portatili, quali personal computer, tablet e telefoni cellulari, al fine di captazione, anche nei luoghi di privata dimora di cui all’art. 614 cod. pen., pur non singolarmente individuati e anche se ivi non si stia svolgendo l’attività criminosa.
La Corte, in particolare, investita della questione con ordinanza di rimessione sollevata dalla Sezione VI, che aveva rilevato sul punto il contrasto tra i distinti orientamenti del Supremo Consesso, ha però evidenziato la legittimità di tale pratica solo ed esclusivamente con riferimento ai procedimenti relativi a delitti di criminalità organizzata, anche terroristica, intendendosi per tali quelli elencati nell’art. 51, commi 3-bis e 3-quater, cod. proc. pen., nonché quelli comunque facenti capo ad un’associazione per delinquere, con esclusione del mero concorso di persone nel reato.
Si tratta di una decisione destinata a fare scalpore, che se da un lato offre all’Autorità Giudiziaria strumenti ancor più incisivi alla lotta contro la criminalità organizzata, dall’altro si espone a possibili critiche sotto il profilo della legittimità costituzionale, visto il diritto all’inviolabilità del domicilio ed alla libertà e segretezza delle comunicazioni , di cui agli artt. 14 e 15 Cost.
27/03/2016
GIUDIZIO ABBREVIATO ED INUTILIZZABILITÀ PATOLOGICA DELLE DICHIARAZIONI RESE DA CHI AVREBBE DOVUTO ESSERE SENTITO FIN DALL’INIZIO QUALE PERSONA SOTTOPOSTA ALLE INDAGINI (CASS. PEN., SEZ. III, 18.04.2016, N. 15896).
La Corte di Cassazione torna ancora a pronunciarsi sulla più che dibattuta tematica inerente l’utilizzabilità, nel giudizio abbreviato, delle dichiarazioni rese quale persona informata sui fatti da chi, sin dall’inizio, avrebbe dovuto essere sentito quale indagato.
Con una recentissima pronuncia, la Sezione III della Suprema Corte esprime parere negativo, affermando che la verifica della sussistenza della qualità di persona indagata ai fini di quanto previsto dall’art. 63, comma 2, c.p.p. deve essere condotta secondo il criterio sostanziale della qualità oggettivamente attribuibile al soggetto in base alla situazione esistente nel momento in cui le dichiarazioni sono state rese e non secondo un criterio formale, quale l’esistenza di notizia criminis e l’iscrizione nel registro degli indagati.
La violazione di tale criterio, ricondotta dal giudice della nomifilachia entro la categoria dell’inutilizzabilità patologica, comporta il divieto, per l’Organo Giudicante, di fondare la propria decisione sulla base di tali dichiarazioni, laddove l’imputato abbia deciso di affrontare il processo “allo stato degli atti”, accedendo, quindi, al rito abbreviato.